America’s Cup, l’Italia sogna: voci su un nuovo team tricolore per Napoli 2027

Il nuovo protocollo porta la competizione a cadenza biennale, mentre tra i pontili cresce la voce di un secondo sindacato azzurro ad affiancare Luna Rossa nell’edizione casalinga.

America’s Cup Napoli impatto
doppietta azzurra
(Photo by Chris Cameron / Panoramic / Insidefoto)

L’America’s Cup ha un nuovo volto. Il protocollo firmato da Emirates Team New Zealand (Defender), e Athena Racing (Challenger of Record), rappresentate rispettivamente da Grant Dalton e Ben Ainslie, apre a una piccola rivoluzione: l’evento avrà cadenza biennale a partire dal 2029.

Inoltre, la manifestazione sarà gestita da un organismo indipendente con un ceo esterno alle squadre. Un cambio di passo che mira a trasformare la Coppa in un circuito regolare, capace di mantenere vivo l’interesse del pubblico anche tra un’edizione e l’altra.

Tra le novità, spicca l’ipotesi di un raddoppio italiano in gara. Alle cinque squadre già presenti a Barcellona potrebbe aggiungersi un ulteriore sindacato tricolore, ipotesi che alimenta curiosità e aspettative.

Napoli e il progetto Bagnoli: tutto nei tempi

La prossima edizione (AC38) avrà luogo a Napoli, con basi operative previste nell’area di Bagnoli, in cui sono in corso importanti interventi di riqualificazione per farsi trovare pronti all’appuntamento.:

«Siamo in linea con i tempi previsti. Il progetto è partito alla grande, i lavori cominceranno a inizio settembre e tutte le tempistiche che ho visto sono perfettamente in linea – rassicura Grant Dalton . Sono meno preoccupato rispetto a un mese fa perché ora tutto sta procedendo come previsto».

La trasformazione in evento biennale è una delle scelte più significative, volta a sfruttare il potenziale commerciale dell’evento e incrementarne l’appeal mediatico per consolidare la crescita sperimentata.

«La competizione si terrà ogni due anni – ribadisce Dalton -. Dunque, la prossima nel 2029. La nuova governance consente di iniziare a parlarne già domani, perché è parte dell’obiettivo che abbiamo in animo. Si potrebbe iniziare a parlare anche con Louis Vuitton per un accordo a lungo termine. Con le Tv. E questo aumenta il valore dei team».

Il tetto alla spesa

La possibilità di fissare in anticipo la sede delle regate consentirà una programmazione più stabile. La città partenopea potrebbe candidarsi a un bis qualora la location convincesse gli organizzatori.

Il nuovo Protocollo introduce un limite di spesa fissato a 75 milioni di euro per ciascuna campagna, con l’obiettivo di contenere i costi complessivi, anche se per l’edizione corrente permane un margine di flessibilità.

«È difficile tentare di limitare un budget, soprattutto a un team già in corsa – sostiene Dalton -. Parlo per Team New Zealand, ma anche per Luna Rossa. È completamente irragionevole dire oggi a Luna Rossa: il budget è di 75 milioni e non ci interessa se ci abbiano già lavorato 75 persone. Ci sono eccezioni per la campagna numero 38, per assicurarci di essere più ragionevoli nella prossima, la numero 39. Si può fare, c’è il tempo per studiarlo. Alcuni sport lo fanno, possiamo imparare da loro».

Le conferme su un nuovo team italiano

Il quadro delle partecipazioni si sta delineando, con il numero di challengers che sarà quantomeno equivalente a quello di Barcellona, con la significativa apertura a ulteriori ingressi che possano apportare valore al torneo. 

«Penso che per il prossimo ciclo ne avremo cinque, forse seicommenta Ben Ainslie -. L’idea, ora che abbiamo più certezza sul futuro, è attirare più squadre. Insieme al tetto massimo di spesa e ad altre iniziative, vogliamo rendere il prodotto molto più redditizio dal punto di vista commerciale».

Si riparte dunque dalle sfidanti già in acqua nelle coste catalane, con l’Italia che tuttavia rappresenta l’unica opzione fattibile per allargare il quadro delle partecipanti già dalla prossima edizione.

«I membri della partnership sono le cinque squadre che erano sfidanti a Barcellona. Sei, noi compresi. Se ce ne saranno altre, potranno venire solo dall’Italia – conferma Dalton -. Penso un team, ma non ne sono sicuro».F

Tecnologia, equipaggi e regole di bordo

Le regate di Napoli si correranno sugli stessi AC75 utilizzati a Barcellona: nessuna nuova costruzione, ma spazio a innovazioni su foil, vele e software di gestione, in attesa di cambiamenti più significativi verso l’edizione successiva. 

Cambiano anche gli equipaggi: a bordo solo cinque persone, di cui una donna e due velisti del club sfidante, mentre gli altri due potranno avere nazionalità libera. Sarà inoltre vietato l’uso di “grinder” muscolari: l’energia a bordo arriverà da batterie.

Con queste premesse, la prossima America’s Cup promette di essere non solo uno spettacolo di vela e tecnologia, ma anche un banco di prova per Napoli con la suggestione di presentarsi al via con due team casalinghi pronti a sfidare il mondo.