Masters 1000 XXL: l’impatto della riforma del calendario tennistico

L’estensione a dodici giorni dei tornei del circuito sta avendo effetti contrastanti: da un lato, stimola gli investimenti e incrementa il budget dei montepremi, dall’altro congestiona la programmazione dei tennisti.

Cincinnati Open
un primo bilancio
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Una risposta alla crisi dall’esito ambivalente. Quando il tennis usciva dalla pandemia di Covid-19, il circuito professionistico versava ancora in uno stato di forte tensione. Per quasi due anni i giocatori avevano affrontato restrizioni, quarantene improvvise in Paesi lontani e un clima di incertezza costante.

A questo si aggiungeva il crollo dei ricavi, causato dalle limitazioni al pubblico, che aveva ridotto in modo significativo i montepremi. Fra i giocatori circolava la convinzione che il loro guadagno si fosse ridotto molto più significativamente dei ricavi dei tornei, con stime che quantificavano a una decrescita del 60% rispetto al 2019, secondo quanto riporta The Athletic.

Il tema della trasparenza economica

Quando il tennis riprese nel 2021, con test frequenti, pubblico ridotto e premi più bassi, tornò a emergere il tema della trasparenza economica. I tornei non comunicavano utili e ricavi, lasciando i giocatori nell’incertezza sul proprio reale peso. 

Las mancanza di chiarezza consentiva di distribuire ai giocatori una quota di ricavi inferiore a quella di molte leghe sportive statunitensi: fra il 12% e il 18% negli Slam, circa il 30% negli altri tornei.

Secondo gli organizzatori, però, investire senza garanzie contrattuali a lungo termine era troppo rischioso. Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP Tour, riteneva di aver individuato la soluzione capace di far ripartire il sistema. 

La proposta di Gaudenzi

Da qui la proposta messa in campo per risolvere il problema: contratti pluriennali per i tornei, un calendario ampliato e la possibilità per gli eventi di ottenere finanziamenti sulla base di entrate future garantite. 

In cambio, gli organizzatori avrebbero aumentato i montepremi e condiviso parte dei profitti, creando un Bonus Pool dei Masters 1000, che oggi distribuisce 21 milioni di dollari ai migliori giocatori delle due categorie principali.

Per rendere il sistema efficace è stato contestualmente previsto anche un meccanismo sanzionatorio per chi salta tornei obbligatori, con riduzioni proporzionali dell’accesso al bonus pool.

L’estensione dei Master 1000

All’interno della sua proposta, che è stata poi approvata dal board dell’ATP, inclusi i rappresentanti dei giocatori, un punto focale risiedeva nel trasformare i principali eventi del tour rendendoli più simili ai quattro tornei dello Slam.

Il progetto prevedeva che cinque Masters 1000 – Madrid, Roma, Cincinnati, Montreal/Toronto e Shanghaiaumentassero durata e dimensioni: da una settimana a dodici giorni e da 56 a 96 partecipanti. 

Avrebbero così ricalcato la struttura del Miami Open e del BNP Paribas Open di Indian Wells. Parigi e Montecarlo sarebbero rimasti nel formato tradizionale a 56 giocatori su sette giorni.

Un momento di svolta

Gaudenzi riteneva indispensabile aumentare il numero di tornei di grande dimensione. Creare sette eventi di livello superiore nei mesi restanti era, secondo lui, la via per sostenere una stagione di undici mesi e garantire la disponibilità continua del tennis su scala globale.

Al momento dell’annuncio, Gaudenzi descrisse questa svolta come un passaggio chiave per una crescita significativa. «Il nostro sport ha un enorme potenziale e si trova sull’orlo di una nuova era di sviluppo. Si tratta di un momento rivoluzionario per il Tour e un enorme sforzo collettivo», ha dichiarato.

Poco dopo anche la WTA seguì questa strada, per evitare di rimanere indietro. «Non si sono mai opposti», ha affermato Gaudenzi, sostenendo che la dirigenza del circuito femminile fosse pienamente informata dei piani.

I benefici sperimentati

In effetti, gli eventi di categoria 1000 – anche sul circuito WTA, dove cinque tornei sono stati ampliati – hanno iniziato a vendere più biglietti e a distribuire premi più alti. La WTA ha raggiunto un accordo per equiparare i premi dei propri principali eventi a quelli dell’ATP entro il 2027.

Alcuni obiettivi si sono effettivamente realizzati. In Italia, il Foro Italico ha ampliato strutture e capacità. Il Bonus Pool è quasi raddoppiato e dovrebbe raggiungere i 35 milioni nel 2028. Tuttavia,la soluzione oltre a innegabili benefici ha comportato conseguenze inattese.

