Gli organizzatori del Tour de France hanno svelato ieri a Parigi, davanti a 3.500 persone riunite al Palais des Congrès, il percorso dell’edizione 2026, che si preannuncia come una delle più impegnative e spettacolari della storia recente.
La Grande Boucle prenderà il via il 4 luglio da Barcellona per concludersi il 26 luglio sugli Champs-Élysées, dopo 3.333 chilometri e un dislivello complessivo monstre di 54.450 metri.
La rivoluzione della cronometro a squadre
La principale novità del Tour de France 2026 è rappresentata dalla tappa inaugurale: una cronometro a squadre di 19,7 chilometri che introduce un cambio regolamentare significativo. Come spiegato dal direttore Christian Prudhomme, verranno presi in considerazione i tempi individuali dei corridori ai fini della classifica generale.
Si tratta di un format già testato con successo alla Parigi-Nizza dal 2023, che ASO ha deciso di importare al Tour: la classifica di tappa sarà stilata sul tempo del primo corridore a tagliare il traguardo per ciascuna squadra, ma a livello di classifica generale verrà registrato il tempo individuale di ogni atleta. Una modifica che punta a rendere più combattuta e strategicamente complessa questa tipologia di prova, assente dal Tour dal 2019.
Il percorso della cronometro sarà tutt’altro che scontato: dopo 15 chilometri vallonati, i corridori affronteranno la Côte de Montjuïc (1,1 km al 5,1%) e lo strappo finale della Côte du Stade Olympique (800 metri al 7%).
Un percorso per scalatori puri
L’architettura complessiva del Tour 2026 favorisce nettamente gli specialisti della salita. Con soli 45 chilometri totali contro il tempo – la cronosquadre iniziale e una cronometro individuale di 26 km alla tappa 16 sul Lago di Ginevra – il peso specifico delle prove contro il tempo sarà ridotto al minimo.
La corsa toccherà tutte e cinque le principali catene montuose francesi: Pirenei, Massiccio Centrale, Giura, Vosgi e Alpi. Il clou arriverà nel finale, con il doppio arrivo all’Alpe d’Huez nelle tappe 19 e 20. La penultima frazione, in particolare, si preannuncia devastante: 171 chilometri con 5.600 metri di dislivello, includendo colossi come il Col de la Croix de Fer, il Télégraphe e il Galibier, prima dell’ascesa finale dal Col de Sarenne.
Tra le altre novità, il debutto assoluto del Plateau de Solaison nella tappa 15, che potrebbe rivelarsi decisivo quanto l’arrivo a Le Markstein o a Orcières-Merlette.
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Barcellona nella storia
Con la Grande Partenza 2026, Barcellona entrerà in un club esclusivo: sarà la prima città al mondo ad aver ospitato Mondiali di Calcio, Olimpiadi, Coppa America di Vela e la partenza del Tour de France. Un riconoscimento che valorizza ulteriormente l’investimento della città catalana nell’evento.
La presentazione delle squadre si terrà giovedì 2 luglio all’ombra della Sagrada Família, permettendo ai corridori di essere tra i primi a contemplare la torre più alta della basilica, appena inaugurata e rispettosa del desiderio di Antoni Gaudí di non superare in altezza la collina di Montjuïc.
Il duello atteso
Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard, assenti alla presentazione del percorso, restano i grandi favoriti. Nelle ultime cinque edizioni hanno sempre concluso primo o secondo, rendendo il loro confronto il duello più atteso anche per il 2026. Il percorso fortemente montagnoso, con oltre 54.000 metri di dislivello totali, sembra cucito su misura per un confronto diretto tra i due fenomeni della salita.
L’ultima tappa, confermata con il circuito di Montmartre da ripetere tre volte prima del tradizionale arrivo sugli Champs-Élysées, garantirà che anche la giornata conclusiva non sarà una semplice passerella celebrativa.
Il business del Tour: un miliardo di euro di indotto
Al di là dell’aspetto sportivo, il Tour de France si conferma una macchina economica formidabile. L’edizione 2025 ha generato un impatto complessivo sul territorio che sfiora il miliardo di euro, considerando spesa turistica, investimenti locali, visibilità mediatica e sponsorizzazioni.
Il montepremi ufficiale di 2,3 milioni di euro (500.000 al vincitore) rappresenta solo una minima parte del valore. L’indotto locale costituisce la voce più rilevante: ogni città che ospita una tappa può registrare fino a 60 milioni di euro di spesa, con un incremento del PIL locale dello 0,14%.
Sul fronte dei ricavi diretti, il 45% proviene dai diritti tv, il restante 55% da sponsorizzazioni, merchandising e biglietteria. Il Tour 2025 ha raggiunto 3,8 milioni di spettatori medi giornalieri in Francia (picchi di 5,4 milioni), consolidandosi come l’evento sportivo più seguito in Europa dopo i grandi tornei di calcio, con copertura in oltre 190 Paesi.
Le 23 squadre al via nel 2026 operano con budget medi superiori ai 50 milioni di euro, necessari per sostenere la competizione ai massimi livelli.