Le Atp Finals diventano terreno di scontro. La manifestazione fiore all’occhiello del tennis italiano vede in atto una frattura tra la Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp) e il Governo.
Con l’ultimo decreto Sport, l’evento entra ufficialmente tra i “grandi eventi” nazionali. Secondo quanto stabilito dall’articolo 9, comma 3 del decreto, si dovrebbe procedere con la creazione di un organismo congiunto per la gestione del torneo, riporta Il Messaggero.
A farne parte sarebbero Fitp, Sport e Salute (società controllata dal Governo), insieme a Comune di Torino e Regione Piemonte. Il decreto prevede inoltre l’istituzione di una commissione tecnica di gestione a maggioranza pubblica e il dettaglio dei ruoli affidato a una convenzione bilaterale ancora da sottoscrivere.
La visione di Binaghi
Il nuovo assetto organizzativo previsto dal decreto non convince il presidente Fitp Angelo Binaghi, considerando che finora la federazione aveva gestito in autonomia il torneo, mantenendo con le istituzioni locali e nazionali un semplice rapporto di collaborazione.
In audizione alla Camera dei deputati, Binaghi ha ribadito con fermezza il ruolo centrale della Fitp: «La nostra Federazione ha partecipato a una gara nel 2019 e si è aggiudicata la manifestazione per cinque anni battendo 42 grandi capitali di altri Paesi. A maggio 2024 abbiamo presentato una proposta all’Atp che, eccezionalmente, ci ha rinnovato l’incarico per un altro quinquennio perché come Fitp siamo membri dell’Atp tour per via della proprietà degli Internazionali di Roma, ma anche e soprattutto per l’eccellente gestione del primo quinquennio. Il successo è stato straordinario ed è garantito anche per il 2026-30 perché gli sponsor hanno già confermato la loro adesione e noi abbiamo finalizzato gli accordi con il Palalpitur e gli altri fornitori».
Il Governo, dal canto suo, non intende esautorare la Federazione, ma punta a un maggiore equilibrio nella gestione dei grandi eventi, affinché producano benefici duraturi per il territorio, considerando anche il contributo pubblico di 97,5 milioni di euro previsto per il prossimo quinquennio.
La posizione dell’Atp
Il legale della Fitp, Massimo Proto, ha spiegato che l’assegnazione del torneo all’Italia era subordinata all’autonomia organizzativa della Federazione:
«L’ultima assegnazione è stata compiuta sull’inderogabile assunto che sia la Fitp a organizzare e gestire in prima persona la manifestazione e che la medesima Federazione continui a disporre dell’autonomia necessaria per governare tutti gli aspetti organizzativi ed esecutivi dell’evento. La norma così è inapplicabile, se si vogliono mantenere le Atp Finals in Italia, perché l’incarico è inscindibilmente legato a un ruolo diretto».
A rafforzare la posizione della Fitp è arrivata anche la lettera del presidente dell’Atp, Andrea Gaudenzi, indirizzata a Binaghi.
«L’Atp però, intervenuto il decreto, ci ha inviato una lettera in cui, in mancanza di chiarimenti urgenti, valuterà ogni iniziativa utile al fine di tutelare nel miglior modo possibile il futuro successo dell’evento. Noi vorremmo fare le Atp Finals ed essere messi nelle condizioni di poter confermare che la Federazione possa operare con la stessa autonomia e indipendenza che noi abbiamo garantito 14 mesi fa, senza le novità che si sono palesate in questi giorni con il decreto Sport».
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Il rischio: perdere le Finals
Gaudenzi sottolinea come il recente decreto Sport, inserendo l’evento sotto il controllo di Sport e Salute e quindi del Governo (rappresentato nel comitato da Marco Mezzaroma e Giuseppe De Mita), alteri profondamente l’assetto organizzativo.
«L’Atp non può consentire che ad organizzare l’evento sia un soggetto differente da quello che vi ha provveduto negli ultimi quattro anni», avrebbe scritto Gaudenzi secondo quanto riporta La Stampa.
Un avvertimento chiaro, considerando che il Long Form Agreement – l’accordo che proroga le Finals in Italia fino al 2030 (con Torino fino al 2027 e, forse, Milano successivamente) -non è stato ancora ratificato.
Senza chiarimenti immediati, l’Atp si dice pronta a «valutare ogni iniziativa al fine di tutelare nel migliore modo possibile il futuro successo dell’evento», compreso lo spostamento in un altro Paese, Arabia Saudita in primis.
Binaghi, che già aveva chiesto la revoca del decreto, ora può contare sul sostegno formale dell’Atp in questa battaglia per difendere l’autonomia gestionale del torneo.
Le opzioni per una mediazione
Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di un ritorno alla normativa precedente (decreto 16 del 2020), che prevedeva già una sinergia tra Fitp, Comune e Regione, senza ingerenze dirette di Sport e Salute. Binaghi apre anche alla possibilità estrema di rinunciare ai finanziamenti pubblici.
«Chiediamo il ripristino della vecchia norma (il decreto 16 del 2020, ndr) che ha garantito la sinergia con Comune e Regione. Noi vorremmo provare tutte le strade, non ultima quella di rinunciare al contributo statale e cercare di reperire ulteriori risorse sul mercato purché ci venga data la possibilità di gestire in modo indipendente le Atp Finals a Torino».
Il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, è in contatto costante con Binaghi e cerca una mediazione. In caso di rinuncia ai fondi statali da parte della Fitp, le risorse potrebbero essere dirottate su altre priorità sportive, come impianti e palestre scolastiche.