Grande fermento a Roma. La capitale sta vivendo un momento di entusiasmo crescente attorno alla pallacanestro, preparandosi a vivere una nuova stagione in cui l’obiettivo è tornare protagonista sulla scena italiana e continentale.
Il Palazzetto dello Sport tornato a riempirsi, l’attenzione verso il progetto Nba Europe e gli sviluppi sugli impianti cittadini sono segnali evidenti di una rinnovata fame di basket che sta contagiando la città.
L’entusiasmo del pubblico
Nonostante il calcio continui a dominare la scena sportiva romana, la città ha dimostrato ancora una volta di saper accogliere la pallacanestro con grande partecipazione, nonostante l’assenza di squadre di primo piano.
L’ultimo esempio è stato il derby tra Virtus Roma 1960 e Luiss Basket, capace di richiamare oltre 2.500 spettatori in un sabato pre-natalizio già affollato da impegni calcistici. Questo entusiasmo si riflette anche nei risultati: in Serie B Nazionale la Virtus guida la classifica e la Luiss occupa il terzo posto.
Il Palazzetto, riaperto nel 2023 dopo anni di abbandono, è tornato a essere un punto di riferimento e sei mesi fa è stato votato miglior impianto della categoria secondo il ranking stilato da Quinto Quarto.
Il tema degli impianti
A confermare la centralità di Roma nel futuro del basket italiano è il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci. «La voglia di basket non è mai tramontata nella capitale – ha commentato a Il Messaggero -, quando la Roma vinse lo scudetto nel 1983 e poi subito dopo lo vinse il basket con la Virtus, era il secondo sport romano come adesso del resto».
Il progetto di copertura del Centrale del Foro Italico – oggi dedicato al tennis – e la riattivazione dell’Ente Eur sono segnali concreti di una strategia che punta a rendere Roma un polo sportivo moderno e competitivo.
«Il fatto che si copra uno stadio al Foro Italico… il fatto che si riattivi l’Ente Eur significa che lo sport a Roma ha un futuro ben delineato. E ben venga che la spinta arrivi da Nba Europe che ci sta scoppiando in mano e tanti imprenditori ci hanno chiamato».
Lo stato dell’arte
L’idea è quella di creare nuovi campi di allenamento, valorizzare il PalaEur e sfruttare in futuro anche il Centrale del Tennis. L’assessore Onorato e Sport e Salute, secondo Petrucci, stanno lavorando nella giusta direzione.
L’interesse degli investitori attorno alla Capitale è forte, e pronto a concretizzarsi in attesa che l’NBA annunci definitivamente le 12 città selezionate per far parte del nuovo progetto di lega europea.
«Il dovere di riservatezza mi impone di non scoprire ancora le carte sugli imprenditori interessati, ma i cavalli sono partiti e ci sarà uno sviluppo non solo sportivo, ma anche economico e delle strutture sportive».
I soggetti potenzialmente interessati
Oltre a Virtus e Luiss, il panorama cestistico romano comprende anche la Stella EBK, impegnata in Serie B Interregionale e guidata da un tecnico esperto come Matteo Boniciolli. L’ingresso di Olidata nella società testimonia ulteriori ambizioni di crescita.
Non mancano le voci – mai confermate né smentite – che vedrebbero la società operante nel settore delle tecnologie dell’informazione volenterosa di essere della partita verso la futura squadra che dovrebbe partecipare alla lega Nba Europe dal 2027.
Tra i nomi che circolano, anche quello della famiglia Friedkin, proprietaria dell’AS Roma e già accostata in passato alla lega statunitense in occasione della vendita dei Boston Celtics, franchigia poi rilevata da Bill Chisolm.
L’impulso infrastrutturale
Nel frattempo, Roma sta vivendo una fase di vera e propria rinascita infrastrutturale. Il Centrale del Foro Italico sarà coperto entro il 2028 e, una volta completato l’intervento, potrà ospitare 12.700 spettatori.
Entro il 2032 la nuova metropolitana dovrebbe raggiungere la Farnesina, alle spalle dello Stadio Olimpico, migliorando l’accessibilità dell’intera area sportiva. Il PalaEur, rinnovato, si candida come impianto di gioco della futura squadra di basket, almeno nella prima fase del progetto.
In prospettiva, si immagina anche la costruzione di un grande “Dome” da 20mila posti, che proietterebbe Roma in una dimensione ancora più internazionale. È un piano complessivo che contribuisce a ridurre progressivamente il divario con le grandi città del Nord e che potrebbe riportare la capitale al centro della scena cestistica nazionale e internazionale.