Gli US Open non sono soltanto l’ultimo Slam della stagione: sono una vera e propria passerella a cielo aperto in cui sport e moda si intrecciano, trasformando il campo in una vetrina globale per brand e atleti. Da New York sono partite alcune delle rivoluzioni estetiche più celebri del tennis: dagli shorts in denim di Andre Agassi al tubino Swarovsky di Maria Sharapova, fino alle scelte audaci di Serena Williams ed Emma Raducanu.
Nel cuore della città che fa dell’entertainment la sua cifra distintiva, ogni look diventa un’occasione di marketing e ogni accessorio può trasformarsi in un fenomeno commerciale.
Il manicotto di Sinner: da scelta tecnica a trend globale
In questa cornice, Jannik Sinner è diventato il nuovo trendsetter del tennis mondiale. Dalla sfida con Shelton ai quarti di Wimbledon fino al debutto a New York, l’altoatesino scende in campo con il manicotto compressivo. Se inizialmente scelto per problemi fisici, ora lo indossa per il feeling con la palla.
Un dettaglio che si è presto trasformato in simbolo e che, come riportato da il Corriere della Sera, oggi è al centro delle strategie dei grandi marchi dell’abbigliamento sportivo.
Il manicotto è già storia nello sport: icona NBA grazie a Michael Jordan, oggi è entrato stabilmente nelle collezioni dei grandi brand. Nike, che propone il modello “Jordan”, e realtà emergenti come Vuori, hanno colto l’occasione per inserirlo tra i prodotti di punta, puntando sul richiamo dei campioni.
New York, con il suo Slam votato allo spettacolo, rappresenta la passerella ideale: il ritorno a scuola dopo il Labor Day coincide con il lancio dei nuovi accessori destinati a milioni di teenager americani, pronti a replicare i look di Sinner, Tiafoe o Musetti nei playground e nei college.
Colori, simboli e strategie dei brand
L’edizione 2025 dello Slam statunitense conferma la sua vocazione estetica: il viola in tutte le sue sfumature domina l’abbigliamento maschile (da Alcaraz a Zverev fino a Sinner, il cui completo “orange” vira al granata), mentre il rosso è la scelta principale delle atlete, da Coco Gauff a Naomi Osaka. Ogni dettaglio è studiato, persino accessori come il pupazzo Labubu, diventato must-have tra le giocatrici.
Non mancano le operazioni più simboliche: Novak Djokovic si presenta con un giubbotto-installazione firmato Lacoste, impreziosito da palline in rilievo e con la “Goat” – greatest of all time – al posto del tradizionale coccodrillo.
È l’ennesima dimostrazione che agli US Open la moda non è un contorno, ma un motore del business sportivo: unisce identità, marketing e spettacolo in un palcoscenico globale che amplifica il valore degli sponsor e dei brand.