Oltre il 20% degli impianti sportivi non è accessibile: il No Limits Team dimostra che si può fare

Rapporto Osservatorio Valore Sport 2025: oltre il 20% degli impianti sportivi italiani è inaccessibile alle persone con disabilità. Il No Limits Team di Monza rappresenta un modello virtuoso di inclusione.

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l'impegno per l'accessibilità
Image Credits: comunicato stampa Espresso Communication

Lo sport dovrebbe essere sinonimo di inclusione, eppure in Italia migliaia di persone con disabilità si trovano ancora di fronte a ostacoli insormontabili. Secondo il Rapporto Osservatorio Valore Sport 2025, realizzato da The European House Ambrosetti in collaborazione con CONI, Comitato Italiano Paralimpico, ICSC e Sport e Salute, oltre il 20% dei circa 77mila impianti sportivi nazionali risulta inaccessibile.

Il problema è strutturale: il 44% delle strutture risale agli anni ’70-’80 e presenta gravi barriere architettoniche. Una situazione che si scontra con una domanda crescente. I dati ISTAT per l’anno scolastico 2023-2024 registrano quasi 360mila alunni con disabilità, pari al 4,5% degli iscritti, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente e del 26% in cinque anni.

Nonostante l’aumento del 10% dei docenti con formazione specifica per il sostegno negli ultimi quattro anni, persiste una forte discontinuità: oltre il 57% degli studenti con disabilità cambia insegnante di sostegno da un anno all’altro. Sul fronte della pratica sportiva, l’Istituto nazionale di statistica rileva che nel 2024 oltre 21,5 milioni di persone dichiarano di praticare attività fisica, ma le barriere d’accesso compromettono l’equità di questa partecipazione.

Il modello virtuoso di Monza

In questo scenario, il No Limits Team di Monza rappresenta un esempio concreto di come si possa costruire un ambiente davvero accessibile. Nata nel 2017 dalla collaborazione tra l’Associazione Silvia Tremolada e il Vero Volley, la squadra di pallavolo è iscritta a Special Olympics e conta circa cinquanta membri: 35 atleti con disabilità intellettive e venti partner provenienti dal volontariato e dalle scuole superiori.

Gli atleti condividono il campo dell’Opiquad Arena con le campionesse di Serie A come Paola Egonu e Anna Danesi, giocando partite 6 contro 6 con alcune regole adattate. Ogni squadra deve schierare sempre 3 atleti e 3 partner, che li supportano nell’esecuzione di azioni sempre più complesse. Tra le norme specifiche: massimo 3 battute consecutive per giocatore, rotazione dopo ogni ciclo di servizi e obbligo di almeno un tocco da parte di un atleta in ogni azione.

«L’elemento più prezioso è il valore umano che viviamo ogni giorno insieme ai ragazzi, – sottolinea Alessandra Marzari, presidente di Vero Volley. – Non offriamo solo un’attività sportiva: creiamo un ambiente accogliente in cui ogni persona può sentirsi parte integrante di un progetto condiviso. L’attesa del momento di sport insieme per i ragazzi e le loro famiglie ha un significato difficile da comprendere se non lo si vive».

Dai campi di Monza al podio mondiale

I risultati parlano chiaro. Quest’anno la squadra, sponsorizzata da ArgenX, disputerà i secondi Incontri Regionali Ricreativi di pallavolo di Special Olympics contro altri sette team lombardi. Ma il traguardo più importante lo ha raggiunto Sonia Ciboldi, veterana del No Limits, selezionata per rappresentare l’Italia alla prima World Cup di pallavolo a Katowice, in Polonia, dove la Nazionale si è classificata sesta.

«L’esempio di Sonia testimonia la bontà del nostro lavoro, – afferma Massimo Tadini, direttore responsabile del No Limits Team. – Dobbiamo lavorare affinché la parola inclusione significhi davvero un’autentica mescolanza di persone che hanno opportunità diverse dalla vita. Finché continueremo a parlare di integrazione di un mondo con l’altro, sottolineandone la diversità, non potremo parlare di vera inclusione. Troppe volte i due mondi stanno insieme nello stesso luogo ma restano empaticamente separati».

Tadini conclude con una visione precisa: «Continuerò a stare vicino a questa realtà in cui tutti servono agli altri per raggiungere uno scopo comune: fare punto e vincere le partite attraversando sensazioni, paure, situazioni ed emozioni, come tutti fanno nella propria vita».