Al via gli Europei a Roma. Mei, FIDAL: «Puntiamo a cinque medaglie in un giorno»

Lo Stadio Olimpico è pronto a ospitare il meglio del movimento europeo. Il presidente federale fissa l’obiettivo del super-sabato e punta dritto al secondo mandato.

Stefano Mei e Marcel Jacobs
LA GRANDE ATLETICA LEGGERA
Stefano Mei e Marcel Jacobs, Roma Sprint 2024 (Image credit: Insidefoto)

Dal 6 al 12 giugno la grande atletica leggera europea sarà a Roma, nella cornice d’eccezione dello Stadio Olimpico. Saranno 50 anni esatti dall’ultima volta nell’impianto della Capitale. Un antipasto di Parigi 2024 che, coincidenza tra 50 giorni, vedrà affrontarsi i più grandi atleti del pianeta.

La Capitale ha investito molto in questo evento, approfittando di un periodo particolarmente positivo per una disciplina tanto cara agli dèi dell’Olimpo. Anche il Governo Meloni ha contribuito significativamente: se non sarà possibile coprire i 13 milioni di euro necessari per bilanciare i costi, la parte mancante sarà coperta dai fondi ministeriali.

La sei giorni romana vedrà scendere in pista 114 azzurri, una squadra imponente trainata dalle gesta di Marcel Jacobs, Giammarco Tamberi, Filippo Tortu e Larissa Iapichino. Personalità forti del movimento italiano, al cui comando si trova Stefano Mei, presidente FIDAL.

Il capo federale sa come trionfare in questa competizione: negli Europei del1986 fu proprio lui a vincere l’oro nei 1.000 metri, con una memorabile tripletta azzurra con i compagni Alberto Cova e Salvatore Antibo.

«Erano altri tempi, un’altra Italia. La storia è da ricordare ma noi certe volte non ci sappiamo staccare. Io non ci penso mai a quell’epoca. Sono passati 38 anni, sono un’altra persona e la soddisfazione me la dà vedere questi talenti che non si perdono», ha commentato Mei in un’intervista a La Stampa. Di talenti l’Italia ne è colma ed è pronta a mostrare i propri assi nel lungo fine settimana europeo.

Il sabato dell’atletica: ecco perché sarà il giorno clou

C’è una data particolare nei Campionati Europei di atletica, visibili su Rai Due, Raisport e Sky, destinata a diventare memorabile.

L’8 giugno, soprannominato “super sabato”, vedrà in meno di tre ore la disputa delle finali dei 100 metri, del salto in lungo, dei 110 ostacoli e del lancio del peso. In tutte queste competizioni maschili, gli atleti italiani sono tra i protagonisti.

«Uno di quei giorni che può portare soddisfazioni e brividi. È una foto perfetta di dove siamo: tre anni fa avremmo detto che era la sera dei 100 metri. Neutri. Ora schieriamo Jacobs, campione olimpico in carica, pure detentore del titolo europeo e nella stessa notte, il vicecampione mondiale indoor del lungo Furlani, 19 anni, il vicecampione mondiale dei 110 ostacoli Simonelli, 22 anni e il vicecampione mondiale del peso Fabbri. È un altro sport, non un’altra atletica», ha evidenziato fiero il presidente FIDAL.

L’obiettivo minimo, secondo Mei, sono quattro medaglie. La quinta ha un fattore di rischio: la condizione fisica di Zane Weir non è al top ma, se dovesse recuperare, ecco che la cinquina prenderebbe sempre più piede.

Il no di Abodi sui Mondiali a Roma: la ferita è ancora aperta

La gioia per Roma di ospitare una manifestazione continentale avrebbe potuto essere ancora maggiore, con la candidatura per l’edizione 2027 dei Mondiali. Candidatura che, però, è terminata in un nulla di fatto.

La politica ha detto no, con il ministro Andrea Abodi che ha accusato il presidente Mei di aver avuto «un approccio da bar». Per il capo della FIDAL il dispiacere ancora evidente, basato sul «non aver potuto offrire ai ragazzi che oggi ci danno tante soddisfazioni il palcoscenico di un Mondiale in casa». Nessun chiarimento con Abodi, almeno per ora.

Oltre l’obiettivo sportivo: Mei punta al secondo mandato

Il presidente FIDAL guarda già al futuro prossimo, con la sua ricandidatura alla presidenza della Federazione. La volontà è quella di continuare a investire per ottenere ancora più risultati: la via è stata tracciata e Mei la mette al centro del suo programma.

Menzione speciale per il presidente CONI, Giovanni Malagò, che ha finito i propri mandati e la rivoluzione è ormai prossima. «So che ci sono tanti pretendenti. Giovanni ha trasformato il lavoro comunque: il patrimonio non sono più i soldi, sono i ragazzi», ha concluso Mei.