La battaglia tra Torino e Milano per aggiudicarsi le ATP Finals oltre il 2026 entra nel vivo, e l’Inalpi Arena risponde con i fatti: altri 500 posti in arrivo l’anno prossimo, dopo i 650 già aggiunti quest’anno. Un investimento complessivo superiore al milione di euro per difendere il torneo che dal 2021 ha trasformato il capoluogo piemontese nella capitale mondiale del tennis.
«Il nostro obiettivo è arrivare a un incremento di oltre mille posti», annuncia Daniele Donoti, direttore generale di Parcolimpico srl, la società che gestisce il palazzetto torinese, in un’intervista rilasciata a La Repubblica edizione Torino. La capienza totale dovrebbe così raggiungere i 14mila spettatori per le ATP, cifra che si avvicina ai 15mila promessi dalla futura Arena Milano.
La sfida dei numeri e delle vocazioni
Per Donoti la competizione non si gioca solo sui numeri.
«Il nostro impianto è nato per ospitare un evento sportivo e negli anni si è adeguato, con spese anche cospicue, per fare spettacoli, – spiega il direttore generale. – L’Arena Milano, invece, nasce per gli show e, anche se sembra un paradosso, verrà adeguata per farci le Olimpiadi».
Una differenza di DNA che, secondo Donoti, potrebbe fare la differenza. «Ritengo che quella di Milano sarà un’arena molto promettente dal punto di vista della spettacolarità e per capienza. Ideale per i grandi show, – ammette, aggiungendo però: – Si tratta di una struttura privata e io suppongo che la vocazione principale sia quella dedicata alla musica».
L’ampliamento: tecnologia e comfort
I lavori di ampliamento dell’Inalpi Arena puntano sull’ottimizzazione degli spazi. Come dichiarato dal direttore a La Repubblica, «l’ampliamento consiste nella sostituzione dell’aggancio delle sedute. Prima c’era un bracciolo che portava via 5-6 centimetri, mentre il nuovo assetto permette di recuperare un posto ogni nove».
Gli interventi, già avviati durante l’estate, procedono senza necessità di chiudere la struttura. «Si tratta di lavori capillari e anche molto costosi. L’intervento intero costerà oltre un milione di euro, adesso siamo intorno ai 700mila euro», precisa Donoti.
Durante l’ultima edizione delle ATP Finals si sono registrati diversi malori tra il pubblico, con accuse di temperature eccessive all’interno del palazzetto.
Critiche respinte: «Le misurazioni non hanno dato riscontro di anomalie e non registravano temperature clamorose. Parliamo di picchi di 25-26 gradi, in alcuni momenti». Tuttavia, la direzione non sottovaluta il problema: «Proseguiremo le analisi sui sistemi di ventilazione e di comfort ambientale per capire se vi sia qualcosa di migliorabile».
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Il futuro: certezze e incognite
Nonostante gli investimenti e la fiducia, Donoti mantiene un approccio cauto sul futuro oltre il 2027. «Personalmente ho la certezza solo di continuare a ospitarle nel 2026. C’è fiducia sul 2027, ma da lì in avanti, sono ancora troppe le situazioni da definire».
Il direttore generale sottolinea che un eventuale trasferimento a Milano comporterebbe sfide logistiche complesse:
«Spostare un evento simile è un investimento a prescindere dall’arena sportiva. Per andare a Milano andrebbe ripensato il masterplan. Bisogna capire dove possa essere ricollocato il villaggio, ma anche le aree funzionali, spogliatoi, uffici e le aree media».
Nel frattempo, a quasi vent’anni dalle Olimpiadi invernali del 2006, l’Inalpi Arena rivendica il proprio primato.
«È ancora la struttura più funzionale in Italia, – dichiara Donoti a La Repubblica. – Cerchiamo in tutti i modi di farlo vivere e di migliorare l’esperienza di pubblico e addetti ai lavori. Non abbiamo una gestione statica».
La partita per le ATP Finals è appena iniziata, ma Torino ha già messo le carte in tavola.