Impianti sportivi: senza interventi a rischio 5 miliardi di PIL

Riflettori puntati sullo status delle strutture italiane, sia di base che nello sport. Intoppi burocratici, vetustà e disomogeneità a livello territoriale: ecco la situazione a oggi delle infrastrutture nel Paese, con la novità del Censimento Nazionale.

Foro Italico, Roma
DIBATTITO AL CONI
Foro Italico, Roma (Image credit: Depositphotos)

Come risolvere l’arretratezza e inadeguatezza degli impianti sportivi italiani? Le strutture sportive come segno di progresso, benessere e cultura per la comunità in cui sono situate. È ampiamente riconosciuto, infatti, come ogni infrastruttura che ospita eventi di rilievo contribuisca allo sviluppo del territorio da diverse prospettive.

Tuttavia, quando si discute di impianti sportivi, è innegabile come l’Italia abbia affrontato notevoli difficoltà. Ad esempio, fatta eccezione per eventi come i Giochi Invernali del ’56 e del 2006, i Giochi Estivi del ’60 e i Mondiali di calcio del ’90, lo Stato ha realizzato poche opere pubbliche sportive dal dopoguerra a oggi.

Studi economici autorevoli evidenziano che le problematiche nell’implementazione dei progetti principali per gli stadi di calcio stanno ostacolando investimenti, soprattutto di natura privata, per quasi 3 miliardi di euro, con un impatto sul PIL nazionale di quasi 5 miliardi di euro.

Numerosi progetti non riescono a passare alla fase di costruzione a causa di autorizzazioni comunali, regionali e di pareri contrastanti che tardano ad arrivare.

Impianti sportivi Italia – La novità del Censimento Nazionale

Se a livello sportivo l’Italia riscontra dei deficit oggettivi, la situazione dell’impiantistica di base è ancor più preoccupante. Infatti, un quinto degli impianti non è accessibile ai diversamente abili e oltre il 50% è privo di accessibilità per spettatori con disabilità, nonostante normative chiare ma datate.

Inoltre, secondo l’ultimo Censimento Nazionale degli impianti sportivi di Sport e Salute S.p.A, più della metà degli impianti sportivi pubblici e privati di interesse pubblico si trovano nel Nord Italia (52%), mentre solo il 22% è nel Centro e il 26% nel Sud.

La maggior parte degli impianti è obsoleta, costruita prevalentemente negli anni ’80 (circa due terzi del totale) e soggetta a scarsa manutenzione ordinaria e straordinaria. A tal proposito, si attendono i possibili effetti delle risorse del Pnrr, che prevede investimenti per 700 milioni di euro nella voce ”Sport e inclusione sociale”.

Questi sono solo alcuni degli argomenti che saranno trattati nella ”Giornata Nazionale dell’Impiantistica Sportiva”, organizzata dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) con il patrocinio del CONI, prevista per il 4 aprile a Roma.

L’evento, rivolto a professionisti, decisori e appassionati del settore, intende esplorare e discutere le sfide e le opportunità nell’impiantistica sportiva in Italia, focalizzandosi su due aspetti principali: le grandi strutture sportive e gli impianti sportivi di base. Una giornata di riflessione e dibattito, con un focus dal punta di vista ingegneristico.

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