Fabris: «I club protagonisti del movimento: lavoriamo per innovare il prodotto»

Il vertice della Lega Volley Femminile si è soffermato sulle strategie messe in campo per alimentare il vantaggio competitivo costruito negli anni

Fabris volley
il futuro del volley
Image Credits: LVF

Tenere alta l’asticella. Questo è l’obiettivo del campionato di Lega Serie A femminile di volley, un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale che ospita club e giocatrici di prestigio globale.

Il vantaggio competitivo acquisito nel corso degli anni va continuamente alimentato anche con decisioni innovative che possano contribuire allo sviluppo del movimento: va in questo senso il progetto intrapreso con il fondo di investimento NJF.

La joint venture con NJF e il format dei campionati

«Quella dei club che rappresento è stata una scelta d’avanguardia – ha dichiarato Mauro Fabris, presidente della LVF al Corriere dello sport , come quella di costituire la NewCo “Spike Media” (quote 60% Lega, 40% NJF) che dal prossimo anno prenderà in mano tutto con l’obiettivo da una parte di accrescere seguito e visibilità del prodotto pallavolo femminile e dall’altra di cominciare a portare dei ritorni tangibili – già da quest’anno avranno i ricavi più più elevati di sempre – proprio a quei club ignorati da tutti. Ma sempre restando nell’universo del volley, con la possibilità di vedere le partite sui vari device e utilizzando i profili social delle atlete». 

Nel frattempo sono in corso discussioni anche sul formato dei campionati, con il coach della Nazionale Julio Velasco che ha fatto pervenire la richiesta di ridurre il numero di squadre partecipanti alla massima serie a 12.

«Stiamo aspettando di capire come si evolve questa situazione. Sicuramente, anche per la stagione 2026-2027, rimarremo a 14. Perché i cambiamenti vanno fatti per tempo visto che riguardano anche le altre categorie. E ci interessa molto anche parlare della nuova A3. Colgo l’occasione per rigraziare la Federazione che ha accettato la nostra proposta di far giocare il Club Italia di A2 sempre in trasferta, facendo risparmiare alle società tanti soldi». 

I club cuore pulsante del movimento

Tornando all’attualità, ha preso il via il campionato di Serie A1, con il duello ai vertici che si rinnova e con esso la caccia a Conegliano, che negli ultimi anni ha fatto incetta di titoli scavando un solco importante con le avversarie.

«Cominciamo col dire che dopo tanto tempo, l’Imoco non è in testa dopo due giornate. Un fatto oggettivo che dimostra come di scontato non ci sia nulla. E sinceramente Novara, Scandicci e Milano vedrete che proveranno a mettere i bastoni tra le ruote di Conegliano. Sono bravi, non solo in campo, anche fuori. Allo stesso tempo sono sicuro che questo esempio stia facendo crescere anche le altre società».

Nelle squadre di vertice risiedono gran parte delle campionesse che hanno fatto la fortuna della Nazionale azzurra che si è laureata campione del Mondo quest’estate in Thailandia, mostrando una superiorità netta sul campo. 

«Velasco e i suoi hanno fatto un gran lavoro, ma qui si trascura sempre il fatto fondamentale per il quale, se i club, cioè le società, i dirigenti non continuassero ad investire ingenti somme di denaro tutto il movimento, o almeno il vertice, salterebbe per aria che investono e gestiscono tutta questa baracca. Tengono in piedi un movimento anche in termini economici, e soprattutto in occasione delle stagioni corte quando si deve lasciare spazio alle Nazionali»

Il Mondiale in Thailandia e gli interventi legislativi auspicati

Se sul campo l’Italia è riuscita a mostrare tutte le sue qualità, il dirigente non ha riscontrato un adeguata gestione della rassegna iridata da parte del paese ospitante, sottolineando come il palcoscenico non sia stato all’altezza dei protagonisti e dei tempi attuali.

«Sono stato ai Mondiali femminili a Bangkok e ho trovato un livello organizzativo che da noi, in Italia, è stato superato 15-20 anni fa. Capisco la globalizzazione, il business ma sinceramente fatico davvero a comprendere il senso di portare la pallavolo di altissimo livello in Paesi dove peraltro l’interesse è relativo. E quando vedo che il proposito evangelico di fare proselitismo poi si trasforma in una spettacolarizzazione fine a sè stessa, capisco che il nostro percorso è un altro». 

In chiusura, spazio anche per le necessità del volley in termini di interventi legislativi del governo: in questo campo il vertice della pallavolo femminile sottolinea l’esigenza di instaurare un trattamento fiscale più favorevole per le sponsorship.

«Visto che è passato il ddl sulle palestre sportive, direi che bisognerebbe passare alla defiscalizzazione delle sponsorizzazioni sportive. Darebbe valore a tutti e creerebbe un circuito virtuoso, positivo anche per lo stesso Stato».

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