L’NFL strizza l’occhio al private equity: possibile rimozione del limite del 10% sulle partecipazioni

Il commissioner Roger Goodell apre alla possibilità di alzare il tetto sulle quote che i fondi d’investimento possono detenere nelle franchigie della lega di football.

Private equity NFL
iniziativa di successo
Image credit: Depositphotos

L’NFL pronta a stringere il legame con il private equity. Il commissioner della National Football League, Roger Goodell, ha lasciato intendere che la lega potrebbe rivedere il limite attuale che consente ai fondi di private equity di acquisire al massimo il 10% di una franchigia.

La decisione di aprire ai fondi era stata approvata lo scorso anno, con la possibilità di acquisire quote di minoranza senza diritti decisionali. Secondo Goodell, tale scelta si è già rivelata estremamente positiva.

Il bilancio delle nuove regole

«Siamo stati gli ultimi tra i principali campionati nordamericani a introdurre il private equity nelle nostre regole di proprietà – ha dichiarato -. È stato incredibilmente positivo per noi. L’obiettivo era offrire alle nostre squadre più liquidità, ma al tempo stesso ha portato una prospettiva diversa sul business dello sport e sul potenziale di crescita».

Negli ultimi mesi diversi team hanno ceduto quote a fondi specializzati: Arctos Partners ha acquistato partecipazioni nei Buffalo Bills e nei Los Angeles Chargers, mentre Ares Management è entrata nei Miami Dolphins.

Più recentemente, Sixth Street ha raggiunto un accordo per acquisire il 3% dei New England Patriots, con una valutazione che supera i 9 miliardi di dollari, a testimonianza dell’appeal delle franchigie di football

Dopo aver tracciato il bilancio del nuovo impianto regolatorio, il dirigente ha commentato il possibile rilassamento del limite: «Forse un giorno, per ora penso che stia funzionando molto bene. Siamo soltanto al primo anno, quindi credo che impareremo ancora qualcosa e poi decideremo».

Espansione internazionale: nuove città nel mirino

Goodell ha parlato anche della strategia di espansione globale della NFL. Nella stagione in corso verrà stabilito un record con sette partite giocate fuori dagli Stati Uniti, in città come Dublino, San Paolo, Londra, Berlino e Madrid

L’obiettivo dichiarato è arrivare a 16 incontri internazionali per stagione, con l’Asia come potenziale mercato futuro. Dal 2026 sono già in programma sfide a Melbourne (Australia) e Rio de Janeiro (Brasile), entrambe al debutto assoluto.

Riguardo all’ipotesi di giocare in altre città britanniche oltre a Londra, Goodell si è mostrato possibilista: «Londra è un mercato fantastico per noi, ma penso che ci siano altre città interessate, e probabilmente lo prenderemo in considerazione a un certo punto».

Il commissioner è invece più rigido rispetto alla possibilità di portare il Super Bowl nella capitale inglese: «Il nostro obiettivo principale è disputare il Super Bowl nei mercati in cui abbiamo delle franchigie».

Sport

NFL