La scommessa Newey come team principal: Aston Martin punta sul progettista

Lawrence Stroll affida ad Adrian Newey il ruolo di team principal dal 2026. A 66 anni, il leggendario progettista assume per la prima volta la guida operativa di una squadra di Formula 1.

Adrian Newey
nuovo team principal
Image Credits: Federico Basile / Insidefoto

Lawrence Stroll ha scelto la carta più imprevedibile del mazzo. Adrian Newey, 66 anni, diventerà team principal del team Aston Martin dal 2026, sostituendo Andy Cowell dopo appena dodici mesi dall’insediamento. Una decisione che ha colto di sorpresa il paddock di Losail e solleva interrogativi che vanno ben oltre l’entusiasmo di facciata.

Partiamo dai fatti: Newey è probabilmente il più grande progettista della storia della Formula 1. Tredici titoli piloti, dodici costruttori, quasi vent’anni di dominio con Red Bull. Il suo curriculum parla da solo. Ma gestire un intero team è tutt’altra cosa rispetto a disegnare un’auto vincente.

Una mossa dettata dall’emergenza

La nomina arriva in un momento delicato. L’Aston Martin langue all’ottavo posto in classifica costruttori, mentre le speculazioni su tensioni interne tra Newey e Cowell si sono rincorse per settimane. L’annuncio di mercoledì sera sembra più una mossa difensiva che una strategia pianificata: zittire le voci su un possibile arrivo di Christian Horner e dare una parvenza di stabilità a un team in costante fermento.

Cowell passa al ruolo di Chief Strategy Officer, incarico che sulla carta valorizza la sua esperienza nel mondo dei motori. Nella sostanza, è un passo indietro dopo un anno al comando. Il tempismo tradisce l’urgenza: il reset regolamentare del 2026, la partnership con Honda, l’ambizione dichiarata di scalare la classifica. Serviva un cambio di rotta, e Stroll l’ha imposto.

Ma è questa la rotta giusta?

«Negli ultimi nove mesi ho visto grandi talenti individuali all’interno del nostro team, – ha dichiarato Adrian Newey. – Non vedo l’ora di assumere questo ulteriore ruolo mentre ci poniamo nella posizione migliore possibile per competere nel 2026, dove affronteremo una situazione completamente nuova, unita alla notevole sfida rappresentata dalle nuove normative».

Ruolo aggiuntivo, appunto. Perché il sospetto è che continuerà a fare ciò che sa fare meglio – progettare – delegando gran parte delle responsabilità operative. Mike Krack, attuale Chief Trackside Officer, sarà probabilmente il vero direttore d’orchestra nei weekend di gara. E quante volte vedremo Newey in pista? Dieci gran premi? Forse meno?

Un team principal moderno deve gestire sponsor, media, risorse umane, strategie commerciali. Deve essere il volto pubblico della squadra, presente e comunicativo. Newey ha sempre preferito l’ombra della galleria del vento alla luce dei riflettori. È difficile immaginarlo impegnato in conferenze stampa infinite o riunioni con gli investitori.

Il rischio di una soluzione transitoria

L’impressione è che questa sia una soluzione transitoria mascherata da svolta epocale. Aston Martin ha bisogno di stabilità ai vertici, non di continui rimescolamenti. Ha investito cifre monstre nella fabbrica di Silverstone, ha attratto talenti da tutto il paddock, ha stretto alleanze strategiche.

«Sono lieto che Adrian assumerà il ruolo di team principal, – ha sottolineato Lawrence Stroll che gli consentirà di sfruttare appieno la sua creatività e competenza tecnica. Questi cambiamenti garantiranno al team di essere nella posizione migliore per sfruttare al massimo i propri punti di forza».

Ma una squadra non si costruisce solo con denaro e infrastrutture. Serve una leadership chiara, coerente, di lungo periodo.

A 66 anni, per quanto brillante, Newey rappresenta davvero il futuro? O è l’ennesima scommessa di un proprietario disposto a tutto pur di vedere la sua squadra vincere? La risposta la daremo solo tra qualche anno. Nel frattempo, il rischio è che il genio sia distratto da compiti amministrativi quando dovrebbe concentrarsi sull’unica cosa che conta davvero: disegnare l’auto che riporti Aston Martin sul podio, o meglio, alla vittoria.

La Formula 1 del 2026 sarà una pagina bianca. Nuovi regolamenti, nuove opportunità. Ma le grandi rivoluzioni tecniche si vincono in galleria del vento, non in sala riunioni. E forse è proprio lì che Newey dovrebbe stare.