L’Nba vede l’Europa: Milano e Roma si preparano alla nuova era del basket continentale

La lega statunitense si avvia a grandi passi verso il Vecchio Continente, con le due metropoli italiane coinvolte nel progetto: oltre all’aspetto sportivo cruciale anche il tema infrastrutturale.

Intervista Petrucci Milano Roma NBA
italia in prima fila
Giovanni Petrucci (Photo by: Andrea Staccioli / Insidefoto)

Il basket si prepara ad una rivoluzione.  Prende sempre più forma il progetto destinato a cambiare il panorama cestistico europeo: lo sbarco ufficiale dell’Nba in Europa con una nuova competizione.

«Ormai è fatta. Direi anzi che è ufficiale. L’ha detto il commissioner dell’Nba Adam Silver tempo fa. Dal 2027 parte l’avventura della Nba in Europa. Un campionato a 16 squadre, alcune fisse e altre che entrano per meriti sportivi», conferma Gianni Petrucci, presidente della FIP, intervistato da Il Messaggero.

La geografia del progetto

Il progetto coinvolgerà le grandi capitali del continente, spesso con il supporto diretto di grandi club calcistici che siano già strutturati come polisportive oppure che siano interessate ad espandere il raggio d’azione. 

«Questo progetto che coinvolge l’Europa conferma l’importanza del nostro sport. E partendo dalle grandi squadre di calcio: saranno coinvolte Manchester, Londra, Parigi perché il Psg ha confermato il suo interesse, come Monaco con il Bayern, che ha già una grande squadra di basket. Poi Istanbul, Atene, Madrid e forse anche Barcellona».

In questo scenario, anche l’Italia è chiamata a giocare un ruolo da protagonista. «Di sicuro Roma e Milano sono le uniche due città italiane che rientrano nel progetto. Mi risulta che a Milano, e da tempo, si stiano muovendo molte cose».

Il punto su Milano

Nel capoluogo lombardo l’Olimpia Milano è in prima linea ed è sempre elevata l’attenzione del mondo calcistico rappresentato da Inter e Milan, che hanno tenuto contatti ad alto livello con i rappresentanti NBA. 

Nel frattempo, anche il presidente biancorosso Pantaleo Dell’Orco ha già manifestato la volontà di essere parte della nuova lega, affidando a Ettore Messina un incarico specifico per lo sviluppo del progetto Nba Europe.

Sul fronte delle strutture, al momento l’impianto più capiente della città è il Forum di Assago, anche se per i Giochi Invernali verrà ultimata una nuova arena in città: «a Milano potrebbe essere utilizzato l’impianto di Santa Giulia, dove per le prossime Olimpiadi ci sarà l’hockey su ghiaccio».

La situazione a Roma

Roma, però, non vuole restare a guardare. Nonostante le attuali squadre cittadine non siano ai vertici del basket italiano, l’importanza della piazza la rende centrale nel disegno della lega statunitense.

«Nella nostra città ci sono realtà importanti, anche se al momento le squadre non sono ai vertici del basket italiano: parlo della Virtus, della Luiss e della Stella EBK che hanno alle spalle proprietà solide. E lo sbarco dell’Nba non può non essere visto come un’opportunità. La cosa sta marciando, vediamo dove arriverà».

Sullo sfondo resta anche il nome di Dan Friedkin, proprietario della Roma calcio e protagonista negli Stati Uniti di un tentativo di acquisizione dei Boston Celtics: «È un nome importante, non bisogna scartare nulla. Al momento non sono ancora a conoscenza di un interessamento diretto», ammette il presidente federale.

Il tema infrastrutturale nella Capitale

Parallelamente alla costruzione del progetto sportivo, Roma si muove anche sul piano infrastrutturale. Il nodo cruciale è quello dell’impianto. Il Centrale del Foro Italico è destinato a diventare una struttura polivalente, capace di ospitare anche il basket di alto livello. 

«Sport e Salute mi ha garantito che il Centrale avrà una copertura entro l’estate del 2027». Il progetto prevede un ampliamento di circa 2 mila posti, portando la capienza complessiva a 12.700 spettatori.

I lavori partiranno subito dopo la finale degli Internazionali di tennis del maggio 2026 e dureranno 18 mesi, con una pausa nel 2027 per consentire lo svolgimento regolare del torneo. 

L’investimento complessivo supererà i 60 milioni di euro, con l’obiettivo di rendere il Centrale operativo per 18 discipline diverse, circa 150 giorni l’anno, e generare ricavi stimati in 22 milioni annui. 

La ricerca di una licenza

In attesa del completamento dell’opera, il PalaEur potrebbe ottenere una deroga per ospitare temporaneamente le partite interne della nuova franchigia, che poi potrebbe comunque essere oggetto di una riqualificazione per modernizzarlo e adeguarlo al basket.

Sul piano sportivo, intanto, si valutano le modalità di ingresso nel sistema cestistico italiano. A Roma prende quota l’ipotesi di una nuova società pronta a iscriversi al prossimo campionato di Serie A, eventualmente attraverso l’acquisizione di un titolo sportivo esistente.

Le piste portano a Cremona, nonostante le smentite ufficiali, e a Trapani, club in difficoltà sul fronte societario nonostante il sostegno della proprietà non sia mancato come testimoniano i versamenti garantiti dal presidente Valerio Antonini.

I termini finanziari

Il quadro economico dell’operazione è imponente. La nascente Nba Europe non ha ancora ufficializzato un business plan definitivo, anche se si ritiene che ogni franchigia dovrà sostenere un investimento iniziale compreso tra 500 milioni e un miliardo di dollari, includendo arene, marketing e merchandising. 

I consulenti finanziari coinvolti, The Raine Group e JP Morgan, stanno lavorando alla struttura del modello di franchising, con l’obiettivo di creare un ecosistema sostenibile, ispirato al tetto salariale della Nba statunitense.

«Il basket è praticato in 215 nazioni ed è il primo sport in più di 40 Paesi – conclude Petrucci -. Tutto il mondo gioca a basket, quasi come il calcio che rimarrà sempre il primo in Italia: superarlo per ascolti e interesse del pubblico, è una pia illusione», ma il progetto Nba Europe rappresenta un salto di scala senza precedenti. 

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