L’Italia del tennis non smette di stupire. Quello che un tempo era il “piccolo mondo” del tennis azzurro oggi è diventato una realtà imponente, capace di imporsi sulla scena internazionale e collocarsi tra le grandi potenze mondiali.
Il percorso che ha portato l’Italia al vertice non è stato improvviso: dalle semifinali di Marco Cecchinato al Roland Garros 2018, dopo quarant’anni di assenza di rilievo nei grandi tornei maschili, fino ai trionfi femminili con Francesca Schiavone a Parigi nel 2010 e le quattro Fed Cup vinte tra il 2006 e il 2013.
Momenti storici come la finale tutta italiana degli US Open 2015 tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci o l’ascesa di Matteo Berrettini hanno segnato le tappe di un vero e proprio Rinascimento.
La rivoluzione FITP
L’apice è arrivato con Jannik Sinner: primo italiano numero 1 al mondo, campione Slam in quattro occasioni dal 2024 e simbolo di una generazione che ha cambiato la percezione del tennis nel nostro Paese.
Alla base di questo successo c’è la trasformazione radicale della federazione guidata da Angelo Binaghi, che ha convertito la vecchia FIT in FITP, inglobando anche il padel. Non più un’organizzazione in crisi, ma una realtà moderna e redditizia, capace di produrre e reinvestire le proprie risorse, riporta Il Messaggero.
Tra le mosse vincenti: la nascita nel 2008 di Supertennis Tv, unico canale federale in Italia, che ha riportato il tennis gratuito nelle case degli italiani e dato visibilità ai tornei WTA, ai Challenger e persino agli US Open (diritti acquisiti fino al 2030).
Eventi e numeri da record
Gli Internazionali d’Italia di Roma sono cresciuti fino a toccare nel 2023 quasi 360mila spettatori e oltre 25 milioni di incasso. A questo si aggiungono le ATP Finals di Torino, assicurate fino al 2030, con un impatto economico da mezzo miliardo di euro, e la fase finale di Coppa Davis ospitata a Bologna fino al 2027.
Un sistema che genera profitti (33 milioni solo nel 2023) e reinveste: nuovi campi, copertura del Centrale del Foro Italico, progetti scolastici come “Racchette in classe”, che coinvolge 400mila bambini.
Fondamentale è stata anche la rivoluzione tecnica e didattica: l’Istituto Superiore di Formazione ha aggiornato il modo di insegnare il tennis, rendendolo competitivo anche sul cemento, la superficie più diffusa a livello mondiale.
Parallelamente, la federazione ha fornito supporto tecnico, medico e organizzativo agli atleti, seguendoli nei percorsi individuali senza isolarli dai rispettivi team di base, garantendo un supporto costante e adatto alle esigenze di ciascun tennista.
Generazione d’oro
Accanto a Sinner brillano Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi, Flavio Cobolli, Luciano Darderi, Luca Nardi e Mattia Bellucci: nove italiani nei primi 100 del ranking maschile, a cui si aggiungono il sorriso e i successi di Jasmine Paolini sul circuito femminile. Una base solida che garantisce competitività per il prossimo decennio.
Il tennis oggi vale 8,1 miliardi di euro di indotto, coinvolge 18,1 milioni di appassionati e 6,5 milioni di praticanti in Italia. I circoli sono passati da 3.247 a 5.700, i campi da 10.150 a 12.500.
La percentuale di donne praticanti è salita dal 28 al 38%. Numeri che testimoniano un fenomeno in costante crescita, superiore persino al calcio in termini di immagine e capacità di attrarre nuove generazioni.