Il 93% degli impianti per Milano Cortina 2026 è già esistente. Un record assoluto per l’Italia, vincitrice del bando per le Olimpiadi invernali nel “lontano” 2019. Un masterplan mai visto nella storia, a livello di infrastrutture: Pala Italia e Sliding Center le uniche due opere da costruire, rispettivamente a Santa Giulia (MI) e Cortina.
Se per il palazzo lombardo dell’hockey i lavori procedono spediti, il caos mediatico della pista da bob ha completamente monopolizzato il dibattito verso i Giochi 2026. Un tira e molla conclusosi con l’assegnazione alla località veneta, e alla Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico), la realizzazione dell’impianto per i cosiddetti “sport di scivolamento”: le gare di bob, skeleton e slittino si dovrebbero tenere a Cortina.
Condizionale d’obbligo, però, per quanto riguarda le tempistiche di consegna dello Sliding Center. La deadline è marzo 2025, mese in cui verranno effettuati i test ufficiali per dare l’approvazione definitiva della pista. Circa 415 giorni separano Cortina dal poter ospitare le gare durante le Olimpiadi invernali: ecco i possibili scenari per lo Sliding Center, una pista dal costo complessivo di 120 milioni di euro.
Pista bob Cortina – Il bosco di Ronco la prima vittima sacrificale
La nuova pista “Eugenio Monti” di Cortina ha scatenato grandi proteste da parte degli ambientalisti. Il pomo della discordia risiede nel bosco di Ronco, ai piedi delle Tofane e contraddistinto da alberi secolari. Previsto il taglio di 500 larici per far posto alla costruzione dell’impianto: l’impresa LGB Forestal Service si è già messa al lavoro, nonostante i numerosi cartelli e striscioni di denuncia.
«Sono qui per dare voce a questi larici, che sono qui da secoli e che dovrebbero essere ascoltati. La mia è una richiesta di pietà per lo scempio che sta avvenendo nel bosco di Ronco“. Così Il violoncellista Mario Brunello, salito a Cortina per protestare contro l’abbattimento dei larici. Una protesta pacifica che però non ha portato a risultati concreti: il cantiere è stato aperto in settimana, a 13 mesi dal precollaudo dell’opera.
A rispondere alla protesta degli ambientalisti ci ha pensato Luca Zaia, governatore della Regione Veneto: «Gli alberi sono preziosi, però ogni anno 100mila ettari di prato diventano bosco in Italia, perché il bosco divora i prati. Far credere che ci sia una deforestazione incombente vuol dire non conoscere i dati», ha dichiarato l’esponente di Lega Nord.
Pista bob Cortina – Il piano B non sarà in Italia: out Cesana, si guarda all’estero
Le tempistiche molto ristrette per la consegna della pista sono evidenti. Il CIO è conscio della corsa contro il tempo di Cortina ed è già corso ai ripari, prevedendo un’opzione di riserva concreta. Eliminata definitivamente l’opzione Cesana Torinese, dove da 12 anni l’impianto costruito per Torino 2006 aspetta di ospitare una gara di bob.
Sulla questione è intervenuto Andrea Varnier, amministratore delegato di Fondazione Milano Cortina: «E’ da ottobre che parliamo con Comitati Olimpici Nazionali dove esistono piste da bob, slittino e skeleton. Operativamente e finanziariamente andare all’estero avrebbe un grosso impatto negativo. Allo stesso tempo, però, non possiamo percorrere l’opzione Cesana: il CIO pretende una pista esistente e operante».
E così si guarda all’estero, con Svizzera (Saint-Moritz) e USA come principali candidati. «Un piano B che prevede il coinvolgimento di un impianto all’estero nella logica di una collaborazione positiva tra paesi ed economie che riteniamo sia utile e costruttiva e che è stata già sperimentata con successo in Svizzera durante le olimpiadi giovanili di Losanna qualche anno fa», ha dichiarato Kristin Kostler, durante la conferenza stampa dell’IOC Coordination Commission, a Venezia.
Milano Cortina, Malagò: «Masterplan unico nella storia. Tocca a Simico rispettare i tempi».
Pista bob Cortina – Rebus legacy sul territorio
Lo Sliding Center di Cortina verrà, dunque, realizzato. Un impianto dal fabbisogno di spesa corrente da circa un milione di euro l’anno, per mantenerlo in funzione. Necessario, dunque, il supporto economico della Regione Veneto, a cui il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi ha chiesto un finanziamento di oltre 400 mila euro annui. Altri 100 mila euro dovrebbero arrivare dalle federazioni sportive, con il resto da imprenditori sotto forma di versamenti o sponsorizzazioni.
«Se io dovessi andare a guardare l’impegno che questo comune dovrebbe sostenere per le Olimpiadi, rischiamo il ‘”default” dell’amministrazione. Stiamo cercando di formare un fondo di garanzia per cercare di fare fronte agli impegni, poiché non vogliamo far ricadere queste Olimpiadi sui cittadini di Cortina». Così lo stesso Lorenzi, a fine dicembre scorso. Una visione quasi “apocalittica” che rispecchia i dubbi del primo cittadino veneto.
L’investimento in strutture sportive rappresenta un’opportunità per la legacy sul territorio. Spendere oggi per avere un ritorno, in termini di pratica sportiva e relativi effetti sociali, un domani. Ma il bob a Cortina può rientrare in questo discorso?
Il Fatto Quotidiano, in un articolo del 16 ottobre 2022, riporta: «Tra uomini e donne, sono 17 i praticanti di bob in tutta Italia, 13 di skeleton e 23 di slittino» In tutto poco più di 50 persone, un numero che chiaramente non può motivare la spesa milionaria per lo Sliding Center.
Se l’impianto si farà – e il periodo ipotetico resta d’obbligo, come si è potuto apprendere in queste righe – resterà da capire, quando calerà il sipario sulle Olimpiadi 2026, quale sarà la formula per evitare che lo Sliding Center si tramuti in una cattedrale nel deserto e diventi invece l’opportunità di legacy per il territorio di cui sopra.