La tigre riprende a ruggire. A Cervinia Federica Brignone è finalmente tornata sulla neve. Erano passati otto mesi dal suo infortunio, 237 giorni in cui l’obiettivo Olimpico è rimasto una stella fissa all’orizzonte. E ieri, per la prima volta, quella stella è sembrata avvicinarsi.
Il contesto non poteva essere più simbolico: mentre a Olimpia si accendeva il sacro fuoco dei Giochi, sulle piste di casa Federica riaccendeva il suo, infilando casco, scarponi e sci tigrati.
La mattinata del rientro
Federica è arrivata presto, insieme al fratello-allenatore Davide Brignone. Il vento forte ha imposto un po’ di attesa, ma intorno alle 10 l’impianto ha aperto e l’azzurra ha potuto finalmente iniziare la sua prima uscita, racconta La Gazzetta dello Sport.
Nessuna pista riservata: sciatori comuni hanno sciato fianco a fianco con l’ultima vincitrice della Coppa del Mondo, accompagnata dal capo dei fisioterapisti FISI Giuseppe Abruzzini e dallo skiman Mauro Sbardelotto.
In totale, quattro giri in circa due ore. Una prima uscita semplice, controllata, ma estremamente significativa. Terminata la sciata, Federica è passata dal fisioterapista del J Medical di Torino, Federico Bristot, per valutare le prime risposte del ginocchio. Risultato: nessun dolore.
Il percorso di recupero
Dopo la prima parte di lavoro, a ora di pranzo, lo staff ha tirato le somme. L’inizio è incoraggiante: nessuna difficoltà a indossare gli scarponi, nessun fastidio a scivolare su pendii tranquilli. Ora l’obiettivo è consolidare stabilità e fiducia, alternando giornate in pista con sessioni di lavoro in palestra a Torino.
A 71 giorni dall’apertura dei Giochi di Milano Cortina, l’ottimismo cresce. Una volta recuperata la miglior condizione fisica, Federica potrebbe persino rientrare nel circuito di Coppa del Mondo per ritrovare il ritmo gara.
Discesa e superG – meno traumatici per il ginocchio sinistro, operato il 29 luglio – potrebbero essere un banco di prova ideale: Zauchensee il 10-11 gennaio, Tarvisio il 17-18, Crans Montana il 30-31. Un eventuale test in gigante è ipotizzato a Plan de Corones il 20 gennaio.
Una sfida ambiziosa
Le motivazioni non le sono mai mancate. «Le sfide più difficili sono quelle che mi spingono a dare sempre il 100%», aveva spiegato a inizio novembre. E aveva aggiunto, senza nascondere l’emozione:
«Mi restano due grandi sogni: essere al via come atleta e avere l’onore di sfilare con la bandiera italiana durante la cerimonia di apertura a Milano, la mia città natale. Vivere un’Olimpiade in Italia è qualcosa di straordinario. Per me sono sicuramente un grande obiettivo».
Il percorso resta impegnativo: all’orizzonte c’è un periodo intenso di lavoro. Ma la prima mattina a Cervinia ha rimesso in moto tutto, infondendo consapevolezza che, se continuerà così, Federica potrà davvero presentarsi al cancelletto di Cortina.