Coppa del Mondo di sci, oltre 40 milioni d’incasso tra diritti tv e pubblicità

Giro d’affari diviso tra diritti media e pubblicitari di Infront, parte media di Eurovisione, area commerciali delle singole federazioni e il portafoglio residuale delle agenzie. Ma il modello potrebbe cambiare.

Coppa del Mondo di sci alpino, 2023
GIRO D'AFFARI
Coppa del Mondo di sci alpino, 2023 (Photo by GEPA pictures/ Mario Buehner/Insidefoto)

La corsa alla sfera di cristallo è il contesto sportivo invernale più ricco che ci sia. Il giro d’affari della Coppa del Mondo di sci alpino è infatti arrivato a quota 40 milioni di euro, limitandosi semplicemente a mettere insieme i diritti televisivi e pubblicitari.

Il cuore dell’attuale modello risiede nella figura dell’intermediario, con due principali player sul mercato: Eurovisione per le gare austriache e Infront per tutte le altre. Il giro d’affari di 40 milioni viene pertanto alimentato da cinque fonti: i diritti media di Infront, la parte media di Eurovisione, i diritti pubblicitari di Infront, l’area commerciale delle singole federazioni e il portafoglio pubblicitario residuale in mano ad alcune agenzie minori.

In capo agli organizzatori delle singole tappe restano la biglietteria, i contributi dagli enti territoriali e gli sponsor locali, ma la voce principale di ricavo dei comitati promotori è la quota di diritti media e pubblicitari che viene retrocessa dalla Federazione nazionale.

Lo schema attuale ha un orizzonte definito fino al 2026, poi le carte in tavola potrebbero cambiare, perché il numero della Fis, Johan Eliasch, ha più volte manifestato l’intenzione di centralizzare tutto all’interno della Federazione, così da sfruttare in proprio la forchetta di prezzo oggi nelle mani dei player esterni.