Le Finals hanno l’ultima parola sugli equilibri di classifica. L’appuntamento di Torino rappresenta l’ultimo cruciale evento della stagione tennistica maschile prima della pausa invernale.
Il torneo riunisce i migliori otto giocatori dell’anno, coloro che hanno saputo distinguersi nel corso della stagione per risultati, costanza e rendimento. In palio, oltre al titolo di “Maestro dei maestri”, c’è un bottino di punti capace di incidere in modo decisivo sulla classifica mondiale.
Il format
A differenza dei tornei tradizionali, che si disputano a eliminazione diretta, le ATP Finals propongono un format unico, ispirato ai tornei a squadre: una prima fase a gironi seguita dalle semifinali e dalla finale.
I tennisti vengono divisi in due gruppi da quattro e affrontano tutti gli avversari del proprio gruppo in un mini campionato, garantendosi almeno tre partite nel palcoscenico indoor più prestigioso.
I primi due classificati di ciascun girone accedono poi alle semifinali incrociate, che mettono di fronte il primo di un gruppo contro il secondo dell’altro, i cui vincitori si contendono infine il titolo nella finale domenicale.
Le specificità
Questo format aggiunge un elemento tattico e psicologico inedito: a differenza degli altri eventi del circuito, una sconfitta maturata nei gironi non comporta necessariamente l’eliminazione del tennista.
Un giocatore può perdere un match e comunque qualificarsi, a condizione di vincere gli altri e mantenere una buona differenza set o game, che diventa un criterio decisivo in caso di parità.
Le ATP Finals sono anche uno degli eventi più remunerativi della stagione. Il prize-money a disposizione dei partecipanti è infatti cospicuo, ammontando complessivamente a 15,5 milioni di dollari.
Il sistema di punteggio
Oltre al fascino del confronto tra i migliori, ciò che rende le Finals davvero particolari è il loro sistema di punteggio, pensato per premiare la continuità e dare rilevanza ad ogni gara. Ogni vittoria ha infatti un valore preciso che si inserisce in un sistema cumulativo.
Ecco il sistema di attribuzione dei punti ATP Finals:
- Vittoria nella fase a gironi: 200 punti
- Vittoria in semifinale: 400 punti
- Vittoria in finale: 500 punti
Totale massimo possibile: 1.500 punti (in caso di percorso imbattuto)
Il confronto con Masters 1000 e Grandi Slam
In altre parole, chi vince tutte le partite delle Finals, dalla fase a gironi alla finale, ottiene 1.500 punti ATP. È un ammontare superiore a quello dei Masters 1000 e inferiore solamente ai 2mila punti attribuiti dagli Slam.
La differenza sostanziale con i quattro Major è il lasso di tempo: nelle Finals, in cui si affrontano esclusivamente i migliori otto del mondo, tutto è concentrato in una settimana, mentre nel caso degli Slam la lunghezza raggiunge le due settimana.
Un’ulteriore peculiarità fondamentale riguarda chi non vince il titolo, che può accumulare un significativo bottino di punti. Ogni successo nella fase a gironi contribuisce fortemente al punteggio: questo sistema consente a un giocatore di chiudere la stagione con un balzo importante nel ranking.
La lotta per il numero uno
Può addirittura accadere che le ATP Finals determinino il numero uno del mondo: l’ultima occasione in cui è accaduto risale al 2016, anno in cui Andy Murray è riuscito a prevalere su Novak Djokovic detronandolo dalla vetta del ranking .
Anche quest’anno la lotta al vertice si deciderà nel corso del torneo dei maestri: Jannik Sinner, che scenderà al secondo posto in corrispondenza dell’inizio del torneo, oltre a difendere il titolo punta a scalzare dal vertice Carlos Alcaraz, che sarà distante 1.050 lunghezze a bocce ferme
In definitiva, le ATP Finals rappresentano la prova definitiva per chi aspira a chiudere l’anno da re del tennis. Un format unico, un punteggio che valorizza ogni singolo match e la consapevolezza che, a novembre, ogni vittoria può valere doppio, in termini di prestigio e di punti.