Scossa profonda nel mondo KTM. In attesa del via libera dell’Antitrust per l’acquisizione della maggioranza di Pierer Mobility AG, Rajiv Bajaj – ceo di Bajaj Auto – ha annunciato una drastica riduzione del 50% delle spese aziendali.
Un taglio che rischia di avere conseguenze devastanti su produzione, occupazione e inevitabilmente sul settore racing su Husqvarna e GasGas marchi protagonisti nel Motomondiale e dominanti nelle discipline off-road.
L’impatto su KTM
La casa austriaca, già passata da 6mila a 4mila dipendenti, si prepara a un’ulteriore sforbiciata volta a snellire i costi che potrebbe ridimensionare pesantemente la produzione e i programmi sportivi, riporta Tuttosport
I tagli coinvolgeranno infatti i team ufficiali e satelliti di MotoGP, Moto2 e Moto3, oltre a quelli impegnati in MXGP, Dakar, Rally ed Enduro. In particolare, è a rischio anche la struttura Tech3, recentemente acquisita da Guenther Steiner, ex team principal della Haas in Formula 1.
La linea di Rajiv Bajaj
In un’intervista alla CNBC-TV18 di Mumbai, Bajaj ha spiegato la sua linea: «Vediamo l’opportunità di ridurre le spese generali di oltre il 50%, tra cui ricerca e sviluppo, marketing (che comprende anche l’attività sportiva), operations e amministrazione».
Il manager indiano punta il dito contro Stefan Pierer, ex leader del gruppo, accusandolo di aver portato KTM dal record di utili (381 milioni nel 2022) a un rosso miliardario in meno di due anni.
Ha poi sottolineato come i costi di produzione in Europa sono superiori del 30% rispetto all’India e che su 4mila dipendenti solo mille soni operai effettivi. «La burocrazia e il sovraccarico gestionale di questa organizzazione, pur eccellente sotto molti aspetti, sono sconcertanti», ha aggiunto.
L’impatto sulle attività racing
L’impatto sui programmi sportivi sarà inevitabile. La Moto3 è destinata a diventare monomarca Yamaha dal 2028, mentre la Moto2 è già di fatto monopolizzata da Triumph sul fronte motori. Una trasformazione che ridurrà spazi e opportunità per la crescita dei giovani talenti.
Ancora più delicata la situazione in MotoGP, dove la presenza di due team di fatto ufficiali e quattro piloti factory appare insostenibile.
I primi a tremare sono Brad Binder, Maverick Viñales e Enea Bastianini, tutti sotto contratto per il 2025 ma ora esposti all’incertezza. Per Bastianini, che aveva rifiutato la Yamaha dopo l’addio alla Ducati, la prospettiva si complica ulteriormente.
Nel frattempo Pedro Acosta, secondo miglior pilota non-Ducati in classifica (5° a 31 punti dal podio di Bezzecchi), osserva con attenzione la situazione. Lo spagnolo, considerato uno dei talenti più puri del paddock, starebbe già sondando altre opzioni — Ducati in primis — in vista del 2027, quando il mercato potrebbe vivere un nuovo scossone.
Il piano di Bajaj segna una svolta radicale per KTM. L’obiettivo dichiarato è tornare a una gestione più snella e sostenibile. Ma sullo sfondo si intravede un rischio concreto: che il taglio dei costi finisca per intaccare l’anima sportiva del marchio, proprio quella che ne ha costruito l’identità negli ultimi vent’anni.