Rimandato il nuovo regime IVA per il mondo dello sport. La legge di bilancio attualmente in discussione in Parlamento prevederà una proroga fino al 2025 dell’attuale disciplina, confermata dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
Scongiurata dunque una transizione dal regime di esclusione a quello di esenzione, che avrebbe comportato per gli enti coinvolti nuovi onerosi obblighi, come l’apertura della partita IVA e l’uso del registratore di cassa, da assolvere in tempi brevi.
Il cambiamento avrebbe colpito Enti del Terzo Settore (Ets), Associazioni Sportive Dilettantistiche (Asd) e Società Sportive Dilettantistiche (Ssd), realtà che sarebbero state dunque gravate dai nuovi adempimenti, per ora rimandati.
Un passaggio che «crea problemi, ne siamo consapevoli – afferma Maurizio Leo -. Per questo, come governo, nella prossima legge di bilancio vogliamo prorogare questo ambito di applicazione; quindi, rimane ancora un meccanismo di esclusione Iva per il 2025».
Iva enti sportivi – Verso un’applicazione in base alla dimensione dell’ente
La scelta risponde al grido d’appello delle numerose realtà interessate e fa seguito alle recenti dichiarazioni in tal senso del viceministro del Lavoro con delega al terzo settore, Maria Teresa Bellucci.
La direzione che vuole intraprendere il governo è quella di definire un sistema che permetta di modulare l’applicazione del regime in base alla dimensione degli enti, agevolando soprattutto le realtà più piccole.
La soluzione su cui i tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono al lavoro, sembra andare verso questa direzione: «l’obiettivo è quello di fissare paletti e indicatori entro i quali si rimarrà comunque nell’ambito dell’esclusione», ha aggiunto Leo.
Il dialogo con l’Europa: la normativa comunitaria
Il provvedimento non riguarda solo una questione interna, ma si inserisce in un contesto di confronto con l’Unione Europea. L’IVA è «è un tributo comunitario – ricorda Leo -, armonizzato, dove non c’è sovranità piena e tutta la normativa deve necessariamente essere conforme alle regole fissate a livello Ue».
In tal senso, le volontà dell’esecutivo si scontrano con i dettami di Bruxelles: «per quanto riguarda il mondo degli enti non commerciali la disciplina era quella dell’esclusione dal campo di applicazione dell’Iva, ma sono intervenute una serie di procedure di infrazione».
Il commissario, fresco di nomina, Raffaele Fitto «avrà un ruolo fondamentale per far capire all’Ue che entro un certo tetto possiamo restare nell’ambito dell’esclusione: lasceremo, quindi, l’esclusione per il 2025, ma al contempo fisseremo dei paletti, questo sempre in un clima di dialogo che si deve fare con l’Ue».