Buonfiglio: sei mesi al vertice del Coni tra sfide, successi e visione per il futuro

Il presidente del Coni traccia un bilancio dei primi mesi alla guida dello sport italiano: dall’armonia con la squadra ai rapporti con la politica, fino alle prospettive per Milano Cortina 2026.

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Image Credits: CONI

Sei mesi intensi, gratificanti e carichi di emozioni. Luciano Buonfiglio, presidente del Coni da fine giugno, traccia un primo bilancio del suo mandato con l’entusiasmo di chi ha abbracciato una sfida ambiziosa.

«È tutto molto intenso, davvero impegnativo, ma estremamente gratificante, – confida il numero uno dello sport italiano in un’intervista pubblicata da Il Foglio. – Non potete immaginare che emozioni ho provato in questi sei mesi. Praticamente tutti i giorni».

L’emozione dell’incontro con Mattarella

Tra i momenti più significativi di questo primo semestre, Buonfiglio non esita a indicare l’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «In quel momento ho percepito quale responsabilità avevo. Con il presidente Mattarella non puoi fare brutte figure, perché rappresenta tutto il nostro paese», racconta con evidente orgoglio.

Il presidente del Coni ha trovato al suo arrivo una struttura solida e ben organizzata.

«Ho trovato una squadra meravigliosa. Col segretario generale Mornati, con Danilo Di Tommaso, con la preparazione olimpica, con gli affari legali, con i logistici, – elenca. E sottolinea: – Tutti hanno condiviso dal primo giorno quella che io chiamo sfida e non avventura. Perché l’avventura non sai come va a finire, le sfide invece se vuoi le vinci».

Il rispetto internazionale e l’eredità di Malagò

I viaggi istituzionali all’estero hanno confermato a Buonfiglio il prestigio dello sport italiano nel mondo.

«Quando vai all’estero ti accorgi di quanto siamo rispettati, – ha commentato a Il Foglio. – Pochi giorni fa siamo stati in India, un paese da un miliardo e quattro di persone che ci ha ricevuto con tutti gli onori, chiedendoci di aiutarli a sviluppare lo sport».

Sul rapporto con il predecessore Giovanni Malagò, Buonfiglio sgombra il campo da ogni polemica:

«Ai tempi di Malagò c’ero anch’io e quindi nessuno mi può venire a parlare di fantasmi. Lo conosco, lo apprezzo e mi fa piacere che il presidente Malagò mi stimi e a sua volta mi apprezzi. È un privilegio poter incontrare spesso i miei predecessori: Carraro, Malagò, Petrucci, Pescante. Rappresentano un patrimonio».

Dialogo con la politica e risultati concreti

Il rapporto con le istituzioni rappresenta uno dei capitali più importanti per il Coni. Buonfiglio rivendica risultati significativi sul fronte delle risorse: «Dal 2027 la finanziaria ci riconoscerà 10 milioni in più, portando il contributo a 55». Un successo accompagnato dall’approvazione parlamentare che destinerà al Coni il 26,5% degli incassi di Win for Italia.

«Noi dobbiamo anche rispondere a quei 14 milioni di italiani che fanno attività sportiva, alle 116.000 società sportive», evidenzia il presidente, che ha intensificato i rapporti non solo con il ministro dello Sport Andrea Abodi, ma anche con i ministri di Finanze, Esteri, Sanità e Cultura.

Con quest’ultimo, Alessandro Giuli, sono state poste le basi per la creazione del museo dello sport, una lacuna italiana che verrà finalmente colmata.

Milano Cortina 2026: pronti alla sfida olimpica

A meno di due mesi dall’inaugurazione dei Giochi invernali di Milano Cortina 2026, Buonfiglio si dice fiducioso.

«Sono sicuro che faremo qualche cosa di meraviglioso, – ha dichiarato a Il Foglio. – Qualcuno prima di me ha detto che siamo campioni del mondo dell’ultimo momento. Anche questa volta, ma non all’ultimo momento, arriveremo ben preparati».

La scelta dei portabandiera ha rappresentato un momento delicato. «Sono stato felice perché la prima medaglia l’abbiamo già vinta con Federica Brignone. Non sono felicissimo perché avrei voluto dare almeno altre due bandiere», ammette, pur rivendicando la vittoria di aver ottenuto dal CIO quattro portabandiera invece dei due previsti. Brignone, Fontana, Pellegrino e Mosaner: una scelta che ha cercato di rispettare «i valori delle due federazioni e l’equità di genere».

Meritocrazia e rispetto: la ricetta per il futuro

Guardando al 2026, il presidente del Coni si augura di «mantenersi sempre obiettivo, a non essere influenzato negativamente». La sua promessa è chiara: «Che prevalga il merito in qualsiasi decisione, con trasparenza e rispetto, per tutti. Non ci sono la Federazione più bella e la Federazione meno bella, l’ente di promozione, la disciplina associata… Dobbiamo essere convinti che la prima parola è il rispetto».

Un approccio che mette al centro le persone e il lavoro di squadra.

«Il bene più prezioso di un’azienda, di una società sportiva, di un’associazione sono le persone che ci lavorano, – conclude Buonfiglio. – A me piace gioire, ma con gli altri, perché da solo è veramente limitativo».

Una filosofia che sintetizza i primi sei mesi di mandato e che promette di guidare il Coni verso nuove sfide, con lo sguardo rivolto alle Olimpiadi invernali e oltre.