Nessun piano B rispetto all’Arena Santa Giulia. Se il PalaItalia non sarà pronto per l’avvio dei Giochi Invernali di Milano Cortina, non vi sarà alcuna sede “alternativa” per ospitare l’hockey sul ghiaccio.
Un tema che alle nostre latitudini non sta destando così tanto sconcerto ma che negli Stati Uniti, come ha raccontato il New York Post, smuove invece non poca preoccupazione.
I lavori per la nuova arena di Milano procedono alacremente ma, per quanto il passo sia spedito, il nuovo palazzetto non sarà pronto prima di fine anno.
Tempistiche che, con i Giochi in partenza il 6 febbraio, risultano quanto meno surreali in Nordamerica.
Negli States la questione ha una eco mediatica ben più ampia anche perché le Olimpiadi di Milano – Cortina segneranno il ritorno tra le fila delle nazionali dei giocatori di hockey più forti al mondo, ovvero quelli che militano nella NHL.
Un’assenza più che decennale, considerando che l’ultima presenza dei top player nordamericani risale ai Giochi invernali del 2014, e che la riconciliazione tra il Comitato Olimpico Internazionale e la lega nordamericana è figlia di un percorso lungo e tortuoso.
Santa Giulia nessun Piano B: il warning lanciato dall’Associeted Press
Va da sé che l’affermazione «non c’è un piano B», di Andrea Francisi chief games operations officer dei Giochi, rilasciata all’Associeted Press, ha destato non poco sconcerto.
Non esiste nessuna alternativa e l’unica strada percorribile è completare il nuovo palazzetto e garantirne l’operatività entro le prime gare.
Prime gare a cui mancano due mesi scarsi, tenendo conto che il 5 febbraio, un giorno prima della cerimonia di apertura, vi sarà la prima partita del torneo femminile.
«L’avanzamento dei lavori viene monitorato ogni giorno – ha aggiunto Francisi, mostrando un cauto ottimismo –, siamo a stretto contatto con tutti i partner che stanno realizzando la struttura e i lavori hanno subito una robusta accelerazione. Siamo fiduciosi di farcela».
I nodi del Santa Giulia, tra il test event a gennaio e gli extra costi
Per i media statunitensi l’ulteriore elemento che desta stupore e preoccupazione è dovuto al fatto che il test event dell’arena sia stato rimandato a metà gennaio, a circa tre settimane dall’avvio delle Olimpiadi.
Tempi incomprensibili rimarcati dall’NHL in quanto tra il test e il primo match in un nuovo palazzetto del ghiaccio fanno passare anche un anno.
Il Santa Giulia, che dai 180 milioni di euro stimati nel dossier di candidatura, avrà un saldo finale superiore ai 300 milioni, anche se al fotofinish sarà sicuramente pronto.
Si tratta dell’unica struttura, a conti fatti, costruita ex novo per le Olimpiadi e l’unica ad avere un futuro piuttosto scritto, tra concerti ed eventi (nella piazza di Milano non esiste un’arena da 16mila posti) e soprattutto per le ATP Finals che potrebbero traghettare nel capoluogo lombardo dal 2027.
D’altronde, è stato il presidente della Fondazione Milano Cortina, Giovanni Malagò, a ribadire a più riprese che «Deve essere tutto pronto».