Sette medaglie, due record nazionali e un movimento che continua a trainare lo sport azzurro: il bilancio dell’atletica italiana ai Mondiali di Tokyo 2025 è positivo, ma non mancano i nodi da sciogliere.
«Nell’ambito di una Nazionale che si rinnova – ha dichiarato il presidente federale Stefano Mei, come riportato da La Gazzetta dello Sport – abbiamo di nuovo dato idea di combattività e compattezza. Abbiamo anche perso possibili risultati importanti: penso all’infortunato Diaz, a Jacobs e Tamberi fuori condizione, all’assenza di Stano, al passo falso della Iapichino. Ma in una stagione tanto lunga, siamo sempre stati protagonisti. Un nome? Quello dell’ottocentista Francesco Pernici: il futuro è suo».
I numeri di Tokyo
Il bottino azzurro comprende l’oro di Mattia Furlani, le due medaglie di Nadia Battocletti nei 5.000 e 10.000 metri, il bronzo di Leonardo Fabbri nel peso, quello di Iliass Aouani in maratona, l’argento di Antonella Palmisano nella marcia e di Andrea Dallavalle nel triplo.
Sono caduti due record nazionali – Alessandro Scotti nei 400 metri e Battocletti nei 10.000 – oltre a quattro primati personali e otto stagionali. Eppure, la percentuale di passaggio dei turni è calata: solo il 43% degli azzurri (24 su 56) ha superato le qualificazioni, contro il 65% di Budapest 2023 e il 51% di Eugene 2022.
Jacobs e il futuro della velocità
Il tema più delicato resta quello della velocità e, in particolare, del futuro di Marcell Jacobs. Le sue parole su un possibile ritiro hanno scosso l’ambiente.
«Li derubricherei a uno sfogo – riporta Tuttosport. – Un anno fa è stato quinto ai Giochi con 9”85, non può finire così. È una nostra grande risorsa, ci siamo messi a disposizione. Dovrà capire come muoversi per la guida tecnica».
Il settore velocità, come ammesso dai vertici federali, vive una fase di difficoltà dopo gli exploit olimpici di Tokyo 2021. Si vedono però prospettive interessanti nella staffetta femminile, confidando comunque in un rilancio complessivo.
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Politica e prospettive internazionali
Oltre ai risultati tecnici, il Mondiale di Tokyo ha segnato passi avanti anche sul fronte politico. Rebecca Trevisan è entrata nella commissione atleti di World Athletics come seconda più votata, mentre Roma ha ufficializzato la candidatura ai Mondiali 2031. La concorrenza è di alto livello – Monaco, Nuova Delhi, Seul, Addis Abeba e Nairobi – ma il presidente Mei si dice fiducioso:
«C’è ottimismo sulla copertura economica, ci stiamo muovendo con i giusti tempi».
La sfida organizzativa si lega a un tema strutturale: la carenza di impianti moderni.
«Siamo un Paese che vive di emergenza – ha ammesso Mei. – Vinciamo da quattro anni, c’è una evidente atletica-mania, ma le strutture restano inadeguate. Bisognerebbe chiedersi se investire nello sport non significhi, tra vent’anni, alleggerire i costi della sanità pubblica».
Un movimento in crescita
Nonostante le criticità, il quadro complessivo è di una Nazionale in salute, capace di concludere i Mondiali al sesto posto nella classifica a punti su 198 Paesi, e undicesima nel medagliere ufficiale.
«Se l’atletica sta bene, tutto lo sport sta bene, – ha ribadito il presidente, come riportato da La Stampa. – Solo il calcio è globale quanto l’atletica. E oggi il nostro movimento dimostra di avere basi solide e prospettive concrete».
Il 2025 chiude dunque con un bilancio in chiaroscuro ma proiettato al futuro: l’obiettivo dichiarato è arrivare a Los Angeles 2028 con una squadra competitiva su tutte le specialità.