Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) cambia pelle. A tre mesi dall’insediamento ufficiale, Kirsty Coventry, prima donna e prima africana alla guida del movimento a cinque cerchi, ha lanciato una riforma strutturale che segna una discontinuità rispetto all’era Thomas Bach.
L’ex nuotatrice zimbabwese ha istituito quattro gruppi di lavoro strategici nell’ambito del programma “Fit for the Future“, destinati a ridisegnare gli equilibri del sistema olimpico.
I quattro pilastri della riforma
Come riporta Avvenire, le task force si occuperanno di Giochi olimpici giovanili (YOG), programma olimpico, tutela della categoria femminile e partnership commerciali. Una ristrutturazione che arriva dopo mesi di consultazioni: il processo è iniziato a giugno con colloqui individuali e collettivi tra membri effettivi e onorari del CIO, proseguiti durante gli eventi sportivi estivi.
«I gruppi di lavoro – ha chiosato Coventry all’Avvenire – ci consentiranno di rispettare le scadenze e apportare importanti competenze tecniche alle complesse e importanti discussioni, riallineando al contempo gli aspetti che riteniamo necessari per rafforzare il nostro movimento».
Un approccio partecipativo che punta sul feedback costante delle parti interessate per garantire che tutti siano pienamente allineati e che le raccomandazioni siano integrate.
Selezione delle sedi: si torna al passato?
Il primo nodo da sciogliere riguarda l’assegnazione dei Giochi. Secondo il comunicato ufficiale del CIO, i membri hanno chiesto maggiore coinvolgimento nel processo decisionale. Attualmente la scelta è affidata a un team ristretto che accompagna le candidature attraverso un lungo dialogo, per poi proporre la soluzione all’Esecutivo. Un sistema lontano dal tradizionale scrutinio segreto della Sessione plenaria.
Sul tavolo ci sono gli slot del 2036 per le Olimpiadi estive e del 2038 per quelle invernali, mentre il 2030 è la prima casella da riempire per i Giochi giovanili. La commissione dovrà valutare sia i tempi della selezione – con un possibile ritorno ai canonici sette anni di anticipo – sia le modalità.
Un’esigenza emersa dopo le assegnazioni di Los Angeles 2028 e Brisbane 2032, decise con 11 anni di anticipo, e delle Alpi francesi 2030, scelte solo sei anni prima.
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Programma olimpico: sport estivi ai Giochi d’inverno?
La commissione guidata dall’austriaco Karl Stoss sta valutando una rivoluzione: sovrapporre discipline estive e invernali. Come riporta Avvenire, il cuore del dibattito verte sull’eliminazione dei riferimenti a neve e ghiaccio dalla carta olimpica per le federazioni invernali.
Uno scenario che aprirebbe prospettive inedite: federazioni estive potrebbero proporre specialità ai Giochi d’inverno – si parla di corsa campestre dell’atletica, ciclocross del ciclismo o snow-volley della pallavolo – mentre sport praticati esclusivamente indoor, come il judo, potrebbero migrare dall’estate all’inverno.
Una rivoluzione che punta a bilanciare dimensioni dei Giochi, rilevanza degli sport e integrazione di nuove discipline attraverso criteri trasparenti.
Tutela femminile e business
Il gruppo dedicato alla protezione della categoria femminile manterrà riservata la composizione, data la delicatezza del tema.
«Abbiamo concordato – ha affermato Coventry – che il Cio debba assumere un ruolo guida in questo ambito e che dovremmo essere noi a riunire gli esperti e le Federazioni internazionali e a garantire il raggiungimento di un consenso. Comprendiamo che ci saranno differenze a seconda dello sport, ma è stato pienamente accettato che dovremmo impegnarci a porre l’accento sulla protezione della categoria femminile e a garantire che ciò avvenga in modo consensuale con tutte le parti interessate».
Il quarto gruppo invece analizzerà i modelli commerciali di altre organizzazioni e l’utilizzo delle nuove piattaforme digitali.
L’obiettivo, riporta Avvenire, è esplorare come il sistema di trasmissione olimpica (OBS) e i servizi del canale olimpico (OCS) possano generare nuove entrate future, studiando il potenziale di adattamento del CIO alle trasformazioni del mercato.
Sport e ricavi: l’equilibrio del futuro
«È stato molto importante per me così come per tutti i membri – ha concluso la numero uno della famiglia olimpica – avviare il processo di revisione per capire a che punto siamo, dove vediamo le opportunità, dove vediamo le sfide e come intendiamo affrontarle in futuro».
Un approccio che coinvolge atleti, federazioni e comitati nazionali, confermando che lo sport del domani dovrà reggere sul fatturato senza smarrire l’aspetto umano.
Il workshop “Pause and Reflect” di giugno, come confermato dal comunicato CIO, ha posto le basi su cinque pilastri: atleti, Giochi Olimpici, Movimento Olimpico, impatto sociale attraverso lo sport, e sviluppo di coinvolgimento e ricavi. Una roadmap ambiziosa per un movimento che si prepara a guardare oltre l’era Bach.