Il Coni traccia la rotta verso Los Angeles. Il movimento olimpico ha presentato nel Salone d’Onore del Foro Italico il proprio piano operativo per il quadriennio 2025-2028 che porterà lo sport italiano verso i Giochi Olimpici di Los Angeles 2028.
Nel corso dell’evento è stato illustrato anche il Rapporto Censis “Il valore sociale delle funzioni istituzionali del Coni”, dedicato all’impatto economico e civico dell’attività del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Buonfiglio apre i lavori
Alla presentazione hanno partecipato le principali figure istituzionali del sistema sportivo italiano: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma con l’ad Diego Nepi Molineris, il presidente del Cip Marco Giunio De Sanctis, il presidente della Fondazione Milano Cortina Giovanni Malagò e il presidente del Coni Luciano Buonfiglio, in veste di padrone di casa.
Ad aprire i lavori è stato proprio il vertice del Comitato Luciano Buonfiglio, che ha posto l’accento sul valore dell’armonia e sulla responsabilità dell’ente nei confronti del movimento sportivo nazionale.
«Uno dei nostri primi obiettivi è stato quello di lavorare in armonia, valore che accompagna anche il lavoro per le Olimpiadi di Milano-Cortina. Stiamo dimostrando il senso di responsabilità nei confronti di 16 milioni di tesserati. Questa dimensione rende evidente la forza del Coni, che risiede nella capacità di tenere insieme un sistema complesso nel rispetto delle differenti sensibilità, ma dando pari diritti a tutti».
Il Rapporto Censis e il ruolo dello sport nella società
Nel presentare il rapporto, il segretario del Censis Giorgio De Vita ha inquadrato il tema nel contesto sociale ed economico del Paese, sottolineando la funzione strategica e sociale dello sport.
«Gli italiani resistono alla crisi grazie alla progressiva costruzione di un ceto medio. Se prima si poteva identificare questa fascia solo con il benessere economico, oggi lo si può fare riferendosi al benessere in senso più ampio. Lo sport è il vero investimento per il futuro dei nostri ragazzi».
Dal Rapporto emerge un dato chiave: il valore economico delle attività istituzionali garantite dal Coni si attesta intorno agli 85 milioni di euro annui, importo che testimonia l’impegno dell’ente nel promuovere lo sport.
Una cifra che, secondo il Censis, risulta in linea con i costi sostenuti per la regolazione di altri settori strategici dell’economia, come assicurazioni, comunicazione, trasparenza degli appalti pubblici, energia e risorse idriche, collocandosi in una forbice compresa tra 80 e 100 milioni di euro.
Le priorità degli italiani in materia di sport
L’indagine restituisce anche una fotografia chiara delle aspettative dei cittadini. Per il 91,7% degli intervistati, lo sport deve essere un ambito libero da qualsiasi forma di discriminazione.
Inoltre, il 90,5% ritiene che in una società equa la pratica sportiva non debba incontrare ostacoli economici. In questa prospettiva, l’85,6% riconosce allo sport un ruolo attivo nella formazione di buoni cittadini.
Dal punto di vista infrastrutturale e operativo, emergono esigenze ritenute non più rinviabili: il 79% indica come essenziali gli investimenti negli impianti sportivi, mentre l’88% chiede un rafforzamento significativo della pratica sportiva nelle scuole.
Governance e pratica sportiva
Sul fronte del sostegno diretto agli atleti, l’81,3% ritiene fondamentale garantire un supporto economico adeguato ai talenti, per consentire una preparazione all’altezza delle competizioni.
Non manca un segnale di fiducia verso il Coni: il 79,4% degli intervistati riconosce alle attività promosse dal Comitato il merito di rendere possibile la pratica sportiva sui territori.
In tema di governance, infine, il 66,3% sostiene che la regolazione dello sport debba essere affidata a un ente pubblico incaricato di definire i principi fondamentali del sistema.
Il Censis ha inoltre tracciato un quadro della base associativa: in Italia operano 118 mila associazioni sportive no profit, un quarto delle quali nate negli ultimi cinque anni, ma con una struttura fortemente volontaristica, visto che il 94,5% non impiega dipendenti.
Nel suo intervento, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha approfondito l’impatto della Riforma dello sport sul piano economico: «L’articolo che norma l’aspetto del finanziamento è un meccanismo che cerca di correlare la dimensione economica dei codici Ateco che generano gettito, ribaltando il 32% del gettito al sistema. Quella torta non è insignificante, è uno stanziamento ragionato. Da quel giorno lo sport ha ottenuto sempre più risorse e tutti gli attori in campo reclamano maggiore attenzione».
L’Italia tra le eccellenze mondiali dello sport
A chiudere l’incontro è stato il segretario generale del Coni, Carlo Mornati, che ha illustrato le linee guida del piano operativo quadriennale: «Il piano operativo 2025-2028 dell’ente si fonda su quattro pilastri, costituiti dalla preparazione olimpica, dalla formazione olimpica, dalla sostenibilità e dell’impatto sociale, oltre che dai valori olimpici e dallo sviluppo del brand».
I numeri confermano la solidità del sistema sportivo italiano. Negli ultimi 30 anni l’Italia rientra stabilmente tra le prime dieci nazioni al mondo per medaglie conquistate, occupando il settimo posto assoluto e il sesto tra i comitati olimpici attualmente esistenti. Il medagliere complessivo conta 799 medaglie tra Giochi estivi e invernali.
Considerando le ultime due edizioni olimpiche, Pechino 2022 e Parigi 2024, l’Italia si colloca ancora al settimo posto con 57 medaglie complessive. Dal 2016, inoltre, si registra una crescita della competitività pari al 65%, misurata attraverso i piazzamenti nelle competizioni del programma olimpico.
Un trend confermato anche dall’indice olimpico di Gracenote Sport, che vede l’Italia al quarto posto globale, alle spalle di Stati Uniti, Cina e Germania e davanti a Francia, Giappone e Canada.