La scommessa di Vasseur nel 2026: tutto sul Rosso

Tra cautela, gestione del budget cap e rivoluzione tecnica, il team di Fred Vasseur guarda al 2026 in attesa di alzare il velo sulla nuova monoposto, attesa il 23 gennaio, per rilanciarsi nella sfida mondiale.

Ferrari, Hamilton e Leclerc
Verso la nuova stagione
Image credit: Antoine Truchet - Scuderia Ferrari HP

Quando esce un numero nero alla roulette è lecito pensare, senza avventurarsi in calcoli probabilistici, che la prossima tornata sia quella del rosso.

Un pensiero – se non una speranza – che in casa Ferrari fanno in molti ma che ad alta voce non si azzarda a dire nessuno, tantomeno al tradizionale pranzo di Natale a Maranello che segna l’agognato addio a un campionato iniziato sotto il segno delle grandi aspettative — anche grazie all’arrivo di Lewis Hamilton — e concluso invece senza vittorie, con il quarto posto nel Mondiale Costruttori e la consapevolezza di aver dovuto congelare in anticipo lo sviluppo della monoposto 2025 per concentrare le risorse sul nuovo ciclo regolamentare.

Una stagione da incubo e l’attesa della rivoluzione tecnica

Il 2026 sarà l’anno del grande cambiamento per tutta la Formula 1, con vetture completamente nuove e un regolamento destinato a riscrivere da zero gli equilibri in pista.

I vincitori partono sempre favoriti e la McLaren punterà al terzo mondiale costruttori consecutivo, così come Lando Norris non vorrà levare il numero 1 dalla sua monoposto tanto in fretta che il compagno Oscar Piastri punterà a strappargli dalla prima curva di Melbourne.

Senza dimenticarsi di Max Verstappen, che a quel numero 1 ci ha dovuto rinunciare dopo quattro stagioni consecutive ma non vorrà di certo arrendersi a una posizione gregaria.

Il contesto rende inevitabile la cautela, come sottolineato più volte dal team principal Fred Vasseur nel corso dell’incontro di fine anno.

L’incertezza domina le valutazioni tecniche, «perché non sappiamo davvero a che punto siano i nostri avversari e lo scopriremo solo durante i primi test del prossimo anno», ha spiegato il direttore tecnico Loic Serra, ribadendo come in Bahrain «vedremo vetture molto diverse, con scelte dei team che potrebbero cambiare anche radicalmente».

Un quadro che invita alla prudenza e che rende difficile qualsiasi previsione sul reale valore della Ferrari nel nuovo ciclo.

Capitolo budget cap: ecco quanto la gestione delle risorse sarà decisiva

Come è noto a tutti gli appassionati di motorsport, il 2026 sarà anche l’anno di un cambio regolamentare radicale, dove la gestione economica diventa un fattore sportivo chiave.

Vasseur ha posto l’accento sull’impatto del budget cap, destinato a condizionare in modo profondo le strategie di sviluppo. «Se un team inizia a introdurre quattro o cinque aggiornamenti nelle prime gare, o deve inviare un fondo nuovo in una gara lontana come il Giappone o la Cina, sta bruciando metà del budget di sviluppo all’inizio dell’anno».

La Ferrari dovrà quindi muoversi per gradi, valutando ogni scelta tecnica in funzione della posizione in pista e della sostenibilità economica nel lungo periodo. Anche per questo, secondo Vasseur, i primi verdetti stagionali andranno letti con cautela, per dirla con lui «chi sarà davanti a tutti a Melbourne non avrà necessariamente la vettura vincente dell’anno».

Per costruire il futuro, però, è inevitabile tornare sul recente passato. La stagione appena conclusa ha lasciato ferite aperte e lezioni da assimilare. «Conosciamo le aree in cui dobbiamo fare un lavoro migliore rispetto a quello di quest’anno – ha ammesso il team principal – abbiamo avuto episodi, come la squalifica in Cina che hanno inciso sull’andamento del campionato. Ma ritengo ci siano anche elementi come i buoni pit-stop, le strategie e l’affidabilità su cui costruire una base più solida».

In questo percorso si inserisce anche il rafforzamento della struttura tecnica e manageriale, con figure come Loic Serra e il deputy team principal Jerome D’Ambrosio, che ha sottolineato come «finché non vivi la Ferrari, non puoi davvero capire cosa significhino pressione, euforia ed entusiasmo».

Charles e Lewis: l’umore dei piloti e il peso delle scelte

Le decisioni strategiche hanno avuto un impatto anche sul clima della squadra e sui piloti. Vasseur ha ammesso di aver “sottovalutato l’impatto psicologico” della scelta di interrompere molto presto lo sviluppo della SF-25 per concentrare gli sforzi sul 2026, una decisione che ha coinvolto «ogni membro del team, piloti compresi».

Proprio sui piloti il team principal ha voluto soffermarsi, a partire da Lewis Hamilton, al suo primo anno in rosso. «Anche nei momenti più duri ha sempre cercato di trovare soluzioni parlando con la squadra e gli ingegneri, portando energia positiva nonostante le difficoltà».

Vasseur ha riconosciuto come il team abbia «sottostimato l’impatto di un cambiamento così grande» per il sette volte campione del mondo, sottolineando la necessità di migliorare l’integrazione e la collaborazione, anche sul piano operativo.

Quanto alle dichiarazioni di Charles Leclerc sul 2026 come possibile “ora o mai”, Vasseur invita a relativizzare. «non bisogna dare troppo ascolto a quello che dicono i piloti appena scesi dalla macchina dopo un GP». 

La nuova Ferrari “senza nome”: attesa per il 23 gennaio

Il futuro della Ferrari ha già una data, il 23 gennaio, quando a Fiorano verrà svelata la nuova monoposto, prima figlia della rivoluzione tecnica che segnerà il Mondiale 2026. Il nome del progetto resta ancora riservato e, come puntualizza il team principal, «farà parte del lancio della monoposto, non voglio rovinare la sorpresa a nessuno».

Il lavoro proseguirà fino all’ultimo giorno utile, con una vettura destinata a evolversi già nelle prime settimane di vita. I primi test si svolgeranno a Barcellona, a porte chiuse, dal 26 al 30 gennaio, con l’obiettivo principale di raccogliere dati e validare le scelte tecniche, più che inseguire la prestazione pura.

Solo nei successivi test in Bahrain emergeranno le prime vere indicazioni sulle interpretazioni del regolamento adottate dai team. 

Quel che è certo è che il nuovo progetto viene vissuto come una sfida tanto impegnativa quanto stimolante. «Dopo anni di congelamento dei motori, questo cambio regolamentare è molto esaltante», spiega Enrico Gualtieri, responsabile della power unit, sottolineando l’attenzione anche ai meccanismi di controllo e riequilibrio previsti dalla Federazione.

In casa Ferrari, però, l’entusiasmo è accompagnato da una prudenza quasi obbligata, figlia delle delusioni recenti. Melbourne sarà solo un punto di partenza, non un verdetto. Come ha ricordato Vasseur, «anche nel 2022 abbiamo assistito a un cambio di forze in campo nel corso dell’anno e quello del  2026 è il più grande cambiamento regolamentare che io abbia mai vissuto in Formula 1».