NBA Europe verso il decollo: il Milan in prima linea nel progetto

Il vice commissioner della lega statunitense Mark Tatum traccia il punto sugli ultimi sviluppi, menzionando esplicitamente il club rossonero come papabile partecipante alla competizione.

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il diavolo protagonista
Photo by: Andrea Staccioli / Insidefoto

L’NBA accelera in direzione Europa. La lega statunitense sta pianificando una competizione che coinvolga franchigie permanenti distribuite tra i principali Paesi del continente. E tra i club coinvolti nelle interlocuzioni preliminari c’è anche il Milan.

A confermarlo è il vice commissioner NBA Mark Tatum, che – dal palco della Dealmakers Conference di SBJ a New York – ha delineato un cronoprogramma ormai molto vicino alla definizione finale.

La geografia del progetto

Il piano della lega prevede 12 squadre permanenti, distribuite principalmente in sei Paesi: Francia, Germania, Italia, Spagna, Turchia e Grecia. Tatum non si è limitato alle aree geografiche, ma ha identificato anche alcuni club candidati.

Tra le società già dotate di una divisione cestistica ha menzionato Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, LDLC ASVEL, soffermandosi soprattutto i grandi marchi calcistici con ambizioni multisport.

«Quasi come la Champions League del basket in Europa – ha dichiarato -. Marchi come Real e Barça, oltre a Manchester City e PSG e AC Milan che giocano a basket. È estremamente interessante».

Lo stadio delle discussioni

La menzione del Milan, unico club italiano inserito in questo gruppo d’élite, conferma il posizionamento globale dei rossoneri e il potenziale interesse del club verso un’espansione nel mondo del basket.

Il dirigente interpellato successivamente da The Athletic rispetto allo stadio delle discussioni ha precisato come si tratti ancora di una fase embrionale, considerando che le vere e proprie candidature avverrano successivamente 

«Non c’è ancora nulla di definitivo. Stiamo parlando con molti potenziali investitori nell’ecosistema. Quelle erano solo delle possibili opzioni. Penso che ci sarà un mix: squadre esistenti nei campionati di vertice, club calcistici che non hanno un team di basket e realtà completamente nuove».

Il punto sulle licenze di Eurolega

La futura NBA Europe vedrà dunque una composizione ibrida tra società esistenti e realtà fondate ex-novo. Un nodo fondamentale riguarda la disponibilità delle squadre EuroLeague a migrare verso il nuovo progetto.

«Dalle informazioni in mio possesso le licenze scadono alla fine del prossimo anno – ha spiegato -. Diverse squadre non hanno firmato il rinnovo. Quando le licenze scadranno, saranno libere di giocare in qualsiasi lega vogliano».

L’Eurolega sostiene che il vincolo sia valido fino al 2036, ma resta il fatto che la situazione contrattuale non è uniforme tra i vari club. Questo apre spazi di manovra alla NBA che ha già allacciato i contatti.

Le tempistiche

La roadmap è tracciata: «Inizieremo la fase di bidding nel primo trimestre del 2026. L’obiettivo è far partire la lega nel 2027 e, già nel primo anno, organizzare un torneo di preseason contro le squadre NBA statunitensi».

Diversamente a quanto precedentemente filtrato, il primo anno non vedrà la competizione avviata a pieno regime ma solamente un assaggio del campionato vero e proprio che partirà dalla stagione successiva.

«La stagione di play-in sarebbe probabilmente il 2027-28 e la prima stagione completa arriverebbe nel 2028-29». Un anno di transizione permetterà ai club non coinvolti direttamente di competere per gli ultimi posti disponibili.

Gli incroci tra franchigie USA e club europei

Tatum immagina un futuro di competizioni incrociate: «Nell’immediato, si potrebbe creare una competizione tipo una coppa di preseason. Le squadre NBA vanno in Europa a giocare contro squadre europee, come Knicks, Lakers e Bulls contro PSG, Real e Man City. Questo potremmo farlo già nel primo anno.”

Nel medio termine ci potrebbero essere ulteriori sviluppi: «Tra cinque o dieci anni, i vincitori del campionato europeo potrebbero partecipare alla NBA Cup.“Potresti vedere il Milan o il Barcellona giocare nella NBA Cup.”

Non si escludono scenari ancora più visionari: «A lungo termine, se la qualità continua a crescere, con infrastrutture di livello mondiale e viaggi supersonici, si potrebbe immaginare una divisione europea dell’NBA.”

Il nodo del salary cap

Tatum non nasconde che ci siano ancora ostacoli, in particolare nell’importare aldilà dell’oceano strumenti che possano garantire una competizione equa, con particolare riferimento al sistema di salary cap.

«Dobbiamo assicurarci dell’equilibrio competitivo e della sostenibilità finanziaria di lungo termine. Abbiamo ancora del lavoro da fare, con il modello, con i nostri proprietari, con la FIBA».

Il via libera al bidding nel 2026 arriverà solo quando tutte le parti avranno approvato la struttura legale e finanziaria, mentre proseguono fitte le discussioni per determinare l’architettura della nuova lega.

La fee di ingresso e l’aspetto sportivo

La NBA ha confermato che Raine Group e JP Morgan stanno analizzando le fee di ingresso: si parla di una cifra compresa tra 500 milioni e 1 miliardo per ottenere una licenza permanente.

Tatum ha spiegato che i futuri proprietari – individui, private equity o fondi sovrani – dovranno investire anche nelle infrastrutture, uno dei pilastri fondamentali del progetto per elevare il livello del basket nel Vecchio Continente.

Sul piano sportivo, l’impatto della futura lega porterà un cambio epocale: «Potrebbe fermare il flusso di giocatori internazionali verso i college statunitensi, offrendo ai teenager europei l’opportunità di restare a casa, svilupparsi e guadagnare».

Il livello in campo è già alto in Europa, e in tal senso il manager tiene a rimarcare l’attenzione verso la qualità: «Sarà il miglior basket d’Europa. Se l’NBA è composta dai giocatori dal numero 1 al 450, l’Europa avrà i cestisti dal 451 al 900».

Le prospettiva di una lega femminile

Tra i potenziali investitori c’è una forte attenzione anche rispetto all’eventuale nascita in parallelo di una lega femminile continentale, un tema finora in secondo piano nelle conversazioni.

«Una delle prime domande che ci vengono poste è se ci sarà una WNBA Europe. A un certo punto ci sarà una conversazione da fare su come coordinare una lega femminile attuale gestita da FIBA con il nostro progetto in Europa».

In un panorama sportivo che si muove sempre più verso modelli globali, NBA Europe promette di riscrivere gli equilibri del basket continentale creando un modello che combina le peculiarità dei due continenti e sia in grado di sfruttare appieno il potenziale commerciale della palla a spicchi.

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