La conta alla rovescia per Milano Cortina 2026 è iniziata, e con essa emergono tutte le fragilità di un sistema di trasporti che dovrà reggere l’urto di un evento planetario. Mentre le infrastrutture sportive sono pronte, la mobilità rappresenta il vero tallone d’Achille di questi Giochi, come evidenziato da Il Foglio.
Il piano Trenord: ambizioso sulla carta, fragile nella realtà
La società ferroviaria regionale ha annunciato un potenziamento straordinario: 120 corse giornaliere aggiuntive per un totale di 2.500 treni in circolazione. Il collegamento Milano-Valtellina diventerà operativo dalle 4:20 del mattino fino alle 3 di notte, con una frequenza di una corsa ogni 30 minuti. Un piano che, secondo il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, garantirà una mobilità integrata, sostenibile e sicura per tecnici e spettatori.
Ma la realtà infrastrutturale racconta un’altra storia. Il collegamento tra Lecco e Tirano si sviluppa su un unico binario di 170 chilometri, una strozzatura che non lascia margini di manovra. In un sistema già afflitto da ritardi cronici e soppressioni frequenti, l’aggiunta di 120 corse rischia di trasformarsi in un effetto domino: basta un treno in ritardo per paralizzare l’intera linea.
Dato il +160% di arrivi dall’estero, il piano ferroviario prevede anche il potenziamento della tratta Malpensa-Milano Centrale, con servizio esteso fino alle 2 di notte. Sulla direttrice per la Valtellina, la linea Colico-Chiavenna avrà corse ogni ora fino a mezzanotte, mentre da Tirano saranno intensificati i collegamenti verso Bormio e Livigno.
A complicare ulteriormente il quadro, la decisione di Trenord di bloccare le ferie del personale durante tutto il periodo dei Giochi ha già innescato la reazione dell’Orsa, il sindacato dei macchinisti, che ha proclamato lo sciopero. Una grana non da poco per un servizio che dovrà funzionare senza soluzione di continuità.
Per garantire la circolazione dei RegioExpress ogni mezz’ora in entrambe le direzioni, i treni locali della tratta Lecco-Sondrio saranno sostituiti da autobus, come già avviene nei weekend di cantiere. Una soluzione tampone che difficilmente placherà i pendolari, già preoccupati per l’affidabilità del servizio.
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Il nodo della viabilità locale
La situazione non è migliore sul fronte stradale. Durante i Giochi, Bormio, Valdisotto e Livigno ospiteranno le competizioni, mentre Valdidentro e Valfurva saranno coinvolte indirettamente. Per gestire i flussi verrà introdotto un sistema di Zone a Traffico Limitato temporanee, le cosiddette ZTL Olimpiche. Una misura necessaria ma che rischia di complicare ulteriormente la vita quotidiana dei residenti.
La rete verso la Valtellina poggia quasi interamente sulla statale 38, arteria notoriamente congestionata. E qui arriva la doccia fredda: alcuni interventi strategici come lo svincolo del Trippi e quello della Sassella non saranno completati in tempo per i Giochi, con uno slittamento previsto non prima del 2027. Un’occasione mancata che pesa come un macigno sulle ambizioni di efficienza.
Anche il capoluogo lombardo dovrà fare i conti con una congestione straordinaria. Le linee Atm saranno potenziate, ma la città ospiterà contemporaneamente ai Giochi olimpici anche altri grandi eventi, a partire dalle fiere Bit e Micam. Un sovraccarico che rischia di mandare in tilt un sistema di mobilità urbana già sotto pressione.
Un test per il sistema
«L’obiettivo è assicurare un servizio efficiente, sostenibile e continuo durante tutto il periodo dei Giochi», ha dichiarato in una nota Trenord, Regional Transport Sponsor ufficiale di Milano Cortina 2026. Belle parole che dovranno scontrarsi con una realtà infrastrutturale inadeguata e una macchina organizzativa che mostra già evidenti segnali di affanno.
I trasporti restano, dunque, la sfida più complessa di questi Giochi, vista la vastità del territorio coinvolto e le difficoltà logistiche. Mentre al PalaItalia di Milano proseguono i lavori per le gare di hockey maschile, con i test sul ghiaccio previsti per gennaio, la vera prova olimpica si giocherà sui binari e sulle strade della Lombardia.
Un banco di prova che dirà molto sulla capacità dell’Italia di gestire grandi eventi, ma soprattutto sulla solidità di un sistema di trasporti che rischia di trasformare il sogno olimpico in un incubo logistico.
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