L’Italia festeggia una Davis da ricordare. Le Final Eight di Bologna vinte dalla rappresentativa azzurra si sono rivelate come un catalizzatore di valore economico, sociale e territoriale, capace di generare ricadute significative ben oltre i confini dell’evento stesso.
I numeri offrono un quadro chiaro della capacità della manifestazione di mobilitare pubblico, creare lavoro, attivare economie locali e restituire allo Stato con gli interessi l’investimento messo in campo.
La partecipazione e le ricadute economiche
La partecipazione è stata rilevante: nel corso degli otto giorni di gara si sono registrate 61.463 presenze complessive e 47.877 spettatori unici, numeri sostanzialmente in linea con quelli della scorsa edizione di Malaga che ha accolto 65mila fan.
Il 42,3% degli spettatori è arrivato dall’Emilia-Romagna, il 46% dal resto d’Italia e l’11,7% dall’estero: un mix che racconta un torneo capace di muovere turismo coinvolgendo le comunità locali e allo stesso tempo consolidando la propria dimensione globale.
Ma è sul piano economico che la Davis ha lasciato il segno più tangibile. L’impatto complessivo generato dall’evento ha raggiunto i 143,8 milioni di euro, una cifra suddivisa tra impatto diretto, indiretto e indotto.
L’effetto diretto è stato quantificato in 64,8 milioni, mentre quello indiretto – legato alle attività attivate lungo la filiera – ha raggiunto 55,2 milioni. Ulteriori 23,8 milioni derivano invece dall’indotto, cioè dalle ricadute economiche connesse all’aumento del reddito e alla conseguente spesa delle famiglie e dei lavoratori coinvolti nell’evento.
Lo stimolo all’occupazione e le entrate fiscali
Un effetto simile non poteva non riflettersi sul fronte occupazionale: la Davis ha contribuito alla creazione o al mantenimento di 1.071 posti di lavoro espressi in FTE, generando allo stesso tempo 27,5 milioni di euro di reddito distribuito alle famiglie italiane.
Anche le ricadute sul fronte fiscale sono state di magnitudo importante. Le entrate complessive per lo Stato hanno toccato quota 24,2 milioni di euro, tra gettito diretto, indiretto e indotto.
Il dato è ancora più significativo se confrontato con il contributo pubblico all’evento, pari a 6,5 milioni: ogni euro investito dal Governo è stato moltiplicato per 3,7 in termini di ritorno fiscale.
L’impatto sociale
Se l’impatto economico colpisce per dimensione, quello sociale non è da meno. Le ricadute complessive sono state stimate in 92 milioni di euro, suddivisi tra benefici legati alla pratica sportiva, alla partecipazione del pubblico e al turismo attivato nei giorni della manifestazione.
Un ruolo decisivo lo ha avuto la trasmissione televisiva in chiaro, che da sola ha generato 45 milioni di euro di valore sociale, contribuendo per il 49% al totale dei benefici stimati. La possibilità di raggiungere gratuitamente milioni di spettatori ha amplificato la portata dell’evento, migliorandone l’accessibilità e rafforzandone l’impatto culturale.
La dimensione della sostenibilità
A completare il quadro, il giudizio estremamente positivo sul fronte della sostenibilità. La rassegna tennistica ha ottenuto un rating ESG complessivo pari ad AA+, con valutazioni elevate in tutte le aree.
La manifestazione ha ottenuto un rating AA per l’ambiente, AA per il sociale e AAA per la governance. Si tratta di un giudizio che conferma come l’organizzazione dell’evento sia in linea con i migliori standard internazionali richiesti ai grandi appuntamenti sportivi.
Mettendo insieme tutti questi elementi – partecipazione, economia, lavoro, fiscalità, impatto sociale e sostenibilità – la Coppa Davis si configura come un modello virtuoso di evento sportivo.
Un appuntamento che ha valorizzato l’eccellenza del movimento tennistico azzurro e al contempo dimostra la capacità dello sport di essere un motore di crescita per i territori agendo come moltiplicatore economico e acceleratore di inclusione e coesione sociale.