Da Maranello a Ingolstad, da Ferrari ad Audi. Il mercato dei tecnici in Formula 1 è ormai un affare, se non equivalente, che molto si avvicina a quello dei piloti.
E ancor più nella seconda parte dell’ultima stagione di un ciclo tecnico, con un campionato 2026 quasi in vista che cambierà e non di poco le regole del gioco e gli equilibri in campo.
Ferrari, che nel ciclo attuale si è ritrovata troppo spesso a inseguire, prima Red Bull e dunque McLaren e che nella stagione in corso, nonostante l’arrivo del settevolte campione del mondo Lewis Hamilton, si trovi ancora lontana dai piazzamenti sperati (la vittoria sembra sempre più un miraggio in questa stagione) pare intenda puntare molto sul 2026 e sul prossimo ciclo tecnico.
Ma tra le fila degli ingegneri evidentemente serpeggia scetticismo nel progetto di Maranello e non mancano uscite di scena eccellenti.
Secondo quanto riportato da AutoRacer.it son ben due le uscite di scena eccellenti dalla Rossa: Wolf Zimmermann e Lars Schmidt.
Ferrari esodo ingegneri: chi sono Zimmermann e Schimdt
Nomi che a chi segue le gare di Formula 1 non diranno molto ma per chi vive il Circus più a fondo suoneranno ben più noti.
Zimmermann è un ingegnere tedesco che al Cavallino è approdato più di dieci anni fa e ha guidato lo sviluppo dei motori di nuova generazione già nell’ultimo biennio.
L’ingegnere tedesco, considerato nel Paddock un “mago dell’ibrido”, è l’artefice del motore “Superfast” che tanto aveva fatto sperare la Ferrari nel 2022, a inizio vecchio ciclo, ma sarebbe stato tentato dall’ex collega, nonché artefice dell’arrivo a Maranello, Mattia Binotto, team principal dell’attuale Sauber che dall’anno prossimo sarà Audi.
Se Zimmermann è stato ed è la mente che ha sviluppato i programmi di elettrificazione, l’altra metà del cielo – o meglio delle power unit – riguarda l’endotermica che nel motore ibrido pesa tanto quanto l’elettrico ed è stata gestita e sviluppata da Lars Schmidt.
Mattia Binotto: il primo esodo eccellente del Cavallino
Anch’egli tentato da Binotto e da un ritorno nella natale Germania, per approdare alla corte di Audi.
Vasseur e di conseguenza Ferrari, perdono pezzi importanti della sua scacchiera mentre Binotto – leggersi Audi – invece rafforza con innesti pesanti la squadra.
Ma le uscite di scena, siano essi allontanamenti o esodi eccellenti, non sono pagine nuove della storia recente di Ferrari.
Lontana, ormai remota, l’epoca in cui la guida della Rossa era saldamente nelle mani di Jean Todt e che – complici i successi dell’era Schumacher – lo hanno reso uno dei team principal più longevi della storia (dal 1993 al 2007).
Lo stesso Mattia Binotto, che l’era Todt l’ha vissuta da ingegnere, è stato allontanato da Maranello dopo due secondi posti costruttori come team principal per poi essere rispolverato – dopo breve a dire il vero – da Audi e incaricato di guidare la Sauber in un anno di transizione prima di mettere i quattro anelli sulla livrea.
Andrea Stella: dai Mondiali sfiorati con Alonso ai successi McLaren
Altro esempio eccellente è rappresentato dal team principal che ha riportato la McLaren al successo nel 2024 (e a fare quello che vuole nel 2025) è ancora una volta un ex di Maranello, Andrea Stella, che tra i vari ruoli negli anni alla Rossa ha ricoperto anche quello di ingegnere di pista di Fernando Alonso.
O ancora l’ingegnere francese Laurent Mekies, che della Rossa è stato direttore sportivo dal 2018 al 2023 ma che poi, per scelta o necessità, da Maranello è andato via.
Prima alla volta di Faenza, con un breve passaggio alla Racing Bulls, e dunque alla Red Bull, dopo il licenziamento di Chris Horner.
La Red Bull di Mekies non strapperà di certo lo scettro alla McLaren ma anche grazie a Super Max Verstappen, sul gradino più alto del podio ci sale anche in questa stagione.
Dopo i cambi di maglia di Zimmermann e Schmidt a Maranello lo sviluppo delle nuove power unit sono saldamente in mano al direttore tecnico Enrico Gualtieri che è in Ferrari da tutta la vita professionale.
Se Gualtieri e il team di tecnici del Cavallino saranno in grado di sviluppare il motore vincente per il prossimo ciclo sportivo lo si scoprirà solo nelle prime battute del 2026, mentre non è detto che la Ferrari non perda altri pezzi pesanti della sua squadra strada facendo.
Quel che è certo è che la Rossa, unico team presente da che esiste la Formula 1, continua a fare scuola e a sfornare talenti, anche se questi riescono a esprimersi al meglio del loro potenziale in altre latitudini rispetto a Maranello.