America's Cup a Napoli: Bagnoli verso la bonifica, sarà un polo sportivo permanente

Napoli accelera su Bagnoli per l’America’s Cup 2027: 1,4 miliardi di investimenti per bonifica e rigenerazione urbana. Nel post-evento nascerà un polo d’eccellenza per vela, canottaggio e sport acquatici.

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i progetti per l'area
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Napoli accelera su Bagnoli. Con le pre-regate dell’America’s Cup previste per giugno 2026 e la competizione principale nel 2027, la città partenopea ha definito un cronoprogramma definitivo denominato “Confronto su tre livelli” che coniuga le esigenze della manifestazione velica con il più ampio Piano di rigenerazione urbana dell’area ex Italsider.

Il piano a tre livelli

La struttura commissariale guidata dal sindaco Gaetano Manfredi, affiancato dai vice Dino Falconio e Filippo De Rossi e dal coordinatore Attilio Auricchio, ha articolato l’intervento su tre macro-categorie, come riporta Il Mattino.

Le attività coesistenti comprendono opere già previste nel piano originario di Bagnoli che risultano funzionali anche all’America’s Cup: il dragaggio delle sabbie davanti alla colmata a mare – futura base operativa della competizione – e il loro lavaggio attraverso vasche di stabilizzazione. Un intervento già in fase preliminare che consentirà di restituire alla balneabilità il primo tratto di mare subito dopo la manifestazione, con un anticipo di tre anni rispetto alla tabella di marcia originaria che prevedeva il 2030.

Le attività anticipate includono la risagomatura della scogliera radente, l’approvvigionamento di massi e la demolizione del vecchio pontile centrale. La scogliera verrà rinforzata per contenere la fuoriuscita di sabbie inquinate, proteggere la passeggiata a mare dalle mareggiate e salvaguardare le imbarcazioni durante la competizione.

Infine, le attività temporanee – pontili galleggianti e fan village – saranno a carico degli organizzatori, il team New Zealand, e verranno rimosse al termine dell’evento.

Gli investimenti

L’ambizioso progetto si realizza grazie a un robusto patto istituzionale tra il Governo Meloni e l’amministrazione comunale. Il nuovo Piano Bagnoli può contare su 1,250 miliardi di euro stanziati dal Governo, con un anticipo di 150 milioni dedicati specificamente allo svolgimento dell’America’s Cup.

«L’America’s Cup non cambia il Piano Bagnoli ma lo anticipa», ha sottolineato Manfredi in Consiglio comunale, ringraziando il Governo per il sostegno.

I lavori per il Parco urbano e il nuovo waterfront dovranno essere completati entro la prima metà del 2028, con l’obiettivo che entro quattro anni l’intera area sia trasformata in un quartiere moderno dedicato a turismo, sport, tempo libero e industria leggera.

La visione legacy: un polo multisportivo

Ma cosa accadrà dopo l’America’s Cup? La risposta sta nella legacy. L’idea lanciata dal sindaco Manfredi di trasformare Bagnoli in un centro d’eccellenza per la vela e gli sport d’acqua ha trovato l’entusiasmo delle federazioni sportive.

«L’idea di un centro interfederale nasce da un’esperienza concreta: a Taranto il governo ha già realizzato una struttura ex novo sulla banchina Torpediniera, – spiega Davide Tizzano, presidente della Federazione Italiana Canottaggio, olimpionico napoletano e vincitore della Louis Vuitton Cup sul Moro di Venezia. – È un impianto multisportivo, pensato per canottaggio, canoa, vela e triathlon. Discipline diverse ma unite dagli stessi asset tecnici. Un modello che possiamo replicare anche a Napoli».

Francesco Ettorre, presidente della Federazione Italiana Vela, condivide la visione.

«Un grande evento come l’America’s Cup deve generare una legacy concreta, – ha dichiarato – sia sul piano degli impianti sia nello sviluppo della vela. Napoli ha una storia importante e può diventare un volano enorme per l’intero settore. Lavoreremo con Sport e Salute e con il Ministero dello Sport per promuovere la vela tra i giovani e nelle scuole, creando percorsi formativi in vista del 2027».

Il progetto prevede la creazione di un polo condiviso da vela, canottaggio, canoa e triathlon, discipline che condividono esigenze simili – dalle discese a mare alle barche d’appoggio, dagli spogliatoi alle segreterie tecniche.

«Napoli ha un golfo straordinario, campi di regata ideali e una cultura velica radicata, – conclude Ettorre. – Un centro federale qui raccoglierebbe tutto il territorio e diventerebbe un hub per la vela nazionale e internazionale».

Con 240 giorni di lavori serrati e gli occhi del mondo puntati su Bagnoli, Napoli si prepara a scrivere una nuova pagina della sua storia sportiva e urbana, trasformando l’eredità dell’America’s Cup in un’opportunità di sviluppo di lungo periodo per l’intero territorio. Un progetto ambizioso ma, come ricorda Tizzano: «Abbiamo già dimostrato di saperlo fare. Ora serve solo crederci ancora una volta».