Il Giro d’Italia sotto pressione dai team. A fronte della decisione di RCS Sport di organizzare la Grande Partenza in Bulgaria le squadre del World Tour chiedono un contributo economico molto più consistente.
La corsa rosa nel 2026 partirà dal Mar Nero, con la prima tappa previta da Nessebar a Burgas, ma la partita è già iniziata lontano dalle strade bulgare, con RCS impegnata a mediare per assicurarsi la presenza dei campioni.
Il nodo economico
Il nodo centrale è economico. L’avvio in Bulgaria, che garantisce a RCS un introito stimato in 11 milioni di euro secondo quanto riporta Il Giornale, si deve scontrare con il malcontento dei team, contrariati per i costi logistici raddoppiati.
Alle squadre è richiesto un doppio sforzo: trasferire uomini e mezzi oltreconfine e, contemporaneamente, assicurare la presenza di un secondo blocco logistico in Calabria, dove la corsa si sposterà subito dopo la tappa di Sofia.
Significa duplicare motorhome, ammiraglie e personale su due fronti. Una spesa che non è considerata sostenibile senza un adeguato ritorno economico: da qui la richiesta di partecipare in maniera più consistente ai proventi generati.
L’aspetto sportivo
In questo scenario teso, il Giro punta sul’appeal sportivo. Le tre tappe bulgare, modellate per velocisti e attaccanti, dovrebbero garantire un avvio avvincente, nell’attesa di capire se i grandi nomi risponderanno alla chiamata.
«È una corsa che sorride al fuoriclasse danese ma anche a quello belga. Per quello che so Jonas ci sta facendo ben più di un pensierino – ha commentato Vincenzo Nibali –, anche se i programmi saranno poi definiti nelle prossime settimane con la Visma Lease & Bike, il suo team, che al momento sembra poco orientata, ma mai dire mai».
Dopo la parentesi bulgara, con arrivo a Sofia e nuove insidie per i velocisti, il Giro entrerà nel vivo di un percorso lungo 3.459 chilometri che si chiuderà a Roma il 31 maggio, ai Fori Imperiali.
La corsa presenterà una cronometro individuale, numerose tappe pianeggianti, frazioni di media e alta montagna e la Cima Coppi sul Passo Giau. Ci sarà uno sconfinamento in Svizzera, il ritorno di Milano, la commemorazione dei cinquant’anni del terremoto del Friuli con la partenza da Gemona e gli omaggi a Marco Pantani e Gino Bartali.
Diplomazia a lavoro
Un percorso ricco, equilibrato, pensato in continuità con la tradizione. Ma la bellezza tecnica rischia di passare in secondo piano di fronte allo scontro economico ormai aperto che potrebbe nuocere sul piano della competitività.
La diplomazia di RCS Sport & Events è al lavoro da settimane per convincere le squadre della bontà di un’operazione logisticamente faticosa ma, per l’organizzazione, indispensabile sul piano finanziario.
Le squadre, dal canto loro, non intendono muoversi senza una revisione del modello di distribuzione degli introiti. Non si accontentano più di “un contentino” a fronte di un Giro che incassa dall’estero e chiede loro sacrifici sempre maggiori.
Chi vincerà questa prima tappa, quella dei conti, si capirà solo nelle prossime settimane, con le parti a lavoro alla ricerca di un nuovo equilibrio in un autentico braccio di ferro che è nell’interesse di tutte le parti risolvere al più presto.