Un esempio olimpico: l'esperienza di Parigi al servizio di Milano Cortina

Al termine della prima settimana di gare ecco quali sono gli insegnamenti che arrivano dalla Francia e cosa, invece, occorre migliorare verso i Giochi Invernali 2026.

Assegnazione Milano Cortina
PRIMA SETTIMANA DI GARE
Assegnazione Olimpiadi Invernali 2026 (Image credit: Insidefoto)

Una settimana fa il gong ufficiale dei Giochi di Parigi 2024. La cerimonia di apertura dava il via alla 33esima edizione delle Olimpiadi Estive, con gli occhi del mondo a vedere i 206 Comitati Olimpici Nazionali sfilare per la Senna.

A Parigi sono stati giorni pieni di gare, medaglie ed emozioni, Ma anche di polemiche, problematiche e dibattiti che vanno oltre la mera competizione sportiva.

Nella capitale francese, oltre a una famiglia olimpica di circa 58mila persone tra atleti, staff e media, c’è anche una delegazione italiana, che non prenderà parte a Parigi 2024: stiamo parlando del management, più parte dello staff operativo, di Milano Cortina 2026.

La presenza di Andrea Varnier, amministratore delegato di Fondazione Milano Cortina, è simbolica ma di grande utilità: obiettivo primario toccare con mano la gestione e l’organizzazione di un’edizione dei Giochi Olimpici.

Dopotutto la prossima volta sarà l’Italia ad avere questo onere e onore e, dunque, è importante apprendere quello che è già stato fatto, per prendere spunto e apporre migliorie dove necessario.

Parigi esempio Milano Cortina – La lezione positiva dell’OCOG

Il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici (OCOG) parigino può essere di grande aiuto per Milano Cortina 2026, grazie al lavoro svolto e a scambi di vedute per l’edizione italiana.

A Parigi 2024, sicuramente, sta funzionando l’accessibilità degli impianti e la logistica della capitale transalpina. Va detto che, per i Giochi Invernali 2026, sarà tutto più complicato: infatti, sarà un’edizione diffusa sui territori di Lombardia, Veneto e una piccola parte in Trentino e, dunque, non così concentrata come nella Ville Lumiere.

Altro fattore molto positivo è la presenza di pubblico, con palazzetti e impianti gremiti di appassionati da tutto il mondo. Di pari passo, va toccato il tema delle infrastrutture di Parigi 2024. Come già analizzato su Sport e Finanza, il lavoro fatto è stato puntuale e sostenibile, con il 95% degli impianti già esistente o temporaneo e circa l’80% delle sedi di gara entro 10km dal Villaggio Olimpico.

Occorre dire che, anche per Milano Cortina, il trend è stato sposato in pieno, con solo due strutture costruite da zero (Pala Italia a Milano e Sliding Centre a Cortina).

Il pubblico c’è, ed è entusiasta, non solo per le gesta dei proprio beniamini ma, anche, per la possibilità di assistere alle gare in impianti puliti, facili da raggiungere e adatti ad una manifestazione come quella olimpica.

Parigi esempio Milano Cortina – Cosa non sbagliare

Di Parigi 2024, però, ci sono anche dei temi su cui l’Italia deve porre attenzione e imparare dall’edizione in corso. Prima di tutto, è evidente quanto la necessità di mostrare la grandeur francese abbia monopolizzato i Giochi di quest’estate.

Oltre alla cerimonia già citata e alle sedi di gara immerse nelle bellezze storiche e artistiche della Ville Lumiere, ecco che il caso della Senna deve far riflettere. La volontà di renderla balneabile entro il 2025 per il pubblico e l’investimento pluriennale da 1,5 miliardi di euro si è scontrato con la difficoltà oggettiva di portare a termine un progetto del genere.

Per Milano Cortina il paragone può essere fatto con lo Sliding Centre, struttura di Cortina che ha ricevuto (e sta ricevendo) enormi polemiche per tempistiche, costi e heritage della struttura. A livello di lavori è una corsa contro il tempo, con l’impianto che deve essere pronto per i test CIO del marzo 2025.

Bisognerà farsi trovare pronti, per non “buttare” il lavoro di Simico, il costo dei lavori e il rischio di avere una “cattedrale nel deserto” per degli sport, come bob, skeleton e slittino, praticati da una parte di popolazione locale molto esigua.