Le Finals oggetto della contesa. La quinta edizione italiana del torneo dei maestri si è chiusa con un bilancio più che positivo: affluenza record, organizzazione impeccabile e una visibilità internazionale in continua crescita.
Un successo che, tuttavia, coincide con l’inizio di una fase nuova e delicata. L’Italia ha ottenuto dall’Atp l’estensione del contratto fino al 2030, ma lo scenario istituzionale è cambiato: il Decreto Sport, convertito in legge questa estate, ha ridefinito l’assetto gestionale dell’evento, affiancando alla Fitp la società pubblica Sport e Salute.
Il sostegno economico dell’esecutivo
L’esecutivo – forte di un impegno economico da 97,5 milioni per i prossimi cinque anni – intende avere un ruolo attivo nella governance della manifestazione. Una novità che apre un confronto che sarà determinante per il futuro della manifestazione.
Il presidente federale Angelo Binaghi non nasconde le criticità del nuovo scenario:
«È sopraggiunto un problema nuovo, ora comincerà il dialogo con il governo – ha spiegato –. Il contributo statale rende l’evento sostenibile senza grandi difficoltà e potrebbe anzi consentire alla manifestazione di continuare a svilupparsi. Il tennis, oggi, è il miglior investimento possibile nello sport per lo Stato italiano».
Le sue parole fotografano una situazione complessa: da un lato la conferma del sostegno economico che facilita la crescita dell’evento, dall’altro la necessità di garantire un equilibrio nella gestione, evitando che l’eccessiva ingerenza politica comprometta la continuità del lavoro svolto negli ultimi anni.
Il ruolo di Sport e Salute
Sul tema è intervenuto anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ridimensiona le frizioni: «Non c’è alcuno scontro. Bene fa il governo a prevedere, a fronte di un contributo pubblico importante, un maggior coinvolgimento delle istituzioni. Sono certo che si troverà un’intesa», afferma.
L’idea condivisa è che una grande manifestazione sportiva trae forza dal sostegno delle istituzioni, purché questo non si traduca in una eccessiva ingerenza che comprometta la macchina organizzativa.
Il ministro per lo Sport, Andrea Abodi ricorda che, ai tempi della candidatura di Torino, fu proprio Sport e Salute a redigere il dossier, prima di essere poi esclusa nella gestione effettiva. Il Decreto Sport mira quindi a reinserirla nel processo decisionale.
I dialoghi istituzionali
Tra il vertice della federazione è il capo del dicastero è andato in scena un primo confronto «L’incontro è andato bene – ha assicurato Abodi –. Come si è trovato un accordo per gli Internazionali si troverà anche per le Atp Finals».
Nonostante l’ottimismo istituzionale, resta il nodo della nuova governance prevista dal Decreto Sport, che prevede la presenza obbligatoria di un “Comitato organizzatore pubblico” con Sport e Salute in posizione di maggioranza. Una prospettiva che aveva generato divergenze già nei mesi scorsi.
Binaghi, pur riconoscendo che la legge è frutto del Parlamento, ribadisce la necessità di trovare una sintesi: «Non ci è piaciuto il metodo. Sono sicuro che nelle prossime settimane con il ministro riusciremo a trovare una soluzione condivisa».
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Il tema della legacy
Il ministro Abodi, da parte sua, insiste sulla necessità di valorizzare la legacy sul territorio stimolando ricadute concrete attraverso investimenti in infrastrutture come palestre scolastiche e playground:
«Possiamo fare meglio attraverso una cogestione di Sport e Salute e della Federazione. La collaborazione non vuol dire confusione di ruoli, perché la Federazione è custode del prodotto della competizione. Il timone resterebbe in mano sua».
È un punto cruciale: la cogestione non dovrebbe ridimensionare il ruolo della Fitp, che ha guidato l’evento fino ad oggi. La guida rimarrebbe nelle mani di Binaghi, ma con una cornice normativa che dà maggiore peso al soggetto pubblico. Un equilibrio ancora tutto da trovare.
La posizione dell’ATP
Dal fronte internazionale arriva il monito del presidente Atp, Andrea Gaudenzi: «Noi siamo stracontenti di stare in Italia. Abbiamo un contratto con la Fitp fino al 2030. Se la Federazione fosse messa dal Governo nella condizione di non rispettarlo, allora potrebbe nascere un problema. Ma, ad oggi, questo problema non c’è e mi risulta che le parti stiano dialogando».
Il dirigente avverte dunque che potenziali scossoni potrebbero costare caro al Sistema Italia, che a quel punto rischierebbe di perdere l’evento che si trasferirebbe all’estero anzitempo, uno scenario che si vuole evitare a qualsiasi costo.
«La priorità del Governo italiano dovrebbe essere quella di supportare la Fitp sull’impiantistica. Trasferire le Finals all’estero non è la nostra volontà. Ogni anno l’evento di Torino è migliorato».
Il futuro delle Finals
Le Atp Finals di Torino si confermano un evento vincente, capace di generare un impatto economico e reputazionale di altissimo livello. Ma la loro continuità dipenderà dalla capacità di governo, Fitp e Sport e Salute di trovare un equilibrio politico e organizzativo che non ostacoli – ma anzi favorisca – la crescita dell’evento.
Il dialogo è aperto, le divergenze non mancano, ma l’obiettivo è condiviso: mantenere in Italia uno dei tornei più prestigiosi del tennis mondiale.