Tempesta su Trapani: il presidente Antonini consegna i club al sindaco

Il patron dei club di calcio e basket ha annunciato la decisione di fare un passo indietro in seguito allo scontro con la tifoseria e le divergenze con le istituzioni del territorio.

Trapani dimissioni Antonini
clima rovente
Image credits: LBA / Ciamillo & Castoria

La città di Trapani vive ore di forte tensione sportiva e istituzionale. Mentre le squadre di calcio e di basket raccolgono risultati importanti sul campo, la loro continuità gestionale è messa a serio repentaglio. 

Valerio Antonini, imprenditore romano che negli ultimi due anni ha guidato la rinascita del calcio granata e portato la Trapani Shark ai vertici della pallacanestro nazionale, ha annunciato l’intenzione di fare un passo indietro e di rimettere le società nelle mani del sindaco Giacomo Tranchida.

La decisione di fare un passo indietro

Il terremoto arriva al termine della nona vittoria in dieci gare della Trapani Shark sul parquet di Treviso, annunciato attraverso un post pubblicato su X dal presidente Valerio Antonini che prende posizione in maniera netta. 

«Visto che non ci sono soluzioni alternative a una convivenza diventata ormai impossibile tra me e una parte della tifoseria di calcio e basket, consegno la gestione delle società in mano al sindaco».

Nel suo lungo messaggio, Antonini descrive un clima divenuto insostenibile, segnato da attacchi personali e proteste pubbliche: «Sono pronto a dimettermi da presidente», ha dichiarato, motivando la scelta anche con la necessità di tutelare la propria famiglia. 

La posizione del comune

«Ho deciso di consegnare simbolicamente le chiavi della squadra di calcio e di quella di basket al sindaco Giacomo Tranchida», chiamato a farsi carico delle società fino a fine stagione.

Il sindaco Tranchida ha invitato al dialogo: «L’amministrazione resta disponibile a valutare eventuali proposte transattive che dovrebbero servire a rimuovere il vulnus giuridico provocato dalla stessa società sulla gestione no profit degli impianti».

Poche ore prima il patron aveva definito quella di Treviso come «la partita più difficile da quando sono presidente della Trapani Shark». Poi il cambio di tono, accompagnato dalla denuncia di una frattura insanabile con una parte del tifo e dagli striscioni comparsi nelle ultime settimane.

La frattura con l’ambiente

La tensione era esplosa già con le dimissioni di Jasmin Repesa, tecnico croato amatissimo dalla piazza, che ha spiegato la propria scelta affermando che erano «venute meno le condizioni per svolgere il mio lavoro in modo professionale».

La tifoseria, contestando la gestione societaria, ha esposto striscioni come “Vendi e vattene” all’esterno del Palashark, segnale di un malcontento cresciuto progressivamente che sta generando un clima ostile.

Alla radice della crisi ci sono anche le penalizzazioni inflitte in estate – 8 punti al calcio e 4 al basket, divenuti 5 dopo un recente deferimento – per via delle vicende legate alle irregolarità nel versamento dei tributi all’Agenzia dell’Entrate.

Il tema degli impianti

A questo si sommano gli attriti con il Comune sulla convenzione del palasport, revocata e rimodulata dopo il cambio di natura giuridica della Shark da SSD a Srl in seguito alla promozione. 

Il presidente ha parlato del palazzetto come di un caso «scientificamente» avviato dal sindaco, con cui il rapporto è inevitabilmente teso per via delle posizioni contrastanti sul tema dell’arena.

Anche sul fronte calcistico si registrano divergenze con le istituzioni, dove tiene il banco il contenzioso con l’amministrazione provinciale relativo alla gestione dello stadio, anch’esso ristrutturato da Antonini. 

Sport

Basket