Piemonte epicentro del ciclismo mondiale. Dopo la Grande Partenza de La Vuelta ospitata nel teatro della Reggia di Venaria, la regione punta a consolidare il suo impegno nello sport impegnandosi nella candidatura ai Mondiali.
«Ci candidiamo per ospitare i Mondiali di ciclismo – ha dichiarato a La Stampa il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – perché il Piemonte lo deve a Fausto Coppi, ma anche alla meraviglia delle sue montagne e dei suoi percorsi».
La Vuelta chiude il triplete dopo Giro e Tour
Il governatore rivendica con orgoglio il percorso fatto che ora porta necessariamente a sognare in grande: «Questo è il nostro triplete: lo scorso anno il Giro d’Italia è partito da Venaria, poi per la prima volta la Grand Départ del Tour de France è arrivata a Torino e adesso la Vuelta nella sua prima storica volta in Italia».
Il sindaco del capoluogo piemontese Fabio Giulivi non nasconde l’entusiasmo: «Come fu un anno fa il Giro d’Italia, anche la Vuelta è davvero una cartolina straordinaria per la città in termini di visibilità in tutto il mondo e naturalmente di ricadute economiche».
Cirio insiste sulla necessità di dare continuità: «Siamo la Regione che ospita i maggiori eventi internazionali e, soprattutto, li ha ricorrenti. Ogni evento non deve spegnersi con l’ultimo striscione d’arrivo, ma trasformarsi in un patrimonio stabile, capace di attirare sportivi e appassionati anche negli anni successivi».
Le ricadute economiche delle manifestazioni sportive
A sostegno della sua visione, porta i numeri delle manifestazioni sportive ospitate: «Per ogni euro investito ne tornano quattro. È la dimostrazione che quando investi bene, il territorio risponde e cresce».
L’impatto porta ricadute e benefici a lungo termine per la comunità locale: «Portiamo il mondo qui per qualche giorno, ma il racconto resta e lavora per noi tutto l’anno. I numeri parlano: il Tour de France 2024 ha generato 84 milioni di euro di ricadute in Piemonte, con quasi 7 milioni di spesa diretta degli spettatori. Le Atp Finals hanno superato i 500 milioni».
Oltre l’aspetto economico, portare i campioni ha un forte effetto anche sulla pratica sportiva grazie al fattore imitazione: «I grandi eventi sono un acceleratore, ma serve un ecosistema pronto a sostenerli: pensiamo all’effetto Sinner con il tennis, che ha portato iscrizioni nei club, corsi per ragazzi, più domanda di attrezzature. Con il ciclismo è lo stesso, con un vantaggio enorme: non serve costruire quasi nulla, le strade le abbiamo già».