Il futuro delle Atp Finals resta un rebus. Da un lato c’è Torino – già certa di organizzare la prossima edizione – forte dei risultati ottenuti e determinata a mantenere il torneo almeno fino al 2027, con l’obiettivo dichiarato di spingersi fino al 2030.
Dall’altro c’è Milano, che osserva, prepara il terreno e aspetta che l’Atp apra ufficialmente le valutazioni per il nuovo ciclo post-2026. Una partita complessa, in cui nessuna opzione è davvero esclusa.
Torino guarda al futuro con fiducia
A difendere con vigore la candidatura torinese è il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. La sua posizione è netta: «Le Atp Finals rimarranno a Torino», esprimendo fiducia sul futuro dell’evento
Per Cirio, l’esperienza maturata nel campo dell’organizzazione può diventare un’opportunità per trasformare la città in «una nuova Coverciano del tennis», un polo dedicato a uno sport che in Italia continua a crescere a ritmi straordinari: «Siamo pronti ad aprire qui una casa nazionale del tennis», spiega.
Il sostegno istituzionale non è mai venuto a mancare: «Abbiamo potenziato il Fan Village, aumentato i posti all’Inalpi Arena e siamo disponibili a ogni possibile intervento per migliorare la logistica e la fruibilità dell’evento che ha già raggiunto risultati incredibili in termini di sport e visibilità, ma anche per la capacità di coinvolgere città e territorio».
Cirio ricorda come l’evento, che poteva rimanere «uno splendido campionato al chiuso per 230 mila spettatori», a Torino sia diventato un patrimonio della comunità. Per questo la regione è proiettata al 2026 e confida nell’estensione al 2027, continuando a credere anche nel sogno del 2030.
Il monito del ministro Abodi
Il ministro dello Sport Andrea Abodi riconosce la solidità della candidatura torinese: «Attualmente Torino è la migliore dimensione possibile per questo torneo. Oggi non c’è un altro impianto in Italia come l’Inalpi Arena».
Abodi da il suo benestare alla prospettiva di un altro anno sotto la Mole dopo il 2026, sottolineando come la soluzione «avrebbe una sua ragione d’essere, a condizione che ci sia una crescita dell’evento»
Per mantenere il torneo serve però alzare l’asticella, soprattutto nell’investimento degli utili conseguiti in strutture e servizi, in modo che la città possa essere custode di una legacy della manifestazione.
La posizione di Binaghi
Il presidente della FITP, Angelo Binaghi, per il suo ruolo mantiene un approccio prudente, spiegando come il trasferimento a Milano «Non è un tema in questo momento, si sta bene a Torino. Il 2030 è lontano».
Una frase che non chiude le porte a nessuno, soprattutto perché – come lui stesso ricorda – «la manifestazione non è nostra, ma di Atp», che dovrà valutare le opzioni che massimizzano lo sviluppo dell’asset.
Tuttavia, presentare un fronte compatto tra le istituzioni rappresenterebbe sicuramente una circostanza determinante nel far pendere l’ago della bilancia verso il prolungamento almeno fino al 2027.
I punti di forza dell’opzione Milano
L’Italia vanta comunque un contratto di assegnazione fino al 2030. E qui entra in scena Milano. L’Arena Santa Giulia, in fase di completamento, promette 16mila posti e infrastrutture di ultima generazione.
Un’opzione che piace all’Atp, soprattutto in una prospettiva internazionale: solo il 18% del pubblico delle Finals a Torino proviene dall’estero, una percentuale che il circuito tennistico ritiene migliorabile.
«L’infrastruttura, l’esperienza degli appassionati, gli spazi per i giocatori e il potenziale di mercato saranno valutati per scegliere la prossima destinazione», conferma Andrea Gaudenzi, presidente dell’Atp. E aggiunge che per ora «non è ancora stata presa una decisione» sulle edizioni 2027-2030.
I possibili scenari
Tirando le somme, Torino è sicura di avere in tasca il 2026 e ha buone chance anche per il 2027. Per il triennio successivo però il capoluogo lombardo sembra la destinazione più probabile.
Cirio e il sindaco Lo Russo ribadiscono che «il territorio ha tutte le carte in regola per ospitare le Finals fino al 2030», ma sanno che, se i criteri saranno prevalentemente economici, potrebbe essere difficile competere.
Nel caso di un trasloco, si punta a ottenere un Atp 500 come eredità strutturale dell’esperienza maturata, considerando anche la mancata rappresentazione del Nord Italia nei principali tornei tennistici.
L’Italia avrà comunque le Finals fino al 2030: questo è l’unico dato certo. Il resto delle opzione rimane sul tavolo, in attesa che l’Atp avvii il confronto ufficiale. Torino punta sulla sua credibilità, Milano sullo status, in una partita ancora dall’esito incerto.