Dal 26 giugno scorso Marco Giunio De Sanctis guida il Comitato Italiano Paralimpico, succedendo a Luca Pancalli dopo un quarto di secolo. Romano, classe 1962, il nuovo presidente arriva da una carriera sportiva di primo piano. È nello sport paralimpico che ha trovato la sua vera vocazione, sin dagli anni ’80. Come segretario generale e capo missione per numerosi Giochi paralimpici, ha contribuito alla trasformazione del CIP in ente pubblico nel 2017.
«Pensavo allora di aver esaurito il mio compito, – ha dichiarato in un’intervista ad Avvenire, – ma vedevo cose che non andavano come dovevano andare, soprattutto nella promozione e nell’avviamento alla pratica sportiva dei ragazzi con disabilità. E allora mi sono candidato presidente».
L’obiettivo: 50mila tesserati
La sfida è ambiziosa ma necessaria.
«Abbiamo oggi meno di 30mila tesserati, cioè persone che praticano sport a livello ufficiale e continuativo, – spiega De Sanctis. – Ne abbiamo poi un numero imprecisabile che lo fa solo come attività ludica. Dobbiamo essere capaci di raggiungere tutti».
L’obiettivo è arrivare a 50mila tesserati, ma per raggiungerlo servono interventi strutturali. Il presidente del CIP ha individuato tre priorità: promozione territoriale, formazione e accessibilità degli impianti.
«Stiamo lavorando molto sulla promozione su tutto il territorio nazionale, ridando forza ai comitati regionali, – ha affermato. – Per i paralimpici l’avviamento alla pratica sportiva è più complicato, spesso è molto difficile poter scegliere una disciplina piuttosto che un’altra».
Formazione: il cuore della strategia
Una delle innovazioni più significative riguarda la formazione. Il CIP ha creato un Centro studi università e formazione in collaborazione con scuole e atenei italiani, introducendo figure professionali specifiche: disability manager, orientatore, educatore giovanile e tutor scolastico.
«Abbiamo davvero poche persone competenti di sport paralimpico, – ha sottolineato De Sanctis. – Servono figure formate, capaci di orientare e sostenere atleti, società e istituzioni».
Il tema è stato ribadito anche durante la 42ª Assemblea Nazionale dell’ANCI, dove il presidente ha partecipato alla tavola rotonda “Lo sport in Costituzione”.
«Ciò che manca oggi sono competenze specifiche sul mondo dello sport paralimpico, e dobbiamo colmare questo vuoto per garantire una crescita strutturata e sostenibile», ha dichiarato, come riporta il CIP.
Il nodo dell’impiantistica
L’accessibilità degli impianti sportivi rappresenta il principale ostacolo allo sviluppo dello sport paralimpico.
«L’impiantistica è un punto dolente, – ha ammesso De Sanctis. – La maggior parte delle strutture sportive sono inadeguate in tutto il territorio nazionale, non solo al Sud. Ed è un grave problema che riguarda tutto lo sport, non solo quello paralimpico».
All’Assemblea ANCI, il presidente ha ribadito: «Il vero vulnus dello sport è l’impiantistica: possiamo costruire nuovi impianti, ma se quelli esistenti restano inaccessibili non servono a nulla». Per affrontare il problema, sta lavorando a una convenzione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani per un’azione coordinata tra regioni e comuni.
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Una questione culturale
Dietro le criticità organizzative si nasconde un problema più profondo.
«Non riusciamo ancora a comprendere che la disabilità è insita in ogni uomo, – ha spiegato De Sanctis. – Andando avanti con gli anni avremo tutti problemi di disabilità: è un dato scientifico. E quindi dobbiamo creare un mondo a misura dell’uomo, non del disabile».
Il presidente ha criticato duramente la narrazione pietistica ancora dominante: «È un problema culturale, purtroppo lo ripeto da tempo. È una rivoluzione che deve partire anche dalla comunicazione».
Pur esprimendo soddisfazione per il rapporto con la Rai, De Sanctis si aspetta maggiore attenzione da parte delle altre emittenti televisive e della carta stampata.
La sfida dei costi e il ruolo delle istituzioni
Lo sport paralimpico comporta spesso costi elevati per le famiglie.
«Noi siamo di supporto alle Federazioni e Discipline, e, qualche volta, anche alle società sportive, – ha precisato il presidente, – poi spetta al governo intervenire per sostenere le famiglie nell’affrontare i costi spesso ingenti per esercitare un loro diritto: quello di permettere ai loro figli di fare sport».
All’ANCI, De Sanctis ha lanciato un appello per una strategia coordinata: «Serve una sinergia tra CIP, CONI, Sport e Salute, Credito Sportivo e Comuni: solo una politica unitaria può garantire benefici concreti allo sport e alla società».
Con il presidente dell’ANCI Roberto Quintieri è già in corso la definizione di un protocollo specifico per il mondo paralimpico.
Milano-Cortina 2026: un’occasione da non perdere
I Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026 rappresentano un’opportunità unica.
«Per il nostro mondo è una grande occasione, – ha affermato De Sanctis. – Speriamo sia un evento agonistico di altissimo livello ma ci auguriamo che provochino anche un cambiamento culturale. Il vero lascito sarà questo: che i Giochi aprano anche il cuore e la mente delle persone».