World Aquatics: causa antitrust chiusa. Accordo da 4,6 milioni con i nuotatori

Un’intesa da 4,6 milioni di dollari mette fine alla disputa tra World Aquatics e oltre 260 nuotatori coinvolti nella class action per le restrizioni imposte all’ISL nel 2018 e 2019.

FINA 19th World Championships Budapest 2022
Risarcimenti nuoto
Image Credits: Andrea Staccioli / Deepbluemedia / Insidefoto

World Aquatics ha raggiunto un accordo da 4,6 milioni di dollari (circa 3,9 milioni di euro) per chiudere una class action intentata da un gruppo di nuotatori professionisti, che avevano denunciato l’ex FINA per pratiche anticoncorrenziali legate alla International Swimming League (ISL).

L’intesa, depositata presso la corte federale di San Francisco e in attesa dell’approvazione del giudice, prevede la creazione di un fondo destinato a compensare integralmente gli atleti che avevano firmato contratti per l’edizione inaugurale dell’ISL a Torino nel 2018 e per la stagione 2019.

La causa antitrust e i protagonisti

Nel 2018 un gruppo di nuotatori guidati dagli olimpionici Tom Shields e Katinka Hosszu, con il sostegno economico della stessa ISL, aveva avviato la causa. Secondo i querelanti, la federazione internazionale (allora FINA) avrebbe minacciato squalifiche e sospensioni nei confronti di chi avesse preso parte alle competizioni organizzate dalla lega privata, arrivando di fatto a bloccare l’Energy for Swim Meet di Torino del 2018.

L’accusa principale era di violazione dello Sherman Antitrust Act del 1890, legge statunitense che vieta comportamenti volti a limitare la concorrenza. I legali degli atleti hanno parlato di “interferenze illecite” e di danni economici derivanti dalla perdita di premi gara e compensi di presenza, che in molti casi non vennero mai corrisposti.

La svolta giudiziaria

Nel gennaio 2023 il tribunale distrettuale di San Francisco aveva dato ragione a World Aquatics, sostenendo che non vi fossero elementi sufficienti per stabilire una giurisdizione negli Stati Uniti. La decisione venne però ribaltata nel settembre 2024 dal Nono Circuito d’Appello, che ha consentito la prosecuzione della causa. Da qui la scelta della federazione di chiudere la controversia con un risarcimento economico.

In totale, 263 nuotatori riceveranno compensazioni. L’avvocato Jeffrey Kessler, che rappresentava i ricorrenti, ha definito l’accordo un risultato storico a beneficio degli atleti.

L’impatto economico e politico

Il caso ISL ha avuto effetti significativi sul movimento: la pressione legale e mediatica ha spinto World Aquatics ad aumentare i montepremi. Nel 2024 gli atleti hanno ricevuto 7,1 milioni di dollari complessivi, la cifra più alta nella storia centenaria della federazione.

«Questa vicenda risale alla precedente gestione di FINA e purtroppo si è trascinata per anni – ha dichiarato il presidente di World Aquatics, Husain Al Musallam. – Sono lieto che oggi possiamo offrire una somma importante agli atleti, molti dei quali furono ingiustamente penalizzati. È un segnale della nostra volontà di sostenere il nuoto e i suoi protagonisti».

Le altre pendenze legali

La chiusura della class action non esaurisce però i contenziosi. Rimane aperta una seconda causa che oppone direttamente ISL e World Aquatics. Questa dovrebbe approdare a processo con giuria nel 2026.

Inoltre, la federazione è citata in giudizio nell’ambito della controversa competizione Enhanced Games, che ha presentato un’azione da 800 milioni di dollari. Ad essere contestate sono le nuove regole che vietano agli atleti di partecipare a eventi che prevedano pratiche non conformi al codice antidoping.

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