WNBA, crescita record a 395 milioni: l'analisi del boom, con delle incognite

Il report Relo Metrics certifica la crescita record della WNBA: 395 milioni di valore sponsor (+186%). Ma la dipendenza da Caitlin Clark e il nodo CBA sollevano interrogativi.

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Analisi report
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La regular season WNBA 2025 ha generato 395 milioni di dollari in valore mediatico per gli sponsor, con una crescita del 186% rispetto ai 138 milioni del 2024. L’analisi del report Relo Metrics, monitoraggio di tutte le 286 partite e oltre 112.000 post social delle 13 franchigie, offre uno spaccato dettagliato di un’industria in trasformazione, con dinamiche che meritano un’analisi approfondita oltre l’entusiasmo dei numeri headline.

L’espansione: numeri e struttura della crescita

L’ingresso delle Golden State Valkyries ha portato la lega a 13 squadre, con un calendario aumentato a 44 partite per team (+10% rispetto al 2024). L’incremento del valore totale (+257 milioni) è attribuibile per il 92% alla componente broadcast, passata da 82 a 337 milioni (+312%).

Per contestualizzare: il valore medio per partita broadcast è cresciuto da 342.000 dollari nel 2024 a 1,1 milioni nel 2025, triplicando in un anno. Questo balzo riflette sia l’aumento delle esposizioni dei brand (i soli loghi a centro campo sono passati da 128.000 a 195.000 apparizioni) sia una rivalutazione del CPM (costo per mille impression) legata all’incremento degli ascolti medi.

Il dato va però letto considerando che nel 2025 sono aumentate anche le opportunità di sponsorizzazione: l’esempio della Barclays Center Arena è emblematico. Nel 2024 solo Barclays occupava la zona centrale del campo; nel 2025 si è aggiunta Liberty Mutual, raddoppiando le esposizioni disponibili.

Non è quindi solo crescita organica, ma anche densificazione degli spazi pubblicitari.

La struttura del valore broadcast: crescita demografica e ascolti in contesto

Un dato interessante emerge dall’analisi delle piattaforme social: TikTok genera un valore medio per esposizione ($484) quasi doppio rispetto al broadcast ($265). Con 43 miliardi di impression sociali complessive, la WNBA dimostra di aver capito dove si trova il suo pubblico giovane.

Tuttavia, il valore assoluto generato da TikTok rimane marginale: appena 15,7 milioni contro i 337 milioni della TV. Un divario che sottolinea come l’engagement digitale non si traduca ancora in ricavi proporzionati.

Il report documenta una crescita dell’8-11% negli ascolti sulle major network rispetto al 2024, nonostante gli infortuni di fine stagione. Il dato più significativo riguarda la composizione demografica: il pubblico maschile 18+ è cresciuto del 20% e ora rappresenta il 53% dell’audience media.

Il trend è innegabile: la WNBA ha raggiunto una massa critica di audience che giustifica investimenti pubblicitari significativi. La viewership media delle partite nazionali si è stabilizzata intorno ai 700.000 spettatori, una soglia che nel panorama sportivo americano contemporaneo rappresenta un risultato concreto.

Il dato sulla crescita del pubblico maschile è particolarmente rilevante per gli sponsor: un’audience bilanciata amplia il ventaglio di categorie merceologiche potenzialmente interessate.

Caitlin Clark: driver di crescita o single point of failure?

I dati quantificano come la stagione sia stata dominata dall’effetto Caitlin Clark. 9 delle 10 partite broadcast più viste e remunerative hanno coinvolto i suoi Indiana Fever. Il match del 13 luglio contro Dallas Wings ha generato da solo 19,7 milioni di valore sponsor, il 5% del totale stagionale in una singola partita.

Gli Indiana Fever, con record di 24-20 (settimo posto), hanno dominato il ranking social con 60,4 milioni di engagement e 34,7 milioni di valore generato – più del triplo dei New York Liberty, campioni in carica con 34-10 di record.

Questa discrasia tra performance sportiva e valore mediatico evidenzia come la WNBA stia vivendo una fase di “star-driven growth” tipica delle leghe in sviluppo. La NBA degli anni ’80 attraversò una dinamica simile con Magic Johnson e Larry Bird: la crescita esplosiva fu seguita da un periodo di consolidamento quando le stelle si ritirarono.

L’analisi della viewership mensile conferma questo pattern: quando Clark e Reese si sono infortunate nell’ultimo mese di stagione, gli ascolti medi sono calati significativamente.

Dal punto di vista degli sponsor, questo significa ROI volatile e imprevedibile. Difficile costruire piani pluriennali quando il valore dell’investimento oscilla in base alla salute fisica di due giocatrici.

Il nodo contrattuale: CBA e Unrivaled come fattori di incertezza

Due sono gli elementi critici per il futuro prossimo della lega: la scadenza del Collective Bargaining Agreement e l’emergere di Unrivaled come competizione alternativa.

L’attuale contratto collettivo tra lega e giocatrici prevede che queste ultime ricevano circa il 10% dei ricavi totali, contro il 50% garantito ai colleghi NBA. Con i ricavi in crescita (i diritti TV 2025-2036 valgono 2,2 miliardi complessivi, circa 200 milioni annui), le giocatrici chiedono una revisione sostanziale.

Questo scenario comporta rischi contrattuali concreti per gli sponsor. Quelli che hanno investito nel 2025 in vista di campagne pluriennali, devono valutare coperture assicurative o rinegoziazioni preventive.

La lega 3×3 lanciata nel 2024 da Breanna Stewart e Napheesa Collier ha invece concluso la prima stagione con 30+ giocatrici WNBA sotto contratto. Per il 2026, Unrivaled ha annunciato espansione a 8 squadre e un calendario esteso.

Concentrandoci in ottica sponsor, Unrivaled rappresenta contemporaneamente un rischio (frammentazione dell’attenzione) e un’opportunità (ulteriore inventory per brand già attivi nel basket femminile). I marchi potrebbero sviluppare strategie cross-league, massimizzando la copertura temporale: WNBA da maggio a settembre, Unrivaled da gennaio a marzo.

Prospettive 2026-2030: expansion e sostenibilità

La roadmap della lega prevede l’ingresso di 5 nuove franchigie entro il 2030: Portland Fire e Toronto Tempo nel 2026, Cleveland 2028, Detroit 2029, Philadelphia 2030. Questo porterebbe la WNBA a 18 squadre, con un incremento del 38% rispetto al 2025.

Per gli sponsor, l’espansione geografica offre opportunità di activation locale: brand presenti in tutti i mercati USA possono sviluppare campagne city-specific sfruttando le nuove franchigie. Contestualmente, brand regionali ottengono nuovi touchpoint con partnership locali precedentemente escluse.

La WNBA rappresenta quindi un asset in fase di “scale-up”: superata la prova di concetto, affronta ora le sfide tipiche della crescita rapida. Gli investimenti richiedono due diligence approfondita e strutture contrattuali che contemplino gli scenari di incertezza, ma il trend di fondo appare solido e sostenuto da fondamentali reali.

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