Bagnoli punta a cambiare volto per l’America’s Cup: il progetto di rigenerazione urbana

La manifestazione velistica può diventare il volano di una trasformazione attesa da decenni: istituzioni e cittadini chiamati a costruire insieme il nuovo volto di Bagnoli.

America's Cup decreto Bagnoli
occasione irripetibile
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America’s Cup ultima chiamata per Bagnoli. Napoli ospiterà nel 2027 la 38esima edizione della competizione velica, un’occasione imperdibile per rinnovare il volto del quartiere che rimane ad oggi progetto sospeso. 

Si tratta di un’occasione unica per riportare la città e in particolare Bagnoli al centro di una vetrina internazionale, valorizzando le potenzialità ancora inespresse attraverso una serie di interventi mirati.

Una storia complessa

La vicenda di Bagnoli dimostra quanto sia difficile portare avanti un progetto di rigenerazione senza una visione integrata. In passato sono mancati coordinamento istituzionale, coerenza tra obiettivi e risorse, attenzione all’ambiente e al tessuto sociale, riporta ItaliaOggi

Pesano oltre trent’anni di promesse disattese legate al cosiddetto progetto Bagnoli, la più grande operazione di bonifica e rigenerazione urbana avviata in Italia e tra le più rilevanti in Europa. 

L’area interessata è quella ex Italsider, circa 250 ettari dismessi dal 1990, oggi al centro del Praru (Programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana), che prevede bonifiche a terra e a mare, nuove infrastrutture e una complessiva riqualificazione urbana.

Gli esempi in tal senso non mancano: il Parco dello Sport, mai entrato davvero in funzione e abbandonato dal 2010, o l’Auditorium della Porta del Parco, rimasto chiuso per dodici anni, sono sintomi di una visione mai realizzata.

Verso un percorso graduale di interventi

Questo alimenta la responsabilità gli attori oggi incaricati dell’attuazione del piano – il Commissario straordinario del Governo, la Cabina di regia e Invitalia, proprietaria dei suoli e soggetto attuatore designato per legge.

Negli ultimi anni, la gestione commissariale con Invitalia ha dovuto riconoscere l’irrealizzabilità del progetto originario, troppo vincolato e complesso. Si è quindi scelto un approccio diverso.

Da un piano monolitico e inattuabile, si è virati verso un percorso fatto di interventi graduali e compatibili con le reali condizioni economiche, giuridiche e ambientali. Una strategia più pragmatica, che però deve essere accompagnata da un vero coinvolgimento della comunità.

Il nodo dei processi decisionali

La rigenerazione non può essere solo un processo tecnico o calato dall’alto. Le esperienze più recenti – sancite anche dall’art. 55 del Codice del terzo settore e dalla sentenza 131/2020 della Corte costituzionale – riconoscono nell’amministrazione condivisa un modello alternativo alle sole logiche di gara e appalto. 

Anche il nuovo Codice dei contratti pubblici (d.lgs. 36/2023), pur ribadendo la centralità delle procedure competitive, apre a forme di collaborazione utili alla cura dei beni comuni e alla rigenerazione urbana.

Si tratta di strumenti preziosi per includere società civile, associazioni, operatori culturali ed economici nei processi decisionali. Servono spazi di confronto reale, visibili e trasparenti, supportati da un’adeguata infrastruttura informatica e comunicativa. Solo così le comunità possono contribuire a definire soluzioni concrete, aumentando efficacia ed economicità degli interventi.

L’occasione dell’America’s Cup

In questa prospettiva, l’America’s Cup rappresenta molto più di un grande evento sportivo. Può diventare un acceleratore di processi, trasformando Bagnoli da “territorio sospeso” a laboratorio di innovazione sociale, urbanistica e ambientale.

Se la manifestazione saprà innescare questo cambiamento, diventerà il simbolo di una rinascita finalmente concreta. In caso contrario, rischierà di aggiungersi alla lunga lista delle occasioni mancate.