KTM appesa a un filo: il destino dell’azienda in mano ai creditori

Il maggior produttore di moto in Europa è entrato in una procedura giudiziaria in cui l’obiettivo è trovare una soluzione alla crisi che soddisfi le esigenze dei 2.500 creditori.

KTM crisi
tensione finanziaria
Red Bull KTM Factory Racing, GP Australia 2024 (Photo by: Gigi Soldano DPPI/Panoramic/Insidefoto)

KTM sta vivendo la sua ora più buia. Il più grande produttore di moto in Europa e tra i principali a livello globale, si trova in una crisi esistenziale che mette in dubbio il suo futuro.

A rischio c’è non solo la sua partecipazione al MotoGP, ma anche la sopravvivenza stessa dell’azienda. Sebbene tra le ipotesi sia stato ventilato il fallimento, al momento non è ancora detta l’ultima parola.

In seguito alla richiesta presentata il 29 novembre scorso presso il tribunale di Ried, competente per la sede principale di KTM a Mattighofen, l’azienda ha avviato una procedura di risanamento sotto controllo giudiziario, prevista dal diritto commerciale austriaco.

In termini operativi, riporta Il Messaggero Veneto, in questa fase è prevista un’autogestione che permette al management di mantenere il controllo operativo, sotto la supervisione di un curatore nominato dal tribunale.

KTM crisi – L’ammontare dei debiti e il gruppo dei creditori

Il gruppo, che comprende la società madre KTM AG e le controllate KTM Components e KTM Forschung & Entwicklung, presenta debiti complessivi per 2,9 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi nei confronti di circa 180 istituti bancari.

Tra questi spicca Bank Austria, parte di UniCredit Italia. L’azienda deve anche fare i conti con circa 2.500 creditori, tra cui numerosi fornitori italiani e del Nordest, come la Da Lio, azienda leader nel settore delle carrozzerie per moto.

Il piano: previsto un forte ridimensionamento

La strategia di risanamento prevede un drastico ridimensionamento, con 750 licenziamenti e la cessione di asset non essenziali, tra cui la partecipazione del 50,1% in MV Agusta.

L’obiettivo è rimborsare il 30% dei debiti entro due anni. Tuttavia, la parola finale spetterà all’assemblea dei creditori del prossimo 25 febbraio: se dovessero ritenere più vantaggiosa una liquidazione, KTM potrebbe dover aumentare la quota di rimborso.

In caso contrario, il fallimento diverrebbe inevitabile. Uno scenario che spaventa non solo per i 10mila potenziali disoccupati – compreso l’indotto -, ma anche per l’impatto su aziende fornitrici, alcune delle quali, come l’acciaieria Metallgiesserei, sono già fallite.

KTM crisi – Le cause e l’impatto sportivo

Nonostante i risultati record degli anni recenti, con il fatturato vicino ai 2 miliardi di euro nel 2023, KTM ha sofferto per l’aumento dei costi di produzione e finanziari, oltre al calo delle vendite negli Stati Uniti, mercato chiave.

La crisi ha ripercussioni anche sul fronte sportivo. KTM, vincitrice del Rally Dakar 2025, sta valutando il ritiro dal MotoGP per tagliare i costi. Tuttavia, l’uscita anticipata dal campionato, cui è legata contrattualmente fino al 2026, comporterebbe pesanti penali che andrebbero ad aggravare la posizione debitoria.

In vista del 25 febbraio, l’azienda potrebbe contare su un aumento di capitale da parte di potenziali investitori come l’indiana Bajaj e la cinese CF Moto, suoi partner di lunga data. Una nuova iniezione di risorse potrebbe offrire a KTM una seconda possibilità per superare questa curva critica e ripartire, come già avvenuto 33 anni fa.

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