Inizia il corso Banchi in Nazionale: «Pronti a navigare in acque turbolente»

Luca Banchi inizia il suo mandato triennale come CT della nazionale italiana di basket con un mini raduno a Roma. Il nuovo allenatore azzurro presenta un progetto ambizioso.

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Il progetto del nuovo CT
Image Credits: FIP

Con il raduno che si apre oggi a Roma, prende il via il mandato triennale di Luca Banchi, il nuovo commissario tecnico della nazionale italiana di basket. Segna così l’inizio di una nuova era per gli azzurri dopo l’esperienza di Gianmarco Pozzecco.

Le sfide immediate: le “finestre” e la doppia velocità

«La mia carriera dimostra che non mi ha mai spaventato navigare in acque turbolente», sottolinea il ct a La Gazzetta dello Sport a proposito della sua carriera, fatta di scelte coraggiose e sfide apparentemente impossibili.

E di acque turbolente ce ne sono parecchie nell’immediato futuro azzurro. «Undici dodicesimi della squadra dell’Europeo non sarà eleggibile per via delle finestre, e per la prima partita di qualificazione avremo solo due allenamenti per costruire un sistema», spiega Banchi, evidenziando la complessità organizzativa della fase iniziale.

La gestione della nazionale a “due velocità” rappresenta uno dei nodi cruciali.

«Mantenere la struttura invernale o meno quando arrivano i top player è sempre un dilemma – sottolinea il ct. – Voglio installare riferimenti a prescindere da chi è in campo, adattandoci alle caratteristiche di chi c’è. Con Sodini e Nocera, i tecnici federali che si occupano di Academy e reclutamento, ho condiviso linee guida che vogliamo declinare su tutte le squadre».

Con 50 giocatori italiani tra NBA, college e high school, la gestione del bacino americano diventa strategica. Banchi ha strutturato un sistema di monitoraggio:

«Vogliamo farli sentire parte integrante del movimento anche se in inverno non potranno partecipare al nostro lavoro, col monitoraggio di Ricky Fois, assistente dei Knicks, già riferimento sui potenziali naturalizzabili, e ora anche con Filippo Messina, che è a Duke, e si occuperà di scouting».

Il progetto: un decalogo per tutto il movimento

L’ambizione di Banchi va oltre la prima squadra. Insieme ai tecnici federali Sodini e Nocera, ha elaborato un piano strategico per l’intero movimento:

 «Un decalogo con cinque concetti difensivi e cinque offensivi, legati all’aggressività difensiva, concetti di difesa sulla palla o meno, collaborazioni offensive, aggressività a rimbalzo. Un linguaggio comune che naturalmente ha evoluzioni diverse tra l’Under 15 e la Nazionale A».

L’obiettivo è creare «l’idea di uno stile di gioco italiano, un filo che unisce il movimento in maniera coerente, anche per i ragazzi che passano da una nazionale all’altra».

Al raduno saranno presenti anche alcuni dei giovani vincitori delle medaglie estive della Nazionale. Una crescita, la loro, che dipende dalle scelte dei club e dal lavoro degli allenatori. Il commissario tecnico analizza la situazione:

«L’attività intermedia che manca tra giovanili e prime squadre dovremo essere tutti capaci di saperla costruire, e i mini raduni che iniziamo a fare ne sono una testimonianza. Per far toccare ai ragazzi l’ambiente azzurro, e perché trasferiscano il loro entusiasmo quando tornano nei club, gratificandoli così dei loro investimenti».

L’eredità di Pozzecco e la visione futura

Sul lavoro svolto dal predecessore, Banchi è chiaro: 

«Ho trovato un ambiente con uno spiccato senso di appartenenza e desiderio di partecipazione, caratterizzato dall’empatia di Gianmarco. Ho figure di riferimento come Datome e Trainotti che hanno fatto un lavoro straordinario, chi ha il dna vincente stimola chi è accanto a dare il meglio». 

E alla domanda su chi si riparte del gruppo di Pozzecco, risponde: «Sulle scelte peserà la ricerca del giusto mix tra chi sta performando bene, chi ha l’età in cui la Nazionale fa parte della propria affermazione e chi con la sua esperienza potrà guidare il gruppo a capire le richieste dello staff e trasformarle sul campo». 

La visione a lungo termine è ambiziosa: «Vedo una generazione che ha un grandissimo futuro: non è assurdo pensare che, quando potrà essere nella sua miglior versione, questa generazione sia destinata a competere per i massimi risultati, con me o in un altro ciclo».

Il dibattito sul minutaggio degli italiani

Sul tema sempre scottante dello spazio concesso agli italiani in Serie A, Banchi assume una posizione pragmatica:

«Non sono un paladino di questo pensiero. Ognuno ha il suo percorso, non credo alle fughe di talenti perché in Italia non sappiamo valorizzarli, credo a un mercato globale in cui i ragazzi valutano il contesto ideale per la loro valorizzazione – commenta il ct. – Il percorso di Ellis, Niang e Diouf dice che anche in Italia c’è modo per affermarsi. Se qualcuno vede la piattaforma ideale all’estero, come Nazionale siamo qui a sostenerne le scelte e da ct continuerò a seguirli e monitorarli, senza che sia un pretesto per dire che scappano dall’Italia perché non hanno opportunità».

Come sottolinea citando la filosofia degli All Blacks: «Si lavora affinché il prossimo allenatore trovi la maglia in spogliatoio in una posizione anche migliore di come l’abbiamo trovata noi».

Una visione di lungo periodo che va oltre i singoli risultati, puntando alla crescita sostenibile dell’intero movimento azzurro.

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