Nuova identità per la Virtus a trazione azzurra: Diarra completa il puzzle

La squadra guidata da Dusko Ivanovic chiude il mercato con il lungo maliano: le V-Nere si rinnovano con otto volti nuovi che abbassano l’età media e portano in dote energia e atletismo.

Virtus Bologna aumento capitale
ultimo colpo della sessione
Daniel Hackett (Image credit: Frederic DIDES/PANORAMIC/Insidefoto)

Aliou Diarra chiude il mercato della Virtus. La compagine felsinea ha concluso la sessione di trasferimenti con il pivot maliano di 23 anni e 208 centimetri, reduce da una stagione da protagonista in Rwanda e da uno storico AfroBasket con la sua nazionale.

Diarra completa il reparto lunghi bianconero insieme a Momo Diouf e Alen Smailagic, profondamente rinnovato in seguito all’addio di Ante Zizic che ha sposato il progetto del Besiktas.

La carriera di Diarra

La sua carriera parla chiaro: dopo l’esordio con lo Stade Malien, dove è stato premiato difensore dell’anno, ha vinto campionato e coppa in Rwanda con l’APR, firmando anche il record di stoppate in una partita di BAL. 

All’AfroBasket 2025 ha trascinato il Mali alla prima finale della sua storia, chiudendo con l’argento e l’inserimento nel miglior quintetto del torneo, grazie anche a una prova monstre nei quarti contro la Costa d’Avorio (35 punti e 16 rimbalzi). Non a caso, a luglio è stato scelto come prima pick internazionale dei Dallas Mavericks per la G-League.

 «L’arrivo di Diarra è in continuità con le recenti operazioni di mercato concluse, rafforzando l’idea e l’identità di una squadra costruita insieme a coach Ivanovic su energia, freschezza atletica e futuro, senza rinunciare alla competitività immediata – spiega il direttore generale Paolo RonciDiarra è stato protagonista ad AfroBasket trascinando il Mali a un risultato storico e confrontandosi contro pari ruolo di livello Eurolega come Tavares, Bruno Fernando e Bango, oltre a essere un giocatore di interesse per i Dallas Mavericks».

Una Virtus tutta nuova

Con Diarra il roster della Virtus è al completo: otto innesti (Edwards, Vildoza, Alston, Niang, Canka, Jallow, Smailagic e lo stesso Diarra) e sette conferme (Hackett, Pajola, Diouf, Akele, Accorsi, Taylor e Morgan). 

Via sei protagonisti della scorsa stagione – da Shengelia a Belinelli, da Cordinier a Clyburn – si riparte con un gruppo che ha abbassato drasticamente l’età media: tra gli over 30 figurano solo Hackett, Taylor e Vildoza.

Il progetto tecnico è chiaro: affidarsi a un nucleo giovane, internazionale e con forte base azzurra. Non a caso quattro bianconeri (Pajola, Niang, Diouf e Akele) sono impegnati agli Europei con l’Italia, confermando il legame sempre più stretto tra la Virtus e la nazionale. 

A Cipro hanno già brillato Pajola, regista difensivo e leader silenzioso, e i due talenti emergenti Diouf e Niang, mentre Akele è atteso a rotazioni più consistenti, pronto ad apportare il suo contributo alla nazionale azzurra.

Energia e curiosità

La nuova Virtus di Dusko Ivanovic, oggi al lavoro nel ritiro di Asolo, si presenta meno esperta ma più dinamica. Edwards sarà il principale terminale offensivo, Vildoza il cervello creativo, mentre Smailagic garantirà duttilità tra i ruoli di 4 e 5.

La forza del progetto dovrà emergere soprattutto dal perimetro, mentre i lunghi saranno chiamati a garantire solidità ed efficienza.La squadra si prepara a una stagione intensa, con l’obiettivo di restare protagonista in Italia e riscoprirsi competitiva in Europa. 

Tra la curiosità per i nuovi volti e la voglia di scoprire se il mix tra gioventù e talento reggerà alle prime sfide, la sensazione è chiara: la Virtus ha cambiato pelle, ma conserva ambizione e identità.

Sport

Basket