Ricavi diversificati ad alto margine e cash flow. Sono questi i due indicatori economici sui quali sviluppare il business model futuro della MotoGP secondo Liberty Media.
Ne è certo il ceo del colosso statunitense, Greg Maffei che vede nella diversificazione dei ricavi il primo indicatore di interesse.
Partendo dai diritti televisivi, con concessioni che oscillano tra i 3 e i 5 anni e che valgono il 43% del giro d’affari della regina delle due ruote.
Un asset revenue è poi rappresentato da quanto mettono sul piatto i singoli circuiti per aggiudicarsi un posto nel calendario mondiale: si tratta di contratti lunghi, tra i 5 e i 10 anni, che valgono il 32% del giro d’affari.
Attività commerciali, sponsorship, hospitality e merchandising pesano un altro interessante 17% e a cui si aggiunge un 8% da altri ricavi.
Liberty Media piani MotoGP: gli asset revenue
Un paniere di ricavi molto diversificato che permette di non avere una dipendenza da un singolo asset ma di potersi giostrare tra i vari pillar revenue.
L’aspetto indubbiamente più interessante è tuttavia il flusso di cassa, considerato che l’assorbimento di liquidità per gli investimenti non supera i 5 milioni di euro annui.
Una stabilità economica che getta solide basi per le prospettive di sviluppo e che, secondo quanto riporta Affari & Finanza, ha spinto Liberty Media a non esitare nel valutare Dorna Sports 4,2 miliardi di euro, cioè ben 23,5 volte l’Ebitda 2023 (179 milioni) e 8,6 volte il fatturato (486 milioni) e a pagare più di 3 miliardi per l’acquisto dell’86% della società spagnola.
Liberty Media piani MotoGP: Il capitolo tifosi.
L’asset su cui puntare per lo sviluppo ulteriore della MotoGP, nei piani di Liberty Media, è rappresentato dai suoi appassionati.
Sfide adrenaliniche, col doppio appuntamento della sprint race il sabato e la gara “lunga” la domenica dove nulla è scontato e aggiudicarsi la prima fila in griglia non vuol dire automaticamente un posto sul podio a fine gara.
Questi elementi portano l’appassionato della MotoGP ad essere legato allo sport stesso: per il 77% dei tifosi è normale supportare più di un team e ovviamente più piloti. Inoltre, si tratta di un tifoso molto “fedele”, visto che l’82% segue le corse da più di 6 anni e nella stessa percentuale l’appassionato segue il 75% delle gare in calendario.
Alzare il livello di questa fanbase solida non sarà di certo facile ma, per Liberty Media è assolutamente possibile e lo sarà ancora di più dal 2027, stagione in cui entrerà in vigore il nuovo regolamento tecnico, che sarà scritto entro il giugno di quest’anno.
Gare ancor più spettacolari con sorpassi e rimonte, dando maggiore centralità al pilota con moto di minor cilindrata e minori interventi aerodinamici: questo uno dei punti fermi del regolamento in fase di stesura.
Inoltre, si lavorerà ancora sul calendario, per intercettare nuovi mercati dove la MotoGP è poco presente.
Un gran premio in più negli States, dove Liberty Media è di casa, e forse un passaggio in Sud America, dove l’Argentina è entrata e uscita due volte dal calendario per problematiche interne al Paese.
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Anche sul capitolo costruttori potrebbero esserci dei cambi di scena. Gli ultimi anni hanno fatto registrare un dominio Ducati, tra team ufficiali e non, ma le giapponesi – Honda e Yamaha – che a lungo si sono spartite titoli su titoli devono e vogliono recuperare terreno.
Aprilia e KTM recitano un interessante ruolo da comprimari, con exploit notevoli e a questa festa si potrebbe aggiungere un invitato pesante, come BMW.
Liberty Media piani MotoGP: L’esperienza F1
Che in casa Liberty Media sappiano valorizzare uno sport a livello globale lo dimostra il lavoro fatto sulla Formula 1.
A inizio 2017, tramite la controllata Formula One Group, Liberty Media acquista per circa 8 miliardi di dollari, il Circus. Il valore corrispondeva a circa 20 volte l’Ebitda 2026 e 4,5 il fatturato dello stesso anno.
Eppure il colosso Usa è riuscito ad alzare ancor più l’asticella; nei sette anni di gestione di Liberty, il fatturato della Formula 1 è cresciuto a un tasso medio annuo composto dell’8,7% fino a raggiungere quota 3,2 miliardi di dollari nel 2023, mentre l’Ebitda ha registrato un incremento annuo del 7,8% attestandosi a 686 milioni di dollari.
Una performance che ha avuto riflessi positivi anche in borsa: Formula One Group è passata da circa 30 dollari ad azione di inizio 2017 a 66 dollari per azione di aprile 2024, segnando un +120%.