Futuro Italbasket: l’era post-Pozzecco e l’addio di Gallinari

L’Italia di basket si ferma agli ottavi di EuroBasket 2025, battuta dalla Slovenia di Luka Doncic. Gianmarco Pozzecco lascia la panchina azzurra, Gallinari dice addio alla Nazionale. Gli scenari del nuovo corso.

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Gli scenari
Image Credits: FIP

L’Italbasket saluta EuroBasket 2025 con una sconfitta bruciante contro la Slovenia (77-84) e con l’ultima partita di Gianmarco Pozzecco sulla panchina azzurra. A trascinare i balcanici è stato ancora una volta Luka Doncic, protagonista con 42 punti, mentre l’Italia ha combattuto fino all’ultimo grazie a Fontecchio, Niang e Gallinari.

Un epilogo amaro per un ciclo generazionale che chiude con applausi e rimpianti, aprendo ufficialmente la strada al dopo-Pozzecco.

La partita: Doncic show, ma l’Italia sfiora l’impresa

Pronti via e la Slovenia vola sul 29-11, sospinta dai 22 punti nei primi dieci minuti di Doncic. All’intervallo il tabellino segna già 30 punti personali per la stella dei Los Angeles Lakers, mentre l’Italia arranca sotto di dieci (50-40). Nel terzo quarto Fontecchio (22 punti, miglior marcatore azzurro) guida la rimonta, ma un fallo pesante ne limita l’incidenza. Contributi importanti anche da Saliou Niang (12 punti, poi uscito per cinque falli) e da un Gallinari commosso e combattivo (10 punti nella sua ultima apparizione in azzurro).

La Slovenia tocca il +19, ma nel quarto periodo l’Italia trova l’orgoglio: a meno di due minuti dalla fine il tabellone recita 78-77. È il momento in cui il sogno sembra possibile, ma ancora Doncic, glaciale dalla lunetta (15/16), chiude i conti e manda i suoi ai quarti di finale.

L’addio di Pozzecco: «Ho iniziato con la Slovenia e finito con la Slovenia»

In conferenza stampa, Gianmarco Pozzecco ha confermato quello che si intuiva da settimane: il suo ciclo in Nazionale è terminato.

«È stata la mia ultima partita da ct. Ringrazio il presidente Petrucci per l’onore che mi ha dato: è stato il più grande onore della mia vita. Le cose hanno un inizio e una fine, io ho iniziato con la Slovenia e finito con la Slovenia».

Un addio senza polemiche, con il tecnico che ha sottolineato l’orgoglio per il percorso compiuto e la gratitudine verso i suoi giocatori. La decisione, condivisa con la Federazione, apre ora ufficialmente la corsa al nuovo commissario tecnico.

Banchi in pole, ma spuntano altri nomi

La FIP lavora già al futuro. In prima fila c’è Luca Banchi, reduce dall’esperienza positiva con la Lettonia e ritenuto il profilo più adatto per dare continuità tecnica e solidità difensiva. Il sessantenne coach toscano avrebbe già avuto contatti con Gigi Datome, coordinatore delle nazionali maschili.

Restano però sul tavolo altre opzioni:

  • Andrea Trinchieri, reduce dallo Zalgiris Kaunas, porterebbe esperienza internazionale e una visione moderna della gestione dei talenti.
  • Sasha Djordjevic, nome suggestivo e legato all’Italia da una lunga carriera da giocatore, oggi senza panchina.
  • Sergio Scariolo, attuale tecnico del Real Madrid, il cui arrivo sarebbe però frenato da questioni logistiche ed economiche.

La decisione definitiva è attesa nelle prossime settimane.

Una generazione senza medaglie

L’eliminazione agli ottavi chiude simbolicamente il ciclo della cosiddetta “Nazionale più forte di sempre”, definita così oltre dieci anni fa dall’allora presidente FIP Gianni Petrucci. Una generazione con NBA come Belinelli, Gallinari, Bargnani e Melli che, però, non ha mai conquistato una medaglia internazionale. Il bilancio è impietoso: nessuna finale, nessun podio.

A fine partita la FIBA ha reso omaggio a Gallinari, premiato al centro del campo dal presidente Jorge Garbajosa. Con 51 presenze e 698 punti in azzurro, il “Gallo” lascia senza trofei ma con un’eredità di professionalità e dedizione.

«Il futuro della Nazionale è in ottime mani – ha detto ai microfoni di Sky Sport dopo la partita. – Sarà emozionante seguirli in televisione».

Oggi il passaggio di consegne è inevitabile. Belinelli si è già ritirato, Gallinari ha detto addio, Bargnani appartiene al passato. Il futuro passa da Simone Fontecchio, nuovo volto dell’Italbasket, e da un gruppo giovane con Pajola, Mannion, Spagnolo, Procida e la sorpresa di questo torneo, Saliou Niang.

Ora serve una nuova identità

Il verdetto di Riga impone una riflessione. L’Italbasket non può più accontentarsi di buone prove senza risultati. Servono un nuovo commissario tecnico con esperienza internazionale, un gruppo rinnovato e un progetto di lungo respiro che punti a Los Angeles 2028.

Il dopo-Pozzecco è già iniziato: per la Nazionale azzurra è tempo di trasformare il cuore in vittorie.

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