Bob Moran, membro del board WTA e direttore del Cincinnati Open, ha riassunto così la situazione: «L’anno uno è stato un’esperienza di apprendimento», sottolineando come la riforma ha avuto un carattere in parte sperimentale.

Le conseguenze negative

Dopo la prima stagione completa con il nuovo formato, i giocatori hanno rilevato come gli eventi più lunghi che avrebbero dovuto ridurne lo stress, risultavano essere significativamente più stancanti

Fra i tennisti le lamentele sono diffuse, in particolare sulla struttura del calendario. La WTA, ad esempio, ha dieci tornei obbligatori di livello 1000, solo tre dei quali si giocano in una settimana. 

Con la modifica, le finali finiscono programmate in giorni inconsueti invece che nel weekend, con un effetto negativo rispetto alla partecipazione del pubblico e all’appeal della competizione.

Inoltre, il nuovo assetto ha fatto sì che i tornei di Canada e Cincinnati si sovrapponessero, con la finale dell’evento statunitense disputata di lunedì in concomitanza con l’inizio del torneo statunitense. 

Gavin Ziv, ceo di Tennis Canada, ha commentato: «Ci sono aspetti su cui lavorare per renderlo più efficace in futuro». Nel 2026, fra Wimbledon e il torneo canadese ci sarà una pausa di tre settimane.

Una riforma sperimentale

Da parte sua, Gaudenzi sostiene che sia troppo presto per giudicare l’esperimento. In un’intervista recente ha affermato che tutte le componenti del tennis stanno beneficiando dell’espansione. 

Creare un calendario ideale, spiega, è impossibile in uno sport in cui alcuni atleti disputano 80 partite in una stagione su una ventina di eventi, mentre la maggioranza ne gioca 40 o 50, spesso in tornei di livello inferiore. 

«Non conosco nessun settore in cui si rivoluziona tutto il primo anno. Lanci qualcosa, gli dai tempo, provi. Se dopo un po’ non funziona, prendi una decisione. Date un po’ di tempo, siate pazienti. È ciò che chiedo ai giocatori».

Le prospettive dei Master 1000

Alle Finals di Torino, Gaudenzi ha ribadito l’intenzione di mantenere i Masters 1000 in formato esteso, pur prevedendo in futuro una riduzione dei tornei minori e una pausa invernale più lunga.

Allo stesso tempo, il dirigente italiano afferma di comprendere le critiche e si dice pronto a discutere aggiustamenti, pur non volendo rinunciare ai tabelloni da 96 giocatori, che ritiene essenziali per non ampliare troppo la distanza dagli Slam. 

Secondo lui, però, quel formato può essere sostenuto in un arco temporale leggermente più breve. «Si può trovare un compromesso», sostiene Gaudenzi, suggerendo l’ipotesi di un inizio ulteriormente posticipato per le teste di serie: «Sono aperto al confronto».

La reazione dei Grandi Slam

Contemporaneamente, anche gli Slam hanno iniziato ad ampliare i propri spazi temporali. Australian Open e US Open hanno raggiunto i quindici giorni, inserendo esibizioni e nuovi eventi nella settimana precedente al tabellone principale. 

Wimbledon sta progettando un’espansione per valorizzare le qualificazioni, attualmente disputate lontano dai campi principali. Da anni, dirigenti degli Slam, ATP, WTA e rappresentanti degli atleti discutono senza trovare una soluzione condivisa. 

«Vogliono che noi diventiamo più piccoli mentre loro crescono più velocemente – ha aggiunto Gaudenzi a proposito degli Slam -. Non è giusto. I giocatori, dal canto loro, vogliono essere liberi di giocare ovunque, e guadagnare più punti e più soldi giocando di meno. L’equazione non funziona».

Il futuro del tennis mondiale

Nel lungo periodo, Gaudenzi immagina tornei così remunerativi – tra 20 e 25 milioni di dollari di montepremi – da ridurre la necessità per i top player di partecipare ai tornei minori per incassare compensi di presenza. 

Questo, a suo avviso, alleggerirebbe il calendario. Tuttavia, le regole ATP impongono ai migliori giocatori quattro tornei 500 obbligatori, mentre la WTA ne richiede sei. Dal 2028 il calendario ATP includerà anche un decimo Masters 1000 in Arabia Saudita, con un formato più breve da 56 giocatori.

La WTA ricorda che «il benessere degli atleti è sempre una priorità» e sottolinea che il nuovo sistema – accelerato dalla visione di Gaudenzi – ha già aumentato il compenso complessivo di circa 400 milioni.

Gaudenzi continua a sostenere che, con il tempo, si troverà un migliore equilibrio che lui stesso avrebbe voluto trovare da giocatore. A suo giudizio, se il tennis ha superato la pandemia, può superare anche queste sfide. «Ci vorrà del tempo, ma ci arriveremo», ha concluso.

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