Milano Cortina 2026, il ritorno olimpico dei campioni NHL è in bilico: nodo sicurezza del ghiaccio

Le stelle della lega di hockey sul ghiaccio nordamericana non partecipano ai Giochi Invernali dal 2014, con l’assenza che si potrebbe prolungare qualora non fossero garantite condizioni adeguate.

NHL NHL Milano Cortina
riflettori sul santa giulia
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Milano Cortina potrebbe perdere i campioni NHL. Il ritorno dei giocatori della lega di hockey nordamericana alle Olimpiadi invernali, atteso dal 2014, potrebbe essere messo in discussione.

I tornei olimpici di hockey su ghiaccio si svolgeranno tra la Arena Santa Giulia e la Milano Rho Arena: la competizione femminile si terrà dal 5 al 19 febbraio, mentre la maschile dall’11 al 22 febbraio, con cinque partite concentrate nelle prime 30 ore di gara e la finale per l’oro in programma il 22 febbraio, giornata conclusiva dei Giochi.

Le dimensioni del terreno di gioco

L’attenzione della National Hockey League si concentra sul Santa Giulia. Le preoccupazioni riguardano principalmente due aspetti: le dimensioni della pista e, soprattutto, le condizioni del ghiaccio

La superficie dell’impianto misura 60 metri per 26, dimensioni approvate dalla International Ice Hockey Federation (IIHF) ma leggermente inferiori allo standard NHL, che prevede una lunghezza minima di 200 piedi (circa 61 metri). 

Una differenza apparentemente contenuta, ma che secondo alcuni potrebbe aumentare il rischio di collisioni ad alta velocità, elemento già intrinseco al gioco.In una nota, la IIHF e la Fondazione Milano Cortina hanno minimizzato la problematica.

La sicurezza del ghiaccio

Tuttavia, il vero punto critico sembra essere un altro. Come spiegato dall’assistente direttore esecutivo della NHL Players’ Association, Ron Hainsey, le preoccupazioni dei giocatori sono legate più alla qualità del ghiaccio che alle dimensioni della pista.

Questa considerazione è legata anche ad alcuni precedenti come le partite di regular season disputate a Stoccolma in un’arena di dimensioni simili: «La salute e la sicurezza dei nostri giocatori, su qualsiasi superficie, non saranno compromesse», ha commentato Hainsey.

Su questo tema è intervenuto direttamente il vice commissioner NHL Bill Daly, che a margine del board of governors meeting della lega ha chiarito la posizione della lega senza giri di parole.

L’impegno dell’NHL a fianco degli organizzatori

«Se il ghiaccio è ingiocabile, il ghiaccio è ingiocabile. Probabilmente lo sapremo prima dell’inizio ufficiale dei Giochi. Ovviamente, se i giocatori ritengono che il ghiaccio non sia sicuro, non giocheranno».

Daly ha comunque sottolineato di non considerare la situazione irrisolvibile e ha confermato il pieno coinvolgimento della lega, impegnata a fianco degli organizzatori per trovare una soluzione adeguata.

«Abbiamo offerto e stanno utilizzando i nostri esperti del ghiaccio, i nostri tecnici e fornitori esterni. Stiamo praticamente spostando tutti lì per cercare di portare a termine il lavoro in un modo che sia accettabile per gli atleti NHL. E sono cautamente ottimista sul fatto che sarà produttivo».

Le tempistiche per ultimare il Santa Giulia

Al momento non esiste un vero piano alternativo nel caso in cui gli standard richiesti non vengano rispettati, anche se Daly ha lasciato intendere che la lega, in situazioni di emergenza, ha sempre saputo reagire in modo appropriato.

A complicare il quadro ci sono i ritardi nei lavori di costruzione. L’impianto dovrebbe essere completato il 2 febbraio 2026, appena tre giorni prima dell’inizio del torneo femminile, mentre i primi test sul ghiaccio sono previsti tra il 9 e l’11 gennaio. Una tempistica che non lascia molto margine per eventuali correzioni.

La volontà di tornare alle Olimpiadi da parte della NHL c’è, ma la sicurezza dei giocatori viene prima di tutto. Se il ghiaccio non sarà all’altezza, la partecipazione delle stelle della lega nordamericana non sarà garantita.