Il basket NBA si conferma al top dal punto di vista di modello economico nello sport. Le squadre del massimo campionato americano di pallacanestro prevedono di generare 293,83 milioni di dollari in questa stagione, grazie agli accordi di patch partnership. Questa fonte di reddito, essenziale per le squadre, si aggiunge al contratto nazionale dei diritti mediatici da 2,67 miliardi di dollari che l’NBA sta attualmente vivendo nel penultimo anno.
Nel 2017-18, l’NBA divenne la prima lega sportiva americana a consentire alle squadre di aggiungere i loghi dei partner alle proprie divise. Prima di questo, tali accordi erano più comuni nello sport europeo. I Lakers e LeBron James mantengono la loro popolarità, contribuendo al successo complessivo degli accordi.
Sponsor NBA, Knick e Nets i più remunerati dai patch partner
Il rapporto di GlobalData indica che gli accordi di patch partnership nella lega sono aumentati di nove nuovi accordi in questa stagione. Attualmente, tutte le squadre, tranne i Clippers, i Grizzlies e i Trail Blazers, vantano un patch partner attivo. Il valore medio di queste partnership nelle rimanenti 27 squadre è di 10,88 milioni di dollari per questa stagione, distribuito uniformemente grazie alla popolarità della NBA e al valore delle franchigie coinvolte.
Le squadre possono indossare il logo del partner sull’angolo della maglia con dimensioni di 2,5 x 2,5 pollici. Le due squadre con sede a New York, i Knicks e i Nets, sono le più remunerate, guadagnando ciascuna 30 milioni di dollari da questi accordi.
Nonostante i costi aggiuntivi, settori come i servizi finanziari e la tecnologia sono i più attivi nei nuovi accordi di patch partnership, con il settore finanziario al primo posto con nove accordi e la tecnologia al secondo con sei accordi unici. Anche le squadre con minori entrate, come gli Utah Jazz e gli Orlando Magic, vedono accordi di patch partnership con un valore di 5 milioni di dollari all’anno.
L’analista sportivo di GlobalData, Jake Kemp, sottolinea che l‘NBA consente alle squadre di firmare solo un altro tipo di accordo simile, riguardante l’apposizione del marchio sull’abbigliamento da allenamento e da riscaldamento. Una risposta diretta all’impatto della pandemia di COVID-19, annunciata prima della stagione 2020-21.