NBA in lutto: è morto “Mr. Logo” Jerry West

Ex giocatore, allenatore e dirigente capace di creare squadre dominanti come i Lakers dello Showtime o i Golden State Warriors di Kerr e Curry, ma non solo: West è anche conosciuto per essere la silhouette nel logo della NBA.

July 29, 2022, Brazil. In this photo illustration, the National
SCOMPARSO A 86 ANNI
Il logo della NBA (Image credit: Depositphotos)

Lutto nel mondo della NBA: è infatti scomparso all’età di 86 anni Jerry West, storico giocatore, allenatore e dirigente del basket statunitense, nonché con la sua silhouette ispirazione dell’attuale logo della NBA. A darne l’annuncio sono stati i Los Angeles Clippers, in un comunicato. «Jerry West, la personificazione dell’eccellenza nel basket e un amico per tutti coloro che lo conoscevano, è morto serenamente questa mattina all’età di 86 anni. Sua moglie, Karen, era al suo fianco».

Uno dei più grandi playmaker di sempre, prima di diventare uno dei più vincenti dirigenti di sempre, West ha trascorso tutta la sua carriera da giocatore professionista ai Lakers, esordendo in NBA nel 1960 dopo aver portato West Virginia University al titolo NCAA nel 1959 e gli USA a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma 1960. In maglia gialloviola però il nativo il nativo di Chelyan (West Virginia) ha trovato sulla sua strada una delle squadre più forti di sempre, ovverosia i Boston Celtics di Red Auerbach e Bill Russell, capaci di conquistare undici titoli dal 1956/57 al 1968/69.

Jerry West (Image credit: Depositphotos)

Di questi, infatti, ben sette anelli sono stati conquistati sconfiggendo nelle Finals proprio i Lakers di West, che nelle finali 1968/69 divenne il primo e finora unico giocatore a vincere il premio di MVP pur giocando con la squadra sconfitta. Nelle sette gare contro i Celtics, West tenne una media di quasi 38 punti a partita, finendo però ko nella decisiva gara-7 davanti al proprio pubblico. L’unico titolo della carriera del playmaker è arrivato così nel 1971/72, quando i Lakers sconfissero i New York Knics per 4-1 trascinati anche da Wilt Chamberlain. West ha appeso le scarpette al chiodo nel 1974, chiudendo la carriera NBA con 27 punti di media in 932 gare di regular season e 29 punti di media in 153 gare di playoffs. Oltre al titolo NBA nel 1972 e al premio di MVP nel 1969, West è stato scelto come All-Star per 14 volte, entrando per 12 volte nell’All-NBA Team e per cinque volte nell’All-Defensive Team.

Una volta ritiratosi, West è diventato allenatore dei Los Angeles Lakers nella stagione 1976/77. In tre anni, ha guidato i Lakers (che in campo nel frattempo erano trascinati da Kareem Abdul-Jabbar) a un record di 145–101, qualificandosi per i playoff in tutte e tre le stagioni e raggiungendo le finali della Western Conference nel 1977.

Dopo le tre annate da allenatore, però, West decise di fare un passo indietro, diventando scout per i Lakers e poi, nel 1982/83, assumendo la carica di general manager e dando il via alla sua fase di maggior successo nel mondo NBA. L’ex playmaker è stato infatti il gm dietro i Lakers dello showtime degli anni ’80, guidati in campo da Magic Johnson e in panchina da Pat Riley, conquistando ben cinque anelli (1980, 1982, 1985, 1987 e 1988) a Los Angeles. Dopo la fine dell’era Magic, West è stato protagonista della ricostruzione dei Lakers negli anni ’90 (che lo portò a vincere il premio di Executive of the Year nel 1995) ma, soprattutto, è stato il protagonista di una nuova epoca vincente dei gialloviola: nel giro di pochi anni infatti portò in California Shaquille O’Neal, scelse al draft Kobe Bryant e poi assunse come allenatore Phil Jackson (che arrivava dai sei titoli con Michael Jordan ai Chicago Bulls), gettando così le basi della squadra che arrivò a vincere tre titoli di fila dal 2000 al 2002. Tuttavia, West lasciò i Lakers nel 2000, prima cioè dell’inizio della striscia vincente dei californiani.

Nel 2002 ripartì dai Memphis Grizzlies, dove non ottenne i risultati spettacolari dei Lakers ma da general manager contribuì a dare credibilità ad una franchigia che era in difficoltà, portando ad esempio giocatori come Pau Gasol, James Posey e Jason Williams, oltre al coach Hubie Brown, scelto come Allenatore dell’Anno nel 2004 quando lo stesso West conquistò il suo secondo premio come Executive of the Year.

Nel 2011 West è poi passato ai Golden State Warriors, come membro del consiglio direttivo nonché azionista di minoranza della squadra. Grazie anche ai suoi consigli, i Warriors guidati da Steve Kerr in panchina e Steph Curry in campo nel 2015 sono conquistato il primo titolo NBA dopo 40 anni, ripetendosi poi nel 2017 (mentre nel 2016 persero contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James dopo essere andati in vantaggio per 3-1 e venendo rimontati sul 4-3 finale).

Il 14 giugno 2017, West ha annunciato la decisione di voler lasciare i Warriors per passare ai Los Angeles Clippers come membro del consiglio direttivo e consulente, senza però riuscire a raggiungere i risultati ottenuti nelle altre squadre pur mantenendo i Clippers sempre tra le migliori squadre NBA negli ultimi anni, raggiungendo le finali di Conference nel 2021 come miglior risultato storico della franchigia nella sua storia.

